Ventaglio di proposte per Regioni e Governo per supportare la ripresa nella fase 2
“Avviata stamani con il sindaco Ghinelli la commissione speciale del Comune per la ripartenza”
L’assessore al turismo e alle attività produttive, Marcello Comanducci, ha firmato il documento di proposte per il supporto e il rilancio delle attività commerciali e artigianali, elaborato insieme a un folto gruppo di assessori dei Comuni capoluogo di ogni parte d’Italia, con il coordinamento del sindaco di Padova e delegato per l’Anci alle attività produttive, Sergio Giordani.
Il documento dell’associazione comuni italiani, predisposto a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19, contiene un analitico elenco di richieste rivolte al Governo e alle Regioni per supportare nell’immediato il mondo delle micro, piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, dell’artigianato, del turismo, dell’agricoltura, della pesca, ma anche di proposte di intervento che i Comuni possono mettere in campo per supportare il rilancio dell’economia locale nella fase di riapertura.
Tra le misure ritenute necessarie ci sono: ristoro completo ai Comuni delle mancate entrate da TOSAP/COSAP, IPT, TARI e dalla tassa di soggiorno, misura suggerita proprio dall’assessore Comanducci; riduzione/azzeramento dell’IMU per i locali commerciali, alberghieri e extra alberghieri di proprietà; contributi diretti per le spese di sanificazione dei locali commerciali; semplificazioni amministrative per velocizzare la riattivazione delle attività nella nuova configurazione consentita dal distanziamento sociale in fase 2; supporto specifico per gli operatori del commercio ambulante; defiscalizzazione, con aliquote IVA differenziate, per gli esercizi commerciali che si trovano in particolari zone a rischio desertificazione.
“L’auspicio mio, oltre che di Anci, è che Regione e Governo sappiano ascoltare le richieste che arrivano dai territori e offrano ai comuni un efficace ventaglio di strumenti per mitigare gli effetti della crisi cui stiamo andando incontro – ha commentato l’assessore Comanducci.
Per quanto riguarda il Comune di Arezzo, sotto la presidenza del sindaco Ghinelli e insieme all’assessore Merelli abbiamo avviato stamani il tavolo di lavoro della commissione speciale che dovrà guidare la ripartenza insieme a tutti i soggetti attivi della nostra città.
Ovviamente facciamo nostre le linee guida del documento di Anci che riguardano la concessione a titolo gratuito del titolo di occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti almeno nella stagione estiva, con contestuale ampliamento delle aree dove è possibile installare dehors, tavolini; lo sviluppo tecnologico di piattaforme digitali georeferenziate per consentire a tutti i cittadini di individuare agilmente le piccole attività commerciali, della ristorazione e di servizio della zona che effettuano consegne a domicilio/da asporto e servizi aggiuntivi; l’implementazione di politiche di marketing territoriale che vedano l’artigianato, il commercio e i loro prodotti come componente del patrimonio culturale del Comune.
La ripresa economica e il rilancio del turismo, come il sindaco Ghinelli ha sottolineato più volte, sono due obiettivi fondamentali: per raggiungerli non potremo fare a meno di impegno e provvedimenti straordinari”.
ANCI – Proposte per il supporto e il rilancio del commercio al dettaglio e dell’artigianato a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19
Senza una strategia organica e accompagnata da risorse e progettualità adeguate il mondo delle micro, piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, dell’artigianato, del turismo, dell’agricoltura, della pesca – già investito da un profondo processo di mutamento generato dalla grande distribuzione prima e dal commercio on line dopo, ma tutt’ora presidio sociale ed economico decisivo in molte realtà locali – rischia semplicemente di scomparire travolto dall’emergenza sanitaria.
Vanno dunque messi in campo interventi che, nel breve periodo, diano alle piccole realtà produttive l’ossigeno per resistere al periodo di chiusura forzata e di ripartenza con le regole di distanziamento sociale e, sul medio e lungo periodo, guardino a queste realtà come svolgenti una funzione pubblica fondamentale, prevedendo azioni e strumenti diversificati in base alla tipologia e alla dimensione comunale.
