Non conosciamo la vicenda nei suoi particolari. Ma possiamo azzardare una riflessione generica su casi che invece sempre piu’ spesso riempiono le cronache italiane.
Di fatto, per chi come me è andato a scuola quando la punizione corporale era la prassi, quando se andava bene era un ceffone e quando andava male si stava in ginocchio dietro la lavagna, la strattonatura di uno studente irrequieto fa sorridere.
Non vorrei tornare a quei tempi, che risvegliano ricordi crudeli, ma non vorrei nemmeno scivolare nella opposta banalità diseducativa e in un permissivismo che fa galleggiare troppi ragazzi nella noia di una esistenza insulsa: i ragazzi devono pur imparare le regole, anche se non le condividono. Il rischio che vedo, è di creare degli adulti incapaci di assumersi delle responsabilità e di diventare veramente autonomi.
Non ho titolo per definire il fatto, che sta occupando tanto spazio in cronaca, anche perché stiamo vivendo giornate senza molto da raccontare. Solo un po’ di logica, che mi porta a pensare che i ragazzi abbiano bisogno di un’autorità che insegni loro la vita e che gli imponga di seguire le regole della convivenza, altrimenti ci troveremo un giorno, schiere di adulti incapaci di adattarsi alle leggi: coloro che non seguono le norme, ma vivono nella loro violazione.
Se i ragazzi godranno di troppa libertà in casa, se la prenderanno come dovuta anche altrove: a scuola, negli ambienti di svago o d’incontro coi coetanei, in casa di altri. Non avendo mai ricevuto un’educazione in tal senso, faranno fatica a comprendere il rispetto, l’osservazione, l’adeguamento e l’adattamento di sé agli altri o al luogo in cui ci si trova e a tutte le relazioni sociali, mentre sarà sempre difficile tener conto delle necessità di coloro che vivono attorno, compreso quelle del futuro partner con cui si sceglierà di condividere la vita. Vivere accanto a persone così, sarà una esperienza drammatica.
La mancanza di rigore e di regole da seguire, condurranno i ragazzi a non sapersi relazionare con persone che, per il ruolo sociale (insegnanti, allenatori, futuri datori di lavoro), gli imporranno la loro autorità. Naturalmente, ogni volta che il “loro potere e la loro libertà” verrà minacciata, i genitori si “immoleranno” in difesa e così voleranno denunce contro professori troppo rigidi o che hanno preso di punta il loro povero figliolo, mentre in realtà continueranno a danneggiare la sua educazione e maturità, che non risulterà né formata né adeguata, non permettendogli di fatto di diventare un uomo od una donna adulta.
La situazione non cambia molto nemmeno nelle relazioni fra pari, ovvero quando ragazzi abituati ad averle tutte vinte si troveranno prima o dopo nella condizione in cui gli altri non accetteranno il loro punto di vista. Come di prassi seguiranno animate discussioni tra genitori che si concluderanno con la volontà di cambiare classe, scuola o il gruppo di amicizie del figlio, senza ottenere però risultati differenti.
Alla fine, capita che siano proprio i genitori a rendersi conto ed ammettere di aver sbagliato nel crescere i figli senza assumere il ruolo necessario di educatore autorevole, naturale ed obbligatorio. Ciò li porta a fare dell’autocritica che dispiace, fa star male, penalizza l’autostima e le scelte di una vita, ma è il primo punto di partenza per riassettare l’esistenza sui dei giusti canoni e criteri, per l’educazione e la crescita di tutti, non solo dei figli.
Dispiace assai che un insegnante con 33 anni di esperienza, che ha pensato di risolvere un problema, rimettendo seduto uno studente agitato, si trovi a passare dei guai, magari perchè un maldestro tentativo di riportare l’ordine in classe, ha provocato una caduta, un livido o un piccolo infortunio.
Spero (per il loro bene e per quello del ragazzo) che i genitori che con tanta solerzia sono andati dai carabinieri, da qui a qualche anno non siano costretti a tornarci, e non certo per sporgere una querela contro l’insegnante di musica.
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Bruno Martelli, a lei che ha imparato a memoria il video degli studenti palermitani, rivolgo le seguenti domande sull’eccelsa opera sponsorizzata dal capo di un partito di nome Grasso.
Scorrendo i fotogrammi uno ad uno, le chiedo:
1° domanda: il transatlantico Saint Luis era un’imbarcazione messa a disposizione dei nostri migranti da trafficanti di esseri umani, criminali verso i quali lei vorrebbe la totale impunità?
2° domanda: conosce la poetessa Emily Dickinson? Era figlia di una cultura puritana e conformista. Lei crede che la memoria di cui parla nella poesia appartenga alla sfera intima dei ricordi soggettivi o appartenga alla sfera in cui rientra anche la Shoah ma, forse, per lei non anche le foibe? Sappia che la Dickinson paragona intimisticamente la memoria ad un rispostiglio. La strage di italiani, invece, era rimasta in un armadio per mezzo secolo e ancora oggi c’è gente della sua parte politica che la nega.
3° domanda: Lei considera gli ebrei vittime delle leggi razziali del 1938 alla stregua di immigrati privi di regolare permesso per stare nell’Italia dell’epoca? Sor Martelli, studi di più e guardi meno video. Il decreto sicurezza non è contro gli immigrati e tantomeno in base all’appartenenza razziale. E’ una legge contro l’immigrazione irregolare gestita da bande criminali che deportano masse di stranieri in Italia come furono purtroppo deportati centinaia di ebrei, italiani a tutti gli effetti a differenza degli stranieri rastrellati dai criminali di oggi.
4° domanda: A causa delle leggi razziali gli ebrei erano cacciati dalle scuole. Oggigiorno i rom ottengono le case popolari grazie alla corsia preferenziale che per legge consente loro di ottenere due punti in più in graduatoria rispetto a chiunque altro. Le sembra la stessa cosa?
5° domanda: quando c’è ancora qualche sbarco di immigrati in Italia, li vede scheletrici come gli internati sopravvissuti al lager?
