Riflessione sulle scelte della destra alle elezioni di Arezzo. Quello che non capisco.

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(Candidato con Ralli)

Potevano indirizzare Ghinelli verso un posto sicuro da consigliere regionale e puntare le carte su alternative aretine in continuità con la politica degli ultimi anni, evitando di esporre la città di Arezzo alla probabile ignominia di avere il sindaco sotto processo. Rischiano un effetto domino sino a colpire ed affondare la propria corazzata, la Potëmkin Salvini, quella che sventola il rosario più che la bandiera italiana: purtroppo il tricolore che essi usano ha una strisciata marrone nel mezzo [ipse dixit], segno dell’uso cui quelli la destinano.
Tutti i maggiorenti sotto scacco giudiziario sono riconducibili a Ghinelli. Da lui nominati a partecipate o suoi assessori o consiglieri che ne peroravano l’intervento quale garante; avvocati sospettati di perizie non neutrali o avvocati della sua parte partitica, consulenti amici: se ne casca uno vengon tutti coinvolti dagli schizzi e il tricolore non basta a pulirsi. Anche per quel capitano che profferì parole molto inappropriate, anzi quasi minacciose verso la magistratura aretina.
Potevano offrire all’ingegnere una baia dove lasciar accadere quello che sarà, senza conseguenze per la nostra città. No, la protervia non si cura degli aretini. E non è una questione di lana caprina, è noto che una eventuale condanna per questi reati porta alla decadenza di un sindaco.
Dicono che vogliono bene ad Arezzo. Il rinvio a giudizio impegnerebbe Ghinelli in tribunale. La città ne risentirebbe comunque, unico pro un possibile claim turistico che leghi la destra ad una ricorrente presenza nelle aule giudiziarie. Mancherebbero solo Buzzi e Carminati come guide turistiche.
Basta questo a non votarlo e scegliere Ralli.

36 COMMENTS

  1. D.C., prima di tutto, un grazie. La ringrazio dell’encomio. Ma è troppo, “duro e puro” è troppo. La mia modestia m’impone di non farmi elogiare. Ma neppure deridere come mi canzona lei. E non alludo alle “frescacce” da lei attribuite a ciò che le ho già replicato. Mi riferisco alla critica prona che lei mi attribuisce su Ghinelli e il suo notabilato di centrodestra.
    Mio caro, il sottoscritto è stato censurato da InformArezzo, a cominciare dal 2016, perchè – mi si disse – “non si può criticare l’amministrazione ogni 3×2”. E, inoltre: questa stessa testata rifiutò di pubblicare un mio articolo in cui davo conto di una votazione avvenuta in Giunta che, almeno in quel caso, smentisce un’ affermazione fatta l’altra sera da Ghinelli in tv. L’affermazione stante la quale tutte le deliberazioni dell’esecutivo sono state approvate all’unanimità da lui insieme ai suoi assessori. Almeno in un caso non è vera: un assessore votò contro il patrocinio del Comune a Rondine città della Pace. InformArezzo censurò l’articolo sulla base della banale circostanza che al voto contrario al patrocinio non fu conseguente una altrettanta espressione negativa in sede di voto all’esecutività immediata della deliberazione di giunta.
    Mio caro D.C., glielo racconto, e glielo racconto non come lei sovrappone il suo castello di motivazioni avverse a Ghinelli, per spiegarle cosa intendo io per notabilato. Per me è sinonimo di camere di compensazione, dove vengono prese davvero le decisioni a nome e per conto di noi tutti, e in cui vengono regolati i rapporti con il potere in carica, laddove per regolazione è da intendersi influenzarli. Ebbene, da noi, queste camere di compensazione sono da anni ed anni sempre le stesse, indipendentemente dal colore dell’amministrazione, ed hanno funzionato anche negli anni del primo mandato di Ghinelli, influenzando dentro il Palazzo l’atteggiamento acquiescente delle opposizioni e, fuori dal Palazzo, la remissività di stampa ed opinione pubblica.
    E, questo andazzo è andato avanti, finchè non è arrivato il Pm.
    Mio caro D.C., torno all’elogio che ha ritenuto di accreditarmi e le dico che da tale come lei mi definisce politicamente, il sottoscritto crede, ha una fede questa sì “cruda e pura”, non in una parte ma nella giurisdizione. Alla luce di questa mia incrollabile fede, io non difendo Breda. Difendo il mio diritto di non votarlo. Io non difendo Ghinelli. Difendo il mio diritto di non votarlo al primo turno e di astenermi al ballottaggio.
    In questi giorni, poi, in cui rieccheggia il caso Cosentino, difendo questo diritto con maggiore forza di prima. Questa sì che è democrazia, ahimè.
    Se, poi, vogliamo scendere in ciò che divide me da Ghinelli e dal suo centrodestra, mi permetta di offrirle qualche motivazione meno becera delle sue per dirle cosa mi motiva a non votarlo.
    Ghinelli è il sindaco della Tolleranza Zero in materia di sicurezza divenuto un perfetto sosia di ciò che neanche più il PD, un amministratore PD, si permette di presentare a livello di ragionamento contro il degrado dipendente dall’immigrazione incontrollata e dal mercato della droga.
    Risale al 1999 l’accesa discussione scoppiata ad Arezzo tra l’allora presidente del Consiglio Comunale Maurizio Bianconi e l’allora prefetto Mario Marcone sulla sicurezza percepita e il grado di sicurezza realmente offerto in città.
    Oggi, 20 anni dopo, abbiamo un sindaco uscente/ ricandidato a sindaco di centrodestra che ha rispolverato la contraddizioni in termini tra percezione e sicurezza.
    Ghinelli è il Morcone di oggi.
    Risale ai tempi andati la definizione sociologica delle aree di degrado. Ebbene, il Ghinelli, da quel sindaco della Tolleranza Zero che si vantava di essere, ha intrapreso la china della sociologia definendo Campo di Marte “una realtà geopolitica complessa”. Studia i fenomeni sociali, non li amministra. Invoca il reparto speciale di Firenze, ma poi dice anche che dopotutto “ad Arezzo si parla di sicurezza sin troppo”.
    A me non interessano “gli asini che volano” in una frase, mi contrappone a Ghinelli l’irrealistica visione che dà del cambiamento intervenuto ad Arezzo nei suoi 5 anni, da cui la città esce con molte zone e quartieri che non si sono gentrificati ma si sono abbruttiti.
    Tuttavia, non voterei Ralli neanche turandomi il naso. La metafora di ciò che sarà Arezzo, in caso di vittoria del sindaco PD, ce l’ha offerta una presa di posizione del giorno dopo il confronto su Teletruria. Il PD è riuscito a far passare Ralli da vittima della prepotenza di Ghinelli in un frangente in cui, semmai, la scorrettezza l’aveva compiuta il candidato a sindaco in pectore del PD. Se vince Ralli, vivremo così.

