Di Paolo Casalini
Tengo a precisare che intendo restare quello che sono sempre stato: un libertario, liberale, liberista, con le sue fissazioni per i diritti civili, ma soprattutto con la parola “libertà” stampata nel cuore.
Ho iniziato fin da liceale ad immaginarmi liberale. In un mondo dove oggi tutti si dichiarano tali, appena 15enne e per quell’epoca decisamente “controcorrente”, mi iscrissi alla gioventu’ del PLI, suscitando una certa perplessità in un democristiano storico come mio padre.
Ma fu tutto sommato un po’ anche “colpa” sua: lui antifascista fin da adolescente e poi membro del CNL, mi ha insegnato che il valore piu’ grande da difendere, resta sempre la libertà. Peccato che il PLI contava come il due di briscola e che in fondo in fondo, a quell’epoca, il PLI non era proprio libertario come avevo sperato. Per questo una 15na di anni dopo, ero già radicale.
Oggi che sono ben oltre il “mezzo del cammin di nostra vita”, mi piace sentirmi fortemente ispirato dalla filosofia economica e sociale di Ernesto Rossi. Questo è il principale motivo per cui ho deciso di non farmi gli affari miei. Sono stanco di sedermi in un angolo con la mia tastiera a scrivere: “ve l’avevo detto”. Ho deciso di prendermi le mie responsabilità, ed essere parte attiva per fare qualcosa di grande e bello per il mio territorio.
Poiché non si aderisce ad un partito politico solo per tradizione di famiglia, ma perché quel partito dovrebbe rappresentare almeno il 51% del proprio pensiero, quelle che sto per illustrare sono la mie idee di società civile, perchè i partiti si possono cambiare, le idee sostanzialmente rimangono… soprattutto se sono giuste!
Lo Stato in cui credo io, è prima di tutto laico, ma pronto a difendere il diritto di ciascuno di credere in ciò che vuole. Questo è l’unico valore “non negoziabile”, che ammetto essere tale.
Lo Stato in cui credo io, è quello in cui gli individui sono liberi di portare avanti una condotta di vita, nel rispetto delle leggi dello stato, ispirata ai principi dell’autonomia, etica e spirituale. Perché l’uomo nasce libero, non democratico, liberale, socialista, radicale, cristiano, musulmano o taoista.
Nello stato in cui credo io, ogni tentativo di imporre un impianto legislativo riconducibile a principi filosofici o religiosi, diversi da quelli dell’autonomia del pensiero di ciascuno, è da considerarsi liberticida. Una democrazia che perde di vista il valore della libertà individuale, alla lunga può produrre solo l’anarchismo sociale oppure il ritorno del dispotismo, del capo carismatico a cui delegare le infiacchite coscienze.
Nello stato in cui credo io, tre cose, e solo quelle, vorrei che fossero offerte degnamente attraverso il denaro dei contribuenti: sicurezza, salute e istruzione.
Nello stato in cui credo io, lo stato è arbitro imparziale e non giocatore sleale in campo. Non piegherò mai la libertà, al bisogno di egualitarismo economico. Voglio uno stato che aiuti gli ultimi senza macellare i primi.
Nello stato in cui credo io, ci devono essere regole semplici, chiare e valide per tutti, applicate e garantite da una giustizia rapida.
Ma poiché mi candido a fare il consigliere regionale e non a fare il leader di un partito di massa, quello che conta è la mia idea di territorio.
Vorrei una regione dove si aiuta prima di tutto chi si impegna per produrre ricchezza e dove si agevola chi rischia in proprio. Per questo vorrei che chi ci amministra sappia pensare in grande, per far diventare grande la nostra regione, ma soprattutto non si arrenda alla cinica idea che tanto le cose non cambieranno mai.
Vorrei una amministrazione leggera, capace di leggere i processi sociali ed economici, poco negoziale, ma attenta ai bisogni che spingono dal basso: degli individui, delle famiglie, delle imprese.