Smettetela di prenderci per il culo. Dai, se potessero ve lo chiederebbero anche le vittime dell’Olocausto.
Lo scorso 11 maggio un’insegnante di italiano dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale – con conseguente dimezzamento dello stipendio – perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di alcuni suoi studenti di 14 anni che, durante la Giornata della memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno Matteo Salvini. È una decisione che sta facendo discutere moltissimo, per l’atteggiamento apparentemente molto zelante dei funzionari del ministero e perché la normativa vigente sulla vigilanza degli insegnanti fa riferimento a un’attività di controllo volta a proteggere l’incolumità fisica degli studenti, e non riguarda il lavoro didattico.
Nella presentazione preparata dagli studenti, come ha raccontato la professoressa, c’erano due slide con l’immagine di Salvini: una presentava a sinistra la prima pagina del Corriere della Sera dell’epoca sulla promulgazione delle leggi razziali, e a destra Salvini all’approvazione del “decreto sicurezza”. La seconda slide mostrava una foto della conferenza di Évian del 1938 – durante la quale si tentò di stabilite delle quote di accoglienza dei rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista – e una foto del vertice informale di Innsbruck del luglio 2018 tra i ministri della Giustizia e dell’Interno dell’Unione europea per parlare della questione dei migranti.
L’ispezione che ha portato alla sospensione è nata da un tweet inviato al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a fine gennaio da Claudio Perconte, un attivista di destra di Monza (alcuni giornali scrivono di CasaPound) che si definisce sovranista e che non è chiaro come abbia ottenuto le informazioni sul video della scuola di Palermo.
Ieri è stata depositata in cancelleria della Corte di Cassazione la sentenza n. 21409/2019 che respinge il ricorso promosso da un consigliere comunale di Milano condannato in primo e secondo grado, ai sensi dell’art.2 comma , decreto legge 26 aprile 1993, convertito con modifiche dalla legge 25 giugno 1993, n.205.
Aveva fatto il saluto fascista in aula consiliare e aggiunto le parole ” presenti e ne siamo fieri”.
In poche parole la Corte ha ritenuto – il saluto romano e la successiva frase – apologia del fascismo, rigettando tra l’altro questione di costituzionalità della legge sollevata dalla difesa del consigliere/imputato.
Ciascuno di noi può condividere o meno la sentenza ma io ho questa sensazione.
A forza di reprimere, condannare e proibire certe idee unitamente ad una retorica inarrestabile, si spinge la gente a diventare fascista, anche solo per reazione a questi innumerevoli divieti e censure.
Casalini caro, vede che mi dà ragione quando dico che lei è un direttore di giornale omologabile a quei ragazzi che fanno casino tanto per fare casino. Qua si commenta un fatto di un certo tipo e lei tira fuori dal suo cilindro politicamente corretto ma disinformato un altro fatto. L’argomento sarebbe la condotta ma lei lo scansa rifugiandosi nella censura, in un episodio che lei ha l’ovvietà di presentare alla stregua di una censura fascistoide ed illiberale.
Amico caro la informo di 3 cose:
a) a prendere le difese dell’insegnante dell’istituto tecnico industriale siciliano, colpita da sospensione di 15 giorni a stipendio dimezzato, per non aver vigilato sul lavoro dei suoi studenti che, in occasione della Giornata della memoria, avevano presentato un video in cui le leggi razziali venivano accostate al decreto Sicurezza, è stato anche il sindacato di destra Snals, sigla sindacale già legata a doppio filo al Movimento Sociale e oggigiorno alla destra anti liberista;
b) i fascisti non c’entrano niente e neanche il ministero dell’Istruzione c’entra qualcosa. E, infatti, si legge sui giornali che gli uffici per i provvedimenti disciplinari sono presenti in tutti gli uffici provinciali, compreso Palermo, e agiscono autonomamente dal ministero. Quella presa è una decisione autonoma dell’ufficio scolastico provinciale.
c) Difendono a spada tratta questa professoressa i parlamentari del Movimento 5 Stelle, ossia proprio quei grillini che con una scellerata decisione di un loro autorevole rappresentante, tal Crimi, stanno chiudendo Radio Radicale, difesa a spada tratta dai post fascisti Fratelli d’Italia ma anche da Salvini che si è pronunciato fermamente a sostegno della proroga del servizio pubblico affidato a Radio Radicale.
Detto questo le dico anche che:
a) assimilare il Decreto Sicurezza alle leggi razziali del 38 rispecchia la manipolazione che anche Lei, da InformArezzo, opera sull’opinione pubblica in generale e sui ragazzi, ferocemente strumentalizzati dalla propaganda che individua nel fascismo che non esiste più il pericolo incombente.
b) Settecento bambini morti in Grecia durante l’austerità imposta dalla sua Unione Europea, questo sì è un esempio di sterminio di massa, silenziato dal mainstrem eurocratico, questo sì è un esempio di censura.