  2. Signor D.C. la storiella è un’altra. Ad esempio: quelle consulenze della gestione Staderini, che tanto scandalo destano, sono state legittimate dall’approvazione del bilancio Coingas, non contrastato dal voto contrario dei sindaci di centrosinistra i quali (pilatescamente?) si limitarono a non partecipare alla votazione. Sa cos’è? E’ che il tesoretto di 3,5milioni di divendendo non olet. Cucuzzaro o no. Se fossi un elettore di Ghinelli, lo voterei il sindaco uscente con entusiamo, anche dopo essermi riascoltato l’audio del suo sproloquio ai sindaci revisori. Se pressioni fece, le fece per portare il bilancio in assemblea. Mica per elargire centinaia di euro in consulenze. Fatto sta che i Comuni di centrosinistra hanno avuto la loro parte di dividendo, i loro sindaci sono rimasti immacolati. L’unico smerdato è Ghinelli. Bella sta storiella…
    La storiella è anche la storiella del singolo consigliere comunale che sarebbe stato arbitro della designazione del vertice di una partecipata. Ma, forse, lei sa che le cose stanno esattamente così. Ghinelli non ebbe il nominativo da Forza Italia. Glielo sussurrò quel consigliere comunale! Se lei sa che andò così, bè allora, mi arrendo: ne sa quanto Ralli secondo il quale Ghinelli ha già carichi pendenti. Che lapsus il lapsus di Ralli durante il confronto diretto su Teletruria!
    Ma il clou della storiella è lo scandaloso criterio sottostante la nomina in Estra. Dico che è il clou perchè il non certo commendevole criterio del promoveatur ut amoveatur diventa scandaloso con il senno di poi. Oh, dal 2016 all’inizio del glamour giornalistico sull’inchiesta Coingas, ci fosse stato uno…mezzo, toh…che avesse puntato l’indice contro la nomina nella holding privata (che sia pubblica ce lo danno a bere non tanto il Pm quanto i politici, tanto di sinistra tanto di destra; in quanto ai partiti conviene ammantare di pubblico un centro di potere a disposizione dei politici, prima esclusivamente di sinistra e da un centro punto in poi anche di destra) del metano e della luce.
    Sa cosa a me insegna la storia delle inchieste Coingas ed Estra? Insegna che se in Italia c’è un invadente potere giudiziario che non si limita più a giudicare le azioni penalmente rilevanti della politica ma giudica la politica stessa, ad Arezzo ci siamo portati avanti. La tesi del Pm, tanto più se corroborata da parole dette in libertà dagli indagati, si sostituisce alla nostra percezione stessa delle cose. Per cui, ciò che non era scandalo, diventa scandalo…le pressioni sguaiate esercitate pur di far arrivare un bilancio in sede di assemblea per la ratifica, diventa l’elargizione di consulenze…Le difficoltà economiche di un consigliere comunale fanno di lui la pietra miliare della corruzione. Se poi è un amministratore contiguo a CasaPound, peggio mi sento.
    A me personalmente, non serviva questo popò di coscienza a posteriori per non votare Ghinelli e per criticare il suo operato.
    Io non lo voto e mi asterrò perchè Ghinelli è per la destra di Arezzo ciò che altri leader sono stati per la sinistra in Italia: questi ultimi hanno trasformato la sinistra nella rappresentanza degli interessi di un grumo di elite; allo stesso modo Ghinelli rappresenta la destra come notabilato.