Vorrei una regione che non si accontenta di pochi e basilari servizi sociali ma in cui tutti abbiano la possibilità di essere aiutati in situazioni di disagio, con particolare attenzione ai problemi dei bambini e degli anziani, per raggiungere un livello di “vita familiare sostenibile”, perché da ciò si capisce il grado di civiltà di una comunità.
Vorrei una regione che sappia battersi con dignità nel confronto politico, superando la sua dimensione di gigante politico-burocratico, con poca progettazione e molta gestione, che non abbia neppure paura a confrontarsi con lo schema di potere granducale che decide le sorti della sanità regionale senza ascoltare seriamente né i sindaci, né i professionisti, né gli operatori del settore, né i cittadini, che sono i destinatari finali di questi preziosi servizi.
Vorrei una regione attentissima ai servizi pubblici resi dalle multiutility in regime di monopolio: è il pubblico che deve programmare e controllare; è il pubblico che deve capire come si formano costi e tariffe: perché di lì passa un quota di tassazione implicita, che incide sulla vita di tutti i cittadini. Che conosce la destinazione di ogni centesimo che esce dalle tasche dei cittadini, perchè ciasun singolo centesimo versato, è prezioso per chi lo versa, spesso frutto di rinunce e sacrifici e non può essere sprecato.
Vorrei una regione dove la Politica torna al centro dell’azione amministrativa. La politica “quella alta”, che passa attraverso le scelte che riguardano la sanità e la sua direzione, i trasporti e l’importanza che rivestono i servizi, la formazione, l’istruzione, l’innovazione tecnologica, i diritti esigibili.
Invitando a votare +Europa sarò grato se verrà data la preferenza al sottoscritto ed anche se si consiglieranno altri a farlo…
Ingrandimento delle due colonne della scheda

Io ancora a livello nazionale, stento a capire quali siani le idee di +Europa.
Ogni volta che fanno dichiarazioni o voti, mi sembra che prendano posizioni alquanto discutibili e poco comprensibili.
Per quanto riguarda invece questa testata, ormai sembra solo un avetrina elettorale dove vengono pubblicati solo i contenuti che si vuole….perché nelel altre testate ne vedo molti di più e di molte formazioni politiche rispetto a quelli pubblicati qui.
Gli annunci elettorali sono a pagamento. Considerando che in passato molti prenotavano spazi che non pagavano mai, che nessuno pagherà mai anticipato, non ho mai spinto per fare cassetta pubblicando quelli dei collaboratori e di quelli simpatici. Che il direttore di questa testata sia stato, sia ancora e credo sarà in futuro un radicale non è un segreto. Chi vuole mi legga e chi non vuole legga pure le testate democratiche!
Non parlo degli annunci ma dei comunicati stampa.
Così come appunto mi piacerebbe capire quale è la linea politica di +Europa (che chiamare radicali fa girare molti nella tomba) dato che spesso non capisco le loro scelte di voto in parlamento.
Infatti non ho detto che +Europa è radicale, ma che sono radicale io. E aggiungo che nel panorama politico è quanto di piu’ si avvicina alle mie idee…
Buona fortuna. Considerando che lo sbarramento è al 3%, +Europa farà sicuramente 2,8% 😀
Mi fà piacere questa tua partecipazione politica diretta ed ancor più i principi etici che sono certo rappresenterai.
IO ci sarò con la croce di Sant’Andrea e decise lettere scritte in gotico latino foranche per un SOLO tuo recente impegno sociale quello quando in piena emergenza covid ti sei battuto per fornire alle nostre popolazioni insieme a molte aziende tessili mascherine prodotte nel territorio contro una imponente macchina burocratica statale che tutto faceva per alimentare flussi di soldi verso broker o imprenditori farlocchi che gestivano le forniture cinesi (tanto per citarne uno la signora Pivetti o quel titolare do un agriturismo che tutte le porte avevano spalancate non per produrre ma per far girare soldi dei contribuenti)
In bocca al lupo Paolo, non ti votero’ ma sei una persona perbene.