Concentrandosi per il momento sulle azioni di breve periodo, rispetto alla gestione immediata delle conseguenze generate dal lockdown si richiede di:
– prevedere un ristoro completo ai Comuni delle mancate entrate da TOSAP/COSAP, IPT, TARI e tassa di soggiorno dovute alla chiusura forzata delle attività e, in generale, la messa a disposizione di risorse che possano consentire alle amministrazioni di attivare politiche di sostegno alle attività produttive quali, ad esempio, l’esonero completo dal pagamento delle stesse anche per la fase 2 e il supporto per il pagamento degli affitti;
– consentire la riduzione/azzeramento dell’IMU per i locali commerciali, alberghieri e extralberghieri di proprietà – con possibilità di ristoro per l’Ente con le risorse nazionali di cui sopra – da subordinare, nel caso di locali in affitto, ad una riduzione volontaria dei canoni da parte dei proprietari dei locali
– stabilire rapidamente protocolli di gestione dei flussi per tutte le categorie merceologiche delle attività commerciali e dei servizi professionali (ad es. agenzie di viaggio), che possano consentire di ipotizzarne la riapertura già nel corso del mese di maggio 2020;
– prevedere contributi diretti per le spese di sanificazione dei locali commerciali;
– codificare a livello nazionale misure di contingentamento dell’entrata nei mercati il cui controllo sia sostenibile, in termini di costi e impiego di personale di Polizia Locale, da parte dei Comuni;
– identificare semplificazioni amministrative che possano velocizzare al massimo la riattivazione delle attività nella nuova configurazione consentita dal distanziamento sociale in fase 2, quali ad esempio quelle relative alla modifica del layout dei locali, all’occupazione di suolo pubblico e all’allargamento dei dehors;
– attivare misure di supporto specifiche per gli operatori del commercio ambulante;
– prevedere la defiscalizzazione, con aliquote IVA differenziate, per gli esercizi commerciali che si trovano in particolari zone a rischio desertificazione;
– attivare al più presto, tramite l’emanazione dello specifico decreto di riparto da parte del Ministro dell’Interno, i contributi per la riapertura e l’ampliamento degli esercizi commerciali previsti dall’art. 30-ter del DL 30 aprile 2019, n. 34 (Decreto crescita), ampliando contestualmente la dotazione del fondo per allargare la platea dei beneficiari anche ai Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.
Quali proposte di intervento a gestione diretta dei Comuni, prime ipotesi sono:
– la concessione a titolo gratuito – con ristoro all’Ente locale delle risorse non incassate tramite fondo nazionale specifico come indicato sopra – del titolo di occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti almeno nella stagione estiva, con contestuale ampliamento delle aree dove è possibile installare dehors, tavolini ecc. per garantire le regole di distanziamento sociale
– l’allargamento e sviluppo tecnologico e funzionale di piattaforme digitali georeferenziate (marketplace) per permettere a tutti i cittadini di individuare agilmente le piccole attività commerciali, della ristorazione e di servizio della propria zona che effettuano consegne a domicilio/da asporto e servizi aggiuntivi
– la promozione di forme di aggregazione fra operatori (anche con il supporto pubblico) dei servizi di logistica, approvvigionamento e promozione territoriale
– lavorare a politiche di marketing territoriale che vedano l’artigianato e il commercio e i loro prodotti come componente del patrimonio culturale del Comune
– l’individuazione di meccanismi di finanziamento per la promozione di iniziative di carattere formativo finalizzate alla qualificazione e riqualificazione dei lavoratori e l’attivazione di servizi di affiancamento alle piccole e medie imprese nella ricerca di finanziamenti ed incentivi all’insediamento
In particolare per i piccoli Comuni a maggiore rischio di desertificazione commerciale:
– forme di sostegno diretto con modalità simili a quelle utilizzate per il supporto alle “farmacie rurali”;
– coinvolgimento del terzo settore nella gestione e apertura degli esercizi;
– promozione di progetti di sensibilizzazione e formazione sul target giovanile per garantire e preparare il ricambio generazionale (o la riapertura di esercizi commerciali chiusi);
– supporto alle aziende locali del reparto agro-alimentare per l’apertura di punti vendita, anche legato a progetti di marketing e sviluppo delle tipicità.