PS: il saluto nazionalsocialista non è il saluto romano…per fortuna di noi tutti sempre più italiani sono italiani nè anglofoni nè germanofoni
Confesso: io strattonerei il direttore di InformArezzo quando si agita in chiacchiere su cosa c’è dietro l’angolo delle elezioni europee. Lo strattonerei e gli direi: stai più attento alla realtà! Dietro l’angolo non ci sono Peron e l’Argentina. Non ti mettere a fare casino insieme alle indicazioni dei Mercati. Lo strattonerei per dargli una calmata dalla sua agitazione sulla seconda Grecia e gli raccomanderei di imparare che in gioco non c’è il potere bramato da fascistelli ma l’interesse di noi italiani e dei popoli europei di cambiare un’Unione – se vogliamo restarci dentro ma non sarebbe un’abominio chiamarsene fuori – non in base alle riforme di Ue ed eurozona predisposte dalla commissione uscente di Junker, da Macron e la Merkel, ossia a dire da banche, finanza e asse franco tedesco. Strattonerei il Casalini e gli direi: smetti di fare confusione e vedrai che ti sarà facile risolvere il problema su quali destre votare. Vota le destre che incentrano i programmi sulla difesa della sovranità nazionale, contro Trattati vecchi come il cucco. Vota la lotta all’immigrazione selvaggia, ora poi che un diktat della corte di Strasburgo impedirà ad ogni singolo stato di espellere il clandestino delinquente e criminale. Vota contro le politiche liberiste imposte dalla Troika. Smetti di fare casino agitandoti con lo spread e vari ideali psicotropi neoliberisti. Le impennate del differenziale Btp-Bund avvelena la tua mente di ricette fallimentari fatte di rigore nei conti e di austerità ad austerità ad ogni costo. Non ti fare confondere il capo dalle Bonino e dagli Zingaretti. Sei già stato traviato a sufficienza dai Renzi, dalle Boschi, dai Gentiloni. E, dopo averlo strattonato ben bene, gli raccomanderei di cominciare dal prossimo 26 maggio ad evitare la madre di tutti i vizi: quello di votare per le oligarchie europee che vogliono mantenere in piedi un modello di Unione ostile all’Italia e ai popoli ed asservito a tecnocrati e mercati. Alò, figliolo, cambia.
Benedetto di un Croce, lei è un portento di ragionamento che dovrebbe essere studiato nelle scuole di oggigiorno. Veda sor Croce, se fosse vero – come dice Lei – che il comportamento dei genitori è l’unica (o la vera) differenza tra oggigiorno e il tempo della Sua giovinezza ribelle, bisogna dimostrare prima la tesi (dimostrabile esclusivamente da un intelletto come il Suo) che nessun insegnante, precario o di ruolo, è genitore a sua volta. Altrimenti, basta contrapporre al suo precario ragionamento il ben più solido ragionamento sulla dimostrabilissima genitorialità anche di molti insegnanti per dimostrare che non dipende integralmente dai genitori se, oggigiorno, la scuola è buonista nei confronti degli studenti e ad incidere non è più il comportamento, la buona educazione, il rispetto reciproco e delle regole dello stare insieme. Chi, come probabilmente Lei e sicuramente il direttore di questo giornale, ritiene che il voto in condotta è il retaggio di un passato oscurantista, dovrebbe fare i conti con la realtà e non con argomentazioni pseudo paternalistiche sui genitori di oggigiorno. E fare i conti con la realtà significa dire che nel recente passato c’è stato un governo guidato dal Suo partito, il PD, che ha deciso che il comportamento non dovesse più essere parte integrante del processo formativo dello studente. E che disciplina, serietà e rigore sono cose inutili. Anzi discriminatorie.
Lei, racconta, di essere stato un ribelle da 7 in condotta. Oggi quanti anni ha? Lei è un adulto immagino. Ebbene, se l’avessero bocciata oggi Lei sarebbe un adulto meno omologato e si ribellerebbe alla sottrazione di autorità che ha penalizzato la scuola italiana e gli insegnanti, già penalizzati a fine mese.
IL 26 MAGGIO VOTI LE DESTRE…RINSAVISCA…passo e chiudo
Martelli, lei non vede la realtà nè da vicino nè da lontano . Ha la vista appannata su tutto (ad esempio non focalizza la Bulgaria nella Ue), offuscata da un paio di lenti di lenti progressiste frutto della tecnologia di ultima generazione liberista, anti nazionale, eurocratica. Non mi faccia dire altro ma passi da me quando ha tempo. Le restituisco una visione nitida delle cose.
E’ vero, mi hai fatto notare che mi ero sbagliato a considerare la Bulgaria fuori dall’Europa e ti ho ringraziato.
Ora sono io a farti notare che in questo tuo intervento, come del resto in altri (ho capito solo adesso che sei sempre la stessa persona), metti insieme della roba che non ha nessun legame logico e la chiami “dimostrazione” o “ragionamento”. Il tuo discorso su insegnanti che sono genitori non ha senso. Non mi aspetto ringraziamenti (l’invettiva anonima è molto più facile da compiere), ma chissà.
Il problema è sapere quali destre votare. Quelle italiane ripropongono pari pari tutti i peggiori vizi della sinistra, anzi ne sono la simmetrica copia: stataliste, spendaccione, populiste, con poco senso dello stato e con assoluta assenza del rigore e del senso di disciplina nell’amministrare la cosa pubblica, che ci si aspetterebbe dalle destre. E che per giunta hanno vnto criticando una sinistra che ha fissato regole di destra.
Io non ho mai fatto mistero di considerarmi piu’ a destra che a sinistra, a condizione che a destra avrei trovato un partito liberale, che al di là delle posizioni idelogiche improntate al significato dell’essere liberali e laici nel campo dei diritti civili, sia parsimonioso nel ridividere la ricchezza creata e non pretenda di dividere quella che dovranno ancora creare le prossime generazioni. il mio ideale di destra parte da Camillo Benso e termina con la Margherita Taccer.
Vedi nulla di tutto ciò in giro? Io no. Se non avessi alternative (ma ce l’ho) e dovessi votare il Peron de noantri solo perchè si definisce di destra e strizza l’occhio ai fascistelli, me ne starei a casa. Il piccolo Peron, altro che fascio, porterà la destra alla sfascio finale. Se non fosse che il paese lo seguirà nel precipizio, sarei anche curioso di vedere come finisce. Questa elezione a null’altro servirà che a stabilire i nuovi rapporti di forza nell’asse del potere. Ne riparliamo a fine anno, quando si dovrà decidere se seguire la deriva argentina o quella di Silvio nel 2011 ed aprire ad un nuovo governo lacrime e sangue a cui dare la colpa di tutto. Chi vivrà vedrà, e non c’è molto da aspettare.