    • Si, insomma Ghinelli non lo vota perche’ per un fascista duro e puro come lei(cosi’ ricordo che a volte si e’ proclamato) e’ notabilato, ma poi il notabilato lo difende a spada tratta, e’ tutto un correre a vittorianamente coprire le scandalose gambe nude dei tavoli e a arrampicare specchi alti come le Dolomiti.
      Io non le rispondero’ nel dettaglio a tutte le frescacce( mi perdoni) che scrive, confido che chi la legge si renda conto delle sue paradossali mistificazioni. Ma quella che proprio e’ una perla e’ sul Breda che x le sue difficolta’ economiche diventa l emblema della corruzione. Va bene che e’ un camerata, ma perche’ vuole restituire dignita’ a una storia che sembra un film con Alberto Sordi? Anzi, evoca il mitico “M’ han rimasto solo!” de ” i soliti ignoti” 2. Non si rende conto che lei ci ha riproposto pari pari tutti gli asini volanti che con incredibile arroganza ci ha propinato il notabile? Il credere obbedire combattere con nessuno che arriva nudo alla meta? ( semmai al metano).
      Ma tra tanta fuffa non ha certo tutti i torti nel criticare la pochezza della sinistra.
      Pero’ vede, per quanto mi riguarda Manghinello non lo sopporto x cento altre cose. Dagli incredibili necrologi al Gelli, alle cause del Comune ,farlocche più di una consulenza, contro la Boschi. Dai balconi esclusivi al Saracino alla chiusura dei distributori automatici di sigarette a Pasqua e dintorni, alla cattura farlocca del gelataio ambulante che avrebbe spacciato gelati in pieno lockdown. Dai becchintaim ai mercatini tirolesi con una politica turistica fatta per il terzo mondo del turismo di massa e per la Confcommercio. E poi l inceneritore sempre più grande e il riciclo sempre a percentuali scandalosamente basse spacciate x trionfi. E poi la magnifica operazione sede della PM. L elenco potrebbe continuare ma mi viene la nausea. Il Ralli gioca solo di rimessa e c ha un grande progetto fatto di supercazzole. Secondo me perdera’. Io solo per disperazione questa volta gli daro’ il voto, come non ho fatto col Bracciali, perche’ peggio di Manghinello non si puo’ neanche a metterci tutto l impegno.

  3. Siamo tutti Palamara, a partire dal Ruzzi.

    Non credo che, per contestare chi usa la bandiera per pulirsi il culo, si debbano usare garantismo e costituzione per farne medesimo uso. Ma tant’è: quella che un tempo era la cultura
    gramsciana, poi gdd, poi anche grillina, ora fa strage di cuori anche nei moderati di sinistra, per di più ex destri. Buona trepidante attesa della condanna, anche se, nel frattempo, sembra che gli aretini, e gli italiani, non credano più alla storiella.

