Alzi la mano chi un mese fa non pensava che Di Donato fosse un allenatore non all’altezza e da sostituire prima possibile per non retrocedere.
Allo stadio, che fosse tribuna o curva, nessuno credeva in lui e nel suo modulo spregiudicato, nessuno credeva nella rosa messa insieme da Ermanno Pieroni (incassando 900000 euro anziché spendendo). Nessuno pensava che la squadra avesse le potenzialità per giocarsela con tutte le avversarie (Monza escluso, naturalmente).
E invece oggi, anche alla faccia dei soloni da tastiera che fino a un mese fa si sprecavano, l’Arezzo è arrivata in zona Play Off e tutto lascia credere che proseguirà il suo cammino verso le parti alte della classifica. Non è ancora dicembre e di tempo ce n’è in abbondanza. Si sa che il campionato di serie C comincia dopo il mercato di gennaio…
L’Arezzo c’è, come dice orgoglioso Di Donato, e i punti dal quarto posto (quello che fece gridare al quasi miracolo lo scorso anno e fu raggiunto all’ultima giornata complici anche i sorprendenti risultati dagli altri campi), è piuttosto vicino. Persino il secondo posto è ancora a tiro, perché chi lo occupa non viaggia a pieno regime.
Sono ormai sei partite che la squadra amaranto gioca bene, e anche se a Pontedera l’incontro è stato perso senza meritare la sconfitta, i frutti si cominciano a vedere.
Forza Arezzo, che anche quest’anno sarà una battaglia totale (come diceva Pavanel) affrontata con un modulo coraggiosissimo (il 4-2-4 che oggi in molti chiamano 4-4-2 per “dimostrare” un cambio di idee da parte del mister che non c’è stato.
Chi prendeva in giro Di Donato e i suoi ragazzi; chi sosteneva che Pieroni aveva anteposto i propri interessi a quelli dell’Arezzo, oggi è servito. Sì, perché sentire Cosmi, Calori e Somma elogiare squadra e allenatore non è cosa da tutti i giorni e perché l’Arezzo ha già dimostrato di potersela giocare con tutti; poi il calcio non è matematica e tutto potrà accadere, ma la sensazione è che la strada sia quella giusta.