Bisogna essere renziani fino al midollo per non dare valore al voto in condotta ai fini della promozione. E, infatti, a sostituirlo con un giudizio irrilevante sul comportamento fu una delle leggi renziani per eccellenza, chiamata paradossalmente Buona Scuola. Bisogna essere intimamente renziani per confondere l’insolenza con la genialità. Essere ribelli è tutt’altra cosa. Grazie all’imperante pedagogia progressista politicamente corretta, la scuola in Italia è diventata una scuola non in grado di esprimere una cultura educativa propria e propriamente formativa, anche in base alla condotta. Laddove per condotta è da intendersi il giudizio sulla capacità dell’allievo di dare una norma a se stesso e non di sottomettersi ma neanche di essere insolente. La scuola di oggi è soltando capace di assorbire la tardo cultura sessantottarda de sinistra. Impartisce agli studenti un bestiario pedagogico che comprende anche l’insegnamento dell’affettività…come se l’affetto fosse una competenza…mi sa che da questo sfacelo del sistema educativo nascono tanti ottimi direttori di InformArezzo. L’attuale non ha da preoccuparsi.
Una mia amica che insegna matematica alle scuole medie mi chiede un consiglio e mi racconta un fatto.
L’esito del compito di matematica di un alunno di seconda è quattro.
L’insegnante lo scrive sul diario affinchè il giovane lo mostrasse ai genitori che dovevano sottoscriverlo per presa visione.
Il giovane il giorno dopo consegna diligentemente il diario alla prof. con la firma della mamma ma il voto si era trasformato in un sei.
La mia amica prof, superato l’iniziale stupore reitera la comunicazione alla famiglia nuovamente indicando il quattro.
Sempre diligentemente e tempestivamente il giorno successivo l’alunno consegna il diario sottoscritto dalla mamma ma con il sei.
La prof. a questo punto chiama la mamma per chiarire le cose.
All’incontro tenutosi presso la quale esordisce subito la mamma dicendo così:” si lo so lui fa così, lo ha fatto sempre anche alle elementari, è un bambino un po’ ribelle ma è tanto bravo…che vuole che sia!”
E la prof amica ha cambiato avvocato non particolarmente convinta della strategia difensiva da me suggerita.
Informare il preside e il provveditore, sollecitare un procedimento disciplinare e a giugno bocciarlo.
Si ritorna sempre li. Il buonismo, clemenzialismo, lassismo nuoce sopratutto al ragazzo perché è portato a pensare che può prendere in giro le istituzioni e i prof., perché tanto non gli fanno niente.
E’ portato a pensare che lui sia più furbo degli altri e anzi che si possa impunemente alzare il tiro e fare i bulli addirittura con i professori.
E la colpa maggiore non è dei genitori ma è proprio dei professori che per non rompersi e per evitare giornalate, abbozzano, per pavidità, sottraendosi quindi ad un loro preciso dovere.
Sono d’accordo sui punti 1 e 2 meno sul 3.
Il 3 solo se continuerà a prendere 4 come voto.
Permettimi di lasciarmi andare ai miei ricordi: ho avuto un compagno di scuola che al liceo non prendeva mai e dico mai, meno di 8. Poteva mettere in difficoltà titolati professori senza grossi problemi. Poteva aprire la gazzetta in faccia al professore se lo considerava non all’altezza o fare a pezzi un compito in classe se non concordava col giudizio di correzione . Se poi lo chiamavano interrogato come punizione, cominciavano le risate perchè tutti sapevamo che avrebbe sovrastato l’insegnante.
In pagella solo 8, 9 e 10 (un genio vero).
Aveva un solo 7: a condotta! Ma nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di bocciarlo! E’ morto troppo presto e mi manca moltissimo. Sarebbe stato un direttore di Informarezzo fantastico.
Era pure radicale!
Sai, uno con una testa in quel modo è difficile che migliori il 4 in matematica e giugno si avvicina pericolosamente (per lui).
A quanto ho capito il tuo amico era un grande, ci sono anche i grandi, i fenomeni nella scuola.
Su Informarezzo però vai bene te, perché se la dirigeva lui con “quel caratterino” da 7 in condotta, sarebbe stato sempre a sgridarci o l’avrebbe già chiusa.
io mai avuta un’insufficienza in pagella ma ho sempre avuto 8 in condotta e un primo quadrimestre anche 7.
Ma la vera differenza tra oggi e allora non sta nel grado di ribellione, quanto piuttosto nel comportamento dei genitori: con noi erano sempre pregiudizialmente dalla parte degli insegnanti, mentre quelli di oggi tagliano le gomme, aggrediscono, querelano, e il problema è che i media e, peggio, i giudici, gli danno ragione.
Di fronte alla demolizione del concetto di autorità e all’esaltazione dell’intimidazione pseudo-mafiosa, l’insegnante di oggi si arrende aggiungendo umiliazione ad umiliazione, frustrazione a frustrazione.
I nostri insegnanti costruiscono il futuro del Paese e dovrebbero essere ben pagati, rispettati, e tenuti in palmo di mano da tutta la società. Non è così purtroppo… e i risultati si vedono.
Idem. Se fossi tornato a casa con una nota per aver mancato di rispetto ad un insegnante, non oso pensare a come mi avrebbero asfaltato!
La realtà di anni ed anni di contestazione progressista dell’autorità, in ogni forma, famiglia compresa, e non il diritto latino mi insegna che il caso in questione non è un’eccezione, tantomeno generica e men che meno individuale, di conflitto con chi ha il dovere di esercitare un’autorità. La massima ciceroniana mi insegna semplicemente che la libertà è la regola e la sanzione è l’accezione. Ma bisogna contestualizzare ed ammettere che nella società di Cicerone esisteva un’abbondanza di modelli di autorità mentre nella nostra società, pedissequamente prona al politicamente corretto, abbondiamo di una cultura lassisticamente anti autoritaria che non è educazione. In una società come la nostra un redivivo Cicerone vorrebbe il ritorno dell’autorità, ad iniziare dalla scuola e dalla famiglia. Laddove per ritorno all’autorità è da intendere una scuola ritornata a valori e capisaldi educativi, non a punizioni che infliggono quelle dolorose pene corporali a cui allude l’articolo.