    • La storiella quale sarebbe? quella dei politici, dei partiti e di tutte le cricche annesse che si sono mangiate l’Italia? Ma lei, scusi, anche se tutti venissero assolti, pensa che 400.000€ e più di consulenze siano state un’operazione nell’interesse nostro o del solito cucuzzaro? Perché sono stati i protagonisti della vicenda i primi a metterci la pulce nell’orecchio, mica qualche malpensante.
      Pensa sia una venialità che se un collegio dei revisori, pur di nomina politica, non ne vuole sapere di avallare l’ operazione, debba essere intimato dal sindaco di credere agli asini che volano? Pensa che la mobilitazione di tutti gli amministratori e politici del centrodestra intorno al povero Breda, noto paladino degli ultimi del popolo(lui in primis però), che frigna perché un amministratore che ha indicato lui per la nomina gli avrebbe più o meno promesso di procurargli 300.000€ di prestito sia una cosa da risolvere “dignitosamente”, come si è risolta, con la sua ricandidatura e rielezione addirittura nella lista personale del sindaco, ovviamente con tutti i voti casapoundini? Pensa che il criterio base per nominare il presidente di ESTRA debba essere quello di togliere dalle palle del sindaco un alleato che considera infido? Queste sono le cose che si leggono nelle registrazioni che faceva uno di loro. Se poi, come non è improbabile, tutti o quasi salvassero la ghirba dalle grinfie giudiziarie, che farà lei, si feliciterà della specchiatezza degli amministratori che vota?

  4. Casalini, Lei si prodiga ma dice uno sfondone dopo l’altro. Quando mai “I ruoli non richiedono alcuna abilitazione e sono perfettamente interscambiabili”?. Sappia che il passaggio da una funzione all’altra presuppone un giudizio di idoneità allo svolgimento della diversa funzione. Lo formula il Consiglio Superiore della Magistratura (DC, lei argomenta in maniera puerile nel dare ragione al Casalini. Il Csm, nel sistema vigente, è lo stesso per tutti, pertanto Claudiani può benissimo essere stato Gip/Gup nel distretto di provenienza e andare a fare il Pm in un nuovo distretto, ma non per questo si può dire che i ruoli sono perfettamente intercambiabili) Al magistrato, inoltre, occorre un corso di qualificazione professionale. Prenda nota. Ma soprattutto prenda nota di un’altra cosa. E mi fa specie che un sedicente radicale liberale libertario come lei, non la sappia. Coloro che criticano il sistema vigente, sostengono la necessità della separazione delle carriere non per separare le funzioni, già esistente nel nostro ordinamento (si informi) ma affinchè le funzioni requirente e inquirente siano amministrate da due distinti Csm e sia impossibile il passaggio dall’una all’altra.
    Non mi soffermo sul garantismo di InformArezzo, altrimenti il Casalini si inventa altri miei “amici” che avrebbero aggredito sostenitori della sua parte politica. Però, faccio notare che un direttore che sia responsabile non pubblica o altrimenti accompagna la pubblicazione con una propria precisazione garantista, un articolo in cui si sostiene che in caso di elezione di Ghinelli, il suo rinvio a giudizio getterà nell’ignominia tutta la città. Siete ad un passo dal chiedere che vengano prese le generalità a coloro che lo voteranno!

      • Le cazzate sono le mie, Casalini? Le spari anche senza scriverle e biasimi me? Specificatamente: sei un ignorante che pretende di dare lezione, senza conoscere neanche la differenza che passa tra funzioni e carriera. Comprendo meglio però come puoi permetterti di pubblicare integralmente un avviso di garanzia ad indagini non concluse. Esclusivamente il tuo garantismo se lo può permettere.

      • Francamente, signor Martelli, sono serenissimo e non mi pare di essermi espresso in stato di agitazione nei confronti degli interlocutori. Piuttosto, Le domando: ma lei ci riesce mai a scrivere un commento appropriato? Specificatamente: Le riesce di contestarmi qualcosa che non sia un’insinuazione sul mio stato d’animo? Io credo di no.