Contrordine!
Il fatto che tu ti candidi mi spinge a rinnegare me stesso.
Non solo è paradossale e comico che io voti Renzi, ma sopratutto che non voti più scheda bianca, dopo averlo sbandierato.
Io non so cosa combinerai se passi, non so se spingerai per favorire la Toscana che è diventata il Sud d’Italia, ma so che sei una persona onesta e preparata.
Quindi ( non chiedermi di spargere la voce) a Castiglioni qualche voto lo prenderai di certo; il colonnello Casagni ed altri ti voteranno e puoi contare anche su di me che alle regionali TI VOTO!
Contrordine Compagno Nucci!
Al voto, allineato e coperto.
Saluti da Rezzo.
Stefano Spertilli,
mi dispiace questo tuo commento.
Io nel 2013, come te, ho votato 5 stelle; mi piaceva Grillo e la sua forza rivoluzionaria e non me ne pento.
Poi sono andati nei Palazzi e i 5 stelle hanno fatto pena, con i loro motorini stubati e la loro incompetenza.
Sai perfettamente che sono di destra, destra piena, e ho sempre votato Forza Nuova e dintorni.
E se non lo sai te lo dico ora nonostante l’abbia pubblicato più volte.
Io non devo giustificare niente perché faccio e nella fattispecie voto quello che mi pare.
Pensavo che il mio voto a Casalini tu lo capissi per quello che è.
Un riconoscimento ad una persona buona, onesta paziente e colta.
E siccome siamo alle Regionali, che non considero, non alle Nazionali lo voterò molto volentieri il Casalini.
Ciò posto concludo dicendoti che compagno sarai TE!
Saluti da Castiglioni.
Certo che l’aver sempre votato i fascio-nazisti di Forza Nuova e dintorni è una garanzia di capacità di analisi storico-politica. Fortunatamente lo spaziare anche dai 5 stelle al Casalini, che tra l’altro si dichiara contrarissimo a quella che è l’illusione sempre riproposta dal Nucci, l’omo forte che decide tutto lui, attesta una certa duttilità, che alla fine è sempre un pregio.
Io per esempio non ce l’ho, il Casalini non lo voto perché ha lo stesso manifesto elettorale di 4 anni fa quando si presentò candidato al coniglio comunale x il PD, stessa camicia, stessa cravatta, stessa giacca, stesso sfondo; insomma fa di tutto per dimostrarsi la stessa zuppa riscaldata del casale o, meglio, del Casalini. La scorsa volta arrivò immeritatamnete ultimo nelle preferenze, a dimostrazione che quando una persona per bene, di valore, non maneggiona e che cerca di pensare con la propria testa si presenta in certi partiti politici per lo più viene schifato innanzitutto dai “suoi”. Se comunque fa un manifesto nuovo dove appare col piercing, oppure nudo, potrei ripensarci.
Poi non capisco come ci si possa dichiarare liberista e al contempo seguace della filosofia economica e sociale di Ernesto Rossi. A leggere il bellissimo “I padroni del vapore”, dove E.R. dimostra l’inconsistenza del mito delle politiche filo popolari del fascismo e la sua prona subordinazione a tutte le peggiori esigenze dei padroni del sistema finanziario e affaristico nazionale, il liberista è semmai il poro duce, mentre E.R. sembra un socialista radicale. Non sembra che il pericolo ci sia, ma secondo me quel che proprio non ci si può augurare è un’affermazione a livello regionale della compagine renziana, molto attenta a una politica liberista che non è quella ( secondo me nei fatti mai lo è) di liberare le energie economiche diffuse ma di dare innanzitutto riconoscimento alle esigenze delle solite note combriccole.