Sì, vabbè, possiamo anche limitarci a sorridere sopra al caso dell’insegnante e orientare sui genitori dello studente la riflessione, sebbene saggia, ispirata a questo caso, come se avesse una portata esclusivamente generica. Generica nel senso che ci porta a dire genericamente che oggi non c’è più un contratto di convivenza neppure nel mondo formativo per eccellenza, la scuola. Chi non si accontenta del generico, si domanda: com’è possibile un contratto di convivenza in una società come la nostra in cui una certa morale e una certa ideologia dominanti invadono tutto disincentivando gli individui di ogni età a rispettare le regole di coesistenza in ogni ambito sociale? Ovvio che poi dobbiamo fare i conti con una società iper permissiva in cui chi incorre in un procedimento penale è chi si prova a rimettere in riga un comportamento sopra le righe, l’autore del quale non rischia, invece, neppure una nota disciplinare sul registro scolastico. In una società come la nostra in cui la pietra di paragone tra legittimo ed illegittimo sono i diritti soggettivi….anche irrazionali …oppure diritti umani strumentalizzati alla bisogna dell’ideologia dominante e gli strumenti sono l’indulgenza e la tolleranza, anche rispetto a violazioni di regole in ambiti più grandi di un’aula scolastica, continuirà a scontarla in termini di conseguenze, ma auguriamoci non in termini di giudizio finale, chi interviene su comportamenti sbagliati.
Exceptio probat regulam in casibus non exceptis. Il concetto fu utilizzato per la prima volta da Cicerone nella difesa di Lucio Cornelio Balbo, quando affermò: “Quod si exceptio facit ne liceat, ubi non sit exceptum, ibi necesse est licere”
Bruno Martelli, a lei che ha imparato a memoria il video degli studenti palermitani, rivolgo le seguenti domande sull’eccelsa opera sponsorizzata dal capo di un partito di nome Grasso.
Scorrendo i fotogrammi uno ad uno, le chiedo:
1° domanda: il transatlantico Saint Luis era un’imbarcazione messa a disposizione dei nostri migranti da trafficanti di esseri umani, criminali verso i quali lei vorrebbe la totale impunità?
2° domanda: conosce la poetessa Emily Dickinson? Era figlia di una cultura puritana e conformista. Lei crede che la memoria di cui parla nella poesia appartenga alla sfera intima dei ricordi soggettivi o appartenga alla sfera in cui rientra anche la Shoah ma, forse, per lei non anche le foibe? Sappia che la Dickinson paragona intimisticamente la memoria ad un rispostiglio. La strage di italiani, invece, era rimasta in un armadio per mezzo secolo e ancora oggi c’è gente della sua parte politica che la nega.
3° domanda: Lei considera gli ebrei vittime delle leggi razziali del 1938 alla stregua di immigrati privi di regolare permesso per stare nell’Italia dell’epoca? Sor Martelli, studi di più e guardi meno video. Il decreto sicurezza non è contro gli immigrati e tantomeno in base all’appartenenza razziale. E’ una legge contro l’immigrazione irregolare gestita da bande criminali che deportano masse di stranieri in Italia come furono purtroppo deportati centinaia di ebrei, italiani a tutti gli effetti a differenza degli stranieri rastrellati dai criminali di oggi.
4° domanda: A causa delle leggi razziali gli ebrei erano cacciati dalle scuole. Oggigiorno i rom ottengono le case popolari grazie alla corsia preferenziale che per legge consente loro di ottenere due punti in più in graduatoria rispetto a chiunque altro. Le sembra la stessa cosa?
5° domanda: quando c’è ancora qualche sbarco di immigrati in Italia, li vede scheletrici come gli internati sopravvissuti al lager?
Smettetela di prenderci per il culo. Dai, se potessero ve lo chiederebbero anche le vittime dell’Olocausto.
Per tornare in tema.
Lo scorso 11 maggio un’insegnante di italiano dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale – con conseguente dimezzamento dello stipendio – perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di alcuni suoi studenti di 14 anni che, durante la Giornata della memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno Matteo Salvini. È una decisione che sta facendo discutere moltissimo, per l’atteggiamento apparentemente molto zelante dei funzionari del ministero e perché la normativa vigente sulla vigilanza degli insegnanti fa riferimento a un’attività di controllo volta a proteggere l’incolumità fisica degli studenti, e non riguarda il lavoro didattico.
Nella presentazione preparata dagli studenti, come ha raccontato la professoressa, c’erano due slide con l’immagine di Salvini: una presentava a sinistra la prima pagina del Corriere della Sera dell’epoca sulla promulgazione delle leggi razziali, e a destra Salvini all’approvazione del “decreto sicurezza”. La seconda slide mostrava una foto della conferenza di Évian del 1938 – durante la quale si tentò di stabilite delle quote di accoglienza dei rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista – e una foto del vertice informale di Innsbruck del luglio 2018 tra i ministri della Giustizia e dell’Interno dell’Unione europea per parlare della questione dei migranti.
L’ispezione che ha portato alla sospensione è nata da un tweet inviato al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a fine gennaio da Claudio Perconte, un attivista di destra di Monza (alcuni giornali scrivono di CasaPound) che si definisce sovranista e che non è chiaro come abbia ottenuto le informazioni sul video della scuola di Palermo.
Sieg Heil
https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2019/05/sic-professoressa-sospesa-78c86f26-be8a-4278-a902-09612fcdf915.html
Andiamoci piano con “Sieg Heil”.
Ieri è stata depositata in cancelleria della Corte di Cassazione la sentenza n. 21409/2019 che respinge il ricorso promosso da un consigliere comunale di Milano condannato in primo e secondo grado, ai sensi dell’art.2 comma , decreto legge 26 aprile 1993, convertito con modifiche dalla legge 25 giugno 1993, n.205.
Aveva fatto il saluto fascista in aula consiliare e aggiunto le parole ” presenti e ne siamo fieri”.
In poche parole la Corte ha ritenuto – il saluto romano e la successiva frase – apologia del fascismo, rigettando tra l’altro questione di costituzionalità della legge sollevata dalla difesa del consigliere/imputato.