  5. Mio caro candidato di Ralli, il sottoscritto non ha alcuna simpatia per Ghinelli nè per il notabilato di centrodestra della nostra città. Tuttavia, ad essermi incomprensibile è il suo paradigma forcaiolo stante cui se il Ghinelli fosse rieletto sindaco e successivamente rinviato a giudizio per le note vicende, la città tutta sarebbe messa sul banco della vergogna. Ignominia, dice lei, e manca poco che non scriva correità.
    Ad essermi incomprensibile di più è il Ralli in persona, del quale lei ripete il principale argomento giudiziario usato in campagna elettorale contro il Ghinelli, mentre si è ben guardato dal dire una mezza parola sulla questione morale. Questione morale consistente non, specificatamente, nei reati ipotizzati sul conto del sindaco/ricandidato a sindaco e altri notabili, bensì sull’occupazione dei partiti (o, sarebbe meglio dire, da capataz tanto della sinistra quanto della destra) di società ed aziende partecipate (direttamente e/o indirettamente) dalle istituzioni.
    E lo sa lei perchè il suo beniamino non ha mai detto una parola? Perchè se eletto, lui e la sua maggioranza occuperanno allo stesso ed identico modo.
    Francamente, a me personalmente non serve un Pm nè lo spettro dei rinvii a giudizio che graverebbero sulla seconda consiliatura di centrodestra con sindaco Ghinelli per negare il mio sostegno al diretto avversario di Ralli. Mi basta avere visto cos’è stata la consiliatura testè terminata. Una consiliatura in cui il centrodestra ha primeggiato in lavori pubblici (il titolare della delega dei quali sarebbe stato il miglior assessore) e turismo, a detta di Ralli. Tanto mi basta per non votare neppure il suo sindaco in pectore.

    • come dico a nucci, preferisco la mia città sia sotto i riflettori per altro che le registrazioni di questi soggetti. circa l’occupazione futura lei fa un processo alle intenzioni. futuro, non passato. sull’atteggiamento delle maggioranze di sinistra mi sono espresso in passato, ho speranze diverse per un futuro con ralli.

      • Parla di processo alle intenzioni lei che equipara l’avviso di garanzia ad una sentenza di condanna? Ma dai, non scherziamo. Se il PD e con esso il Ralli non avessero le stesse intenzioni, che da sempre connotano la gestione del potere, locale e non, tipica della sinistra, avrebbero colto l’occasione di prendere impegni precisi sulla discontinuità rispetto ad un passato che assimila centrosinistra e centrodestra. E, invece? Le ricordo che in tempi non sospetti l’unica voce critica levatasi in consiglio comunale sulle nomine nelle partecipate, direttamente partecipata e indirettamente, fu del cinquestelle adesso passato a Donati. Voce rimasta isolata negli altri banchi delle opposizioni. Lei avrà anche le sue speranze, le auspico che non vengano deluse, come già lo sono dalle premesse in sede elettorale.

        • In realtà anche l’altro consigliere 5 stelle aveva presentato una interrogazione chiedendo lumi sulla nomina di Macrì chiedendo se rientrava nei casi di incompatibilità.

    • Ha ragione, infatti l’invito fatto dal candidato Menchetti a tutti gli altri di firmare un simbolico accordo sulle nomine delle partecipate (che non fossero partitiche ma solo x curriculum e giudicati da commissioni esterne) è caduto nel vuoto….

      P. S. dato che il suo nome è errata corrige, vorrei far notare che si scrive né e non nè.

  6. Il rinvio a giudizio di Ghinelli non sarà un’ignominia per Arezzo, non è niente.
    Dobbiamo essere sempre garantisti.
    L’ignominia è invece quel vergognoso utilizzo del tricolore da parte dei leghisti.
    La sinistra non l’ha mai fatto perché in pratica, la bandiera la ignora.

    • ho, nei miei pezzi, sempre ricordato la presunzione di innocenza. tuttavia se pm individuano aspetti degni di processo certo i comportamenti non sono stati privi di pecche..e io preferisco che il mio sindaco non sia neanche sospettabile di questi

      • Guardi che lei difetta in garantismo e parecchio. Non è il Pm che stabilisce il rinvio a giudizio. Un garantista dovrebbe dire che è compito della giurisdizione chiarire se la pecca c’è o non c’è. Ciò che dice un’unica componente della giurisdizione non è in quanto tale una pecca. Ma de che ragiona? Lei tradisce un senso della giustizia condizionato dall’appartenenza politica di chi è avvisato di garanzia.

        • solo su informarezzo si può trovare Un che spiega ogni passaggio della giustizia con dovizia di particolari! gratis e anonimo, cosa voler di più. Paolo certo non si farà sfuggire l’occasione della Sua disponibilità a rilevarmi. Che io difetto in molto e questo è sicuro. Che sia quanto Lei esprime? Ai posteri.. ps: mi stupisce solo che non abbia sottolineato le mie mancanze (e deriva forcaiola) nei pezzi precedenti; pare impossibile non ce ne fosse bisogno

          • Ruzzi non la prenda così. Non ho l’ambizione di sostituirmi a lei in questa come in altre testate in cui lei scrive. Ora poi che lei è più univerbato nella mentalità tipicamente da nomenclatura PD della forma univerbata che preferisce quando invece di ” con la” scrive “colla”, mi sarebbe impossibile sostituirmi alla sua ortodossia acritica.