Ciascuno di noi può condividere o meno la sentenza ma io ho questa sensazione.
A forza di reprimere, condannare e proibire certe idee unitamente ad una retorica inarrestabile, si spinge la gente a diventare fascista, anche solo per reazione a questi innumerevoli divieti e censure.
Il video fatto dagli studenti, per chi vuole approfondire, è questo qui:
https://www.facebook.com/PietroGrasso/videos/369592720332327/
Non trovo link fuori facebook.
Casalini caro, vede che mi dà ragione quando dico che lei è un direttore di giornale omologabile a quei ragazzi che fanno casino tanto per fare casino. Qua si commenta un fatto di un certo tipo e lei tira fuori dal suo cilindro politicamente corretto ma disinformato un altro fatto. L’argomento sarebbe la condotta ma lei lo scansa rifugiandosi nella censura, in un episodio che lei ha l’ovvietà di presentare alla stregua di una censura fascistoide ed illiberale.
Amico caro la informo di 3 cose:
a) a prendere le difese dell’insegnante dell’istituto tecnico industriale siciliano, colpita da sospensione di 15 giorni a stipendio dimezzato, per non aver vigilato sul lavoro dei suoi studenti che, in occasione della Giornata della memoria, avevano presentato un video in cui le leggi razziali venivano accostate al decreto Sicurezza, è stato anche il sindacato di destra Snals, sigla sindacale già legata a doppio filo al Movimento Sociale e oggigiorno alla destra anti liberista;
b) i fascisti non c’entrano niente e neanche il ministero dell’Istruzione c’entra qualcosa. E, infatti, si legge sui giornali che gli uffici per i provvedimenti disciplinari sono presenti in tutti gli uffici provinciali, compreso Palermo, e agiscono autonomamente dal ministero. Quella presa è una decisione autonoma dell’ufficio scolastico provinciale.
c) Difendono a spada tratta questa professoressa i parlamentari del Movimento 5 Stelle, ossia proprio quei grillini che con una scellerata decisione di un loro autorevole rappresentante, tal Crimi, stanno chiudendo Radio Radicale, difesa a spada tratta dai post fascisti Fratelli d’Italia ma anche da Salvini che si è pronunciato fermamente a sostegno della proroga del servizio pubblico affidato a Radio Radicale.
Detto questo le dico anche che:
a) assimilare il Decreto Sicurezza alle leggi razziali del 38 rispecchia la manipolazione che anche Lei, da InformArezzo, opera sull’opinione pubblica in generale e sui ragazzi, ferocemente strumentalizzati dalla propaganda che individua nel fascismo che non esiste più il pericolo incombente.
b) Settecento bambini morti in Grecia durante l’austerità imposta dalla sua Unione Europea, questo sì è un esempio di sterminio di massa, silenziato dal mainstrem eurocratico, questo sì è un esempio di censura.
PS: il saluto nazionalsocialista non è il saluto romano…per fortuna di noi tutti sempre più italiani sono italiani nè anglofoni nè germanofoni
Confesso: io strattonerei il direttore di InformArezzo quando si agita in chiacchiere su cosa c’è dietro l’angolo delle elezioni europee. Lo strattonerei e gli direi: stai più attento alla realtà! Dietro l’angolo non ci sono Peron e l’Argentina. Non ti mettere a fare casino insieme alle indicazioni dei Mercati. Lo strattonerei per dargli una calmata dalla sua agitazione sulla seconda Grecia e gli raccomanderei di imparare che in gioco non c’è il potere bramato da fascistelli ma l’interesse di noi italiani e dei popoli europei di cambiare un’Unione – se vogliamo restarci dentro ma non sarebbe un’abominio chiamarsene fuori – non in base alle riforme di Ue ed eurozona predisposte dalla commissione uscente di Junker, da Macron e la Merkel, ossia a dire da banche, finanza e asse franco tedesco. Strattonerei il Casalini e gli direi: smetti di fare confusione e vedrai che ti sarà facile risolvere il problema su quali destre votare. Vota le destre che incentrano i programmi sulla difesa della sovranità nazionale, contro Trattati vecchi come il cucco. Vota la lotta all’immigrazione selvaggia, ora poi che un diktat della corte di Strasburgo impedirà ad ogni singolo stato di espellere il clandestino delinquente e criminale. Vota contro le politiche liberiste imposte dalla Troika. Smetti di fare casino agitandoti con lo spread e vari ideali psicotropi neoliberisti. Le impennate del differenziale Btp-Bund avvelena la tua mente di ricette fallimentari fatte di rigore nei conti e di austerità ad austerità ad ogni costo. Non ti fare confondere il capo dalle Bonino e dagli Zingaretti. Sei già stato traviato a sufficienza dai Renzi, dalle Boschi, dai Gentiloni. E, dopo averlo strattonato ben bene, gli raccomanderei di cominciare dal prossimo 26 maggio ad evitare la madre di tutti i vizi: quello di votare per le oligarchie europee che vogliono mantenere in piedi un modello di Unione ostile all’Italia e ai popoli ed asservito a tecnocrati e mercati. Alò, figliolo, cambia.
Benedetto di un Croce, lei è un portento di ragionamento che dovrebbe essere studiato nelle scuole di oggigiorno. Veda sor Croce, se fosse vero – come dice Lei – che il comportamento dei genitori è l’unica (o la vera) differenza tra oggigiorno e il tempo della Sua giovinezza ribelle, bisogna dimostrare prima la tesi (dimostrabile esclusivamente da un intelletto come il Suo) che nessun insegnante, precario o di ruolo, è genitore a sua volta. Altrimenti, basta contrapporre al suo precario ragionamento il ben più solido ragionamento sulla dimostrabilissima genitorialità anche di molti insegnanti per dimostrare che non dipende integralmente dai genitori se, oggigiorno, la scuola è buonista nei confronti degli studenti e ad incidere non è più il comportamento, la buona educazione, il rispetto reciproco e delle regole dello stare insieme. Chi, come probabilmente Lei e sicuramente il direttore di questo giornale, ritiene che il voto in condotta è il retaggio di un passato oscurantista, dovrebbe fare i conti con la realtà e non con argomentazioni pseudo paternalistiche sui genitori di oggigiorno. E fare i conti con la realtà significa dire che nel recente passato c’è stato un governo guidato dal Suo partito, il PD, che ha deciso che il comportamento non dovesse più essere parte integrante del processo formativo dello studente. E che disciplina, serietà e rigore sono cose inutili. Anzi discriminatorie.
Lei, racconta, di essere stato un ribelle da 7 in condotta. Oggi quanti anni ha? Lei è un adulto immagino. Ebbene, se l’avessero bocciata oggi Lei sarebbe un adulto meno omologato e si ribellerebbe alla sottrazione di autorità che ha penalizzato la scuola italiana e gli insegnanti, già penalizzati a fine mese.
IL 26 MAGGIO VOTI LE DESTRE…RINSAVISCA…passo e chiudo
Passo e chiudo
Bellissimo termine adulto omologato.
Queste non sono dimostrazioni, ma neppure alla lontana eh.
Martelli, lei non vede la realtà nè da vicino nè da lontano . Ha la vista appannata su tutto (ad esempio non focalizza la Bulgaria nella Ue), offuscata da un paio di lenti di lenti progressiste frutto della tecnologia di ultima generazione liberista, anti nazionale, eurocratica. Non mi faccia dire altro ma passi da me quando ha tempo. Le restituisco una visione nitida delle cose.
E’ vero, mi hai fatto notare che mi ero sbagliato a considerare la Bulgaria fuori dall’Europa e ti ho ringraziato.
Ora sono io a farti notare che in questo tuo intervento, come del resto in altri (ho capito solo adesso che sei sempre la stessa persona), metti insieme della roba che non ha nessun legame logico e la chiami “dimostrazione” o “ragionamento”. Il tuo discorso su insegnanti che sono genitori non ha senso. Non mi aspetto ringraziamenti (l’invettiva anonima è molto più facile da compiere), ma chissà.
Il problema è sapere quali destre votare. Quelle italiane ripropongono pari pari tutti i peggiori vizi della sinistra, anzi ne sono la simmetrica copia: stataliste, spendaccione, populiste, con poco senso dello stato e con assoluta assenza del rigore e del senso di disciplina nell’amministrare la cosa pubblica, che ci si aspetterebbe dalle destre. E che per giunta hanno vnto criticando una sinistra che ha fissato regole di destra.
Io non ho mai fatto mistero di considerarmi piu’ a destra che a sinistra, a condizione che a destra avrei trovato un partito liberale, che al di là delle posizioni idelogiche improntate al significato dell’essere liberali e laici nel campo dei diritti civili, sia parsimonioso nel ridividere la ricchezza creata e non pretenda di dividere quella che dovranno ancora creare le prossime generazioni. il mio ideale di destra parte da Camillo Benso e termina con la Margherita Taccer.
Vedi nulla di tutto ciò in giro? Io no. Se non avessi alternative (ma ce l’ho) e dovessi votare il Peron de noantri solo perchè si definisce di destra e strizza l’occhio ai fascistelli, me ne starei a casa. Il piccolo Peron, altro che fascio, porterà la destra alla sfascio finale. Se non fosse che il paese lo seguirà nel precipizio, sarei anche curioso di vedere come finisce. Questa elezione a null’altro servirà che a stabilire i nuovi rapporti di forza nell’asse del potere. Ne riparliamo a fine anno, quando si dovrà decidere se seguire la deriva argentina o quella di Silvio nel 2011 ed aprire ad un nuovo governo lacrime e sangue a cui dare la colpa di tutto. Chi vivrà vedrà, e non c’è molto da aspettare.
Infatti la Bonino condivide i tuoi concetti di destra.
Poi, per il resto, quando andavo a scuola io, per i miei genitori, il professore aveva sempre ragione,
Bisogna essere renziani fino al midollo per non dare valore al voto in condotta ai fini della promozione. E, infatti, a sostituirlo con un giudizio irrilevante sul comportamento fu una delle leggi renziani per eccellenza, chiamata paradossalmente Buona Scuola. Bisogna essere intimamente renziani per confondere l’insolenza con la genialità. Essere ribelli è tutt’altra cosa. Grazie all’imperante pedagogia progressista politicamente corretta, la scuola in Italia è diventata una scuola non in grado di esprimere una cultura educativa propria e propriamente formativa, anche in base alla condotta. Laddove per condotta è da intendersi il giudizio sulla capacità dell’allievo di dare una norma a se stesso e non di sottomettersi ma neanche di essere insolente. La scuola di oggi è soltando capace di assorbire la tardo cultura sessantottarda de sinistra. Impartisce agli studenti un bestiario pedagogico che comprende anche l’insegnamento dell’affettività…come se l’affetto fosse una competenza…mi sa che da questo sfacelo del sistema educativo nascono tanti ottimi direttori di InformArezzo. L’attuale non ha da preoccuparsi.
Una mia amica che insegna matematica alle scuole medie mi chiede un consiglio e mi racconta un fatto.
L’esito del compito di matematica di un alunno di seconda è quattro.
L’insegnante lo scrive sul diario affinchè il giovane lo mostrasse ai genitori che dovevano sottoscriverlo per presa visione.
Il giovane il giorno dopo consegna diligentemente il diario alla prof. con la firma della mamma ma il voto si era trasformato in un sei.
La mia amica prof, superato l’iniziale stupore reitera la comunicazione alla famiglia nuovamente indicando il quattro.
Sempre diligentemente e tempestivamente il giorno successivo l’alunno consegna il diario sottoscritto dalla mamma ma con il sei.
La prof. a questo punto chiama la mamma per chiarire le cose.
All’incontro tenutosi presso la quale esordisce subito la mamma dicendo così:” si lo so lui fa così, lo ha fatto sempre anche alle elementari, è un bambino un po’ ribelle ma è tanto bravo…che vuole che sia!”
E la prof amica ha cambiato avvocato non particolarmente convinta della strategia difensiva da me suggerita.
Non ho però capito cosa gli avevi suggerito tu…
Informare il preside e il provveditore, sollecitare un procedimento disciplinare e a giugno bocciarlo.
Si ritorna sempre li. Il buonismo, clemenzialismo, lassismo nuoce sopratutto al ragazzo perché è portato a pensare che può prendere in giro le istituzioni e i prof., perché tanto non gli fanno niente.
E’ portato a pensare che lui sia più furbo degli altri e anzi che si possa impunemente alzare il tiro e fare i bulli addirittura con i professori.
E la colpa maggiore non è dei genitori ma è proprio dei professori che per non rompersi e per evitare giornalate, abbozzano, per pavidità, sottraendosi quindi ad un loro preciso dovere.
Sono d’accordo sui punti 1 e 2 meno sul 3.
Il 3 solo se continuerà a prendere 4 come voto.
Permettimi di lasciarmi andare ai miei ricordi: ho avuto un compagno di scuola che al liceo non prendeva mai e dico mai, meno di 8. Poteva mettere in difficoltà titolati professori senza grossi problemi. Poteva aprire la gazzetta in faccia al professore se lo considerava non all’altezza o fare a pezzi un compito in classe se non concordava col giudizio di correzione . Se poi lo chiamavano interrogato come punizione, cominciavano le risate perchè tutti sapevamo che avrebbe sovrastato l’insegnante.
In pagella solo 8, 9 e 10 (un genio vero).
Aveva un solo 7: a condotta! Ma nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di bocciarlo! E’ morto troppo presto e mi manca moltissimo. Sarebbe stato un direttore di Informarezzo fantastico.
Era pure radicale!
Sai, uno con una testa in quel modo è difficile che migliori il 4 in matematica e giugno si avvicina pericolosamente (per lui).
A quanto ho capito il tuo amico era un grande, ci sono anche i grandi, i fenomeni nella scuola.
Su Informarezzo però vai bene te, perché se la dirigeva lui con “quel caratterino” da 7 in condotta, sarebbe stato sempre a sgridarci o l’avrebbe già chiusa.
io mai avuta un’insufficienza in pagella ma ho sempre avuto 8 in condotta e un primo quadrimestre anche 7.
Ma la vera differenza tra oggi e allora non sta nel grado di ribellione, quanto piuttosto nel comportamento dei genitori: con noi erano sempre pregiudizialmente dalla parte degli insegnanti, mentre quelli di oggi tagliano le gomme, aggrediscono, querelano, e il problema è che i media e, peggio, i giudici, gli danno ragione.
Di fronte alla demolizione del concetto di autorità e all’esaltazione dell’intimidazione pseudo-mafiosa, l’insegnante di oggi si arrende aggiungendo umiliazione ad umiliazione, frustrazione a frustrazione.
I nostri insegnanti costruiscono il futuro del Paese e dovrebbero essere ben pagati, rispettati, e tenuti in palmo di mano da tutta la società. Non è così purtroppo… e i risultati si vedono.
Idem. Se fossi tornato a casa con una nota per aver mancato di rispetto ad un insegnante, non oso pensare a come mi avrebbero asfaltato!
La realtà di anni ed anni di contestazione progressista dell’autorità, in ogni forma, famiglia compresa, e non il diritto latino mi insegna che il caso in questione non è un’eccezione, tantomeno generica e men che meno individuale, di conflitto con chi ha il dovere di esercitare un’autorità. La massima ciceroniana mi insegna semplicemente che la libertà è la regola e la sanzione è l’accezione. Ma bisogna contestualizzare ed ammettere che nella società di Cicerone esisteva un’abbondanza di modelli di autorità mentre nella nostra società, pedissequamente prona al politicamente corretto, abbondiamo di una cultura lassisticamente anti autoritaria che non è educazione. In una società come la nostra un redivivo Cicerone vorrebbe il ritorno dell’autorità, ad iniziare dalla scuola e dalla famiglia. Laddove per ritorno all’autorità è da intendere una scuola ritornata a valori e capisaldi educativi, non a punizioni che infliggono quelle dolorose pene corporali a cui allude l’articolo.
Sì, vabbè, possiamo anche limitarci a sorridere sopra al caso dell’insegnante e orientare sui genitori dello studente la riflessione, sebbene saggia, ispirata a questo caso, come se avesse una portata esclusivamente generica. Generica nel senso che ci porta a dire genericamente che oggi non c’è più un contratto di convivenza neppure nel mondo formativo per eccellenza, la scuola. Chi non si accontenta del generico, si domanda: com’è possibile un contratto di convivenza in una società come la nostra in cui una certa morale e una certa ideologia dominanti invadono tutto disincentivando gli individui di ogni età a rispettare le regole di coesistenza in ogni ambito sociale? Ovvio che poi dobbiamo fare i conti con una società iper permissiva in cui chi incorre in un procedimento penale è chi si prova a rimettere in riga un comportamento sopra le righe, l’autore del quale non rischia, invece, neppure una nota disciplinare sul registro scolastico. In una società come la nostra in cui la pietra di paragone tra legittimo ed illegittimo sono i diritti soggettivi….anche irrazionali …oppure diritti umani strumentalizzati alla bisogna dell’ideologia dominante e gli strumenti sono l’indulgenza e la tolleranza, anche rispetto a violazioni di regole in ambiti più grandi di un’aula scolastica, continuirà a scontarla in termini di conseguenze, ma auguriamoci non in termini di giudizio finale, chi interviene su comportamenti sbagliati.
Exceptio probat regulam in casibus non exceptis. Il concetto fu utilizzato per la prima volta da Cicerone nella difesa di Lucio Cornelio Balbo, quando affermò: “Quod si exceptio facit ne liceat, ubi non sit exceptum, ibi necesse est licere”