          • La sottile differenza sta nel fatto che sono magistrati giudicanti e non inquirenti. Se un giorno approvassero la separazione delle carriere sarebbero ruoli separati

          • La stessa persona può ricoprire i tre diversi ruoli nella propria carriera e tornare indietro a uno dei precedenti?

          • In teoria si, in pratica credo però che non sia mai successo. I ruoli non richiedono alcuna abilitazione e sono perfettamente interscambiabili. La separazione delle carriere a questo puntava. D’altra parte anche quando ti rivolgi al Sostituto Procuratore che ti sta interrogando, lo chiami sig. Giudice. I mafiosi non sbagliano mai… Quando si parla di Falcone e Borsellino (magistrati inquirenti) si usa il termine “giudice”.

            Non faccio parte del partito dei PM, che a volte paiono piu’ interessati alla prima pagina dei giornali che alla ricerca della verità. Mi fanno schifo i teoremi spesso indimostrabili, che queste persone si creano attraverso proprie personalissime opinioni, piuttosto che attraverso la ricerca delle prove. Attendo sempre la sentenza prima di sparare un giudizio, e le sentenze prima o poi arrivano sempre, anche se con anni di ritardo. Ed anche le sentenze a volte toppano, ma la verità processuale è quanto di meglio l’imperfetta umanità riesce a produrre.
            Nel caso specifico, esiste un livello politico, che prescinde da quello giudiziario, che vive di vita propria. Gli asini che volano non è reato, ma politicamente è un macigno lo stesso…

          • Succede…succede…x esempio se non sbaglio il dott.Claudiani, recentemente trasferitosi da Arezzo a Perugia ha esercitato qui sia la funzione di PM che di GIP /GUP…e a mio avviso sempre con competenza ed equilibrio. Il discorso e’ complesso e non e’ certo il problema principe della giustizia, ordinariamente un PM resta a fare il PM e un giudice il giudice. Ci sono anche i trasferimenti dal civile al penale e viceversa, e la differenza di ruolo e’ quindi ancora piu’ dirompente perche’ ovviamente la materia penale e civile sono diverse.
            Al PM x la verità ‘ penso che nessuno gli si rivolga chiamandolo giudice.
            Falcone e’ a ragione chiamato giudice perche’ e’ stato tantissimi anni, i piu’ ruggenti, giudice istruttore, che era un ruolo previsto dal vecchio codice di procedura, un ruolo che era un po’ misto, inquirente e con funzioni odierne del GIP.
            Casalini su Ghinelli e i suoi centra esattamente il problema, cosa che non fa Ralli e anche Ruzzi insistendo sui rischi di una condanna con conseguente commissariamento.
            Chiunque ha un po’ di discernimento ha potuto rendersi conto dalle intercettazioni quale sia la sostanza di questi personaggi, cosi’ come dell’ arroganza nel pretendere che tutto l accaduto sia normale o roba di poco conto. Non occorre la condanna penale, che e’ sempre difficilissima in questi casi, per capire con chi abbiamo a che fare. Non e’ che perche’ il mitico Scajola e’ sempre stato assolto bisogna ritenere ineccepibile che acquistasse appartamento vista Colosseo coi soldi pagati ” a sua insaputa”.
            Il garantismo c entra poco, nel senso che i giudizi penali si fanno con le garanzie x gli imputati, i giudizi politici sono un’ altra cosa.
            Quando ci fu la tangentopoli lucheriniana la gente fu invitata anche a protestare in piazza e lo fece in buon numero. Questi dormono da ritti e in consiglio comunale il sindaco ha quasi messo sotto accusa loro perche’ avevano qualcosina da eccepire. Lo dico specificando che poi la gestione precedente per esempio delle partecipate da parte del centrosinistra e’ stata altrettanto malaffaristico, vedi acqua e appalto SEI.

          • a me pare di aver parlato di problema politico, etico-morale, anche professionale dinanzi agli estratti delle registrazioni. e pure di aver ricordato come valesse presunzione innocenza. basta guardare indietro. e io mi firmo, mica faccio come chi nasconde dietro nick. che ora risulta del felice cini,

          • Non ne dubito, ma l’articolo sopra è incentrato sull’aspetto secondo me più debole, perché non si può certo far dipendere la legittimità a presentarsi per la carica di Sindaco dalle future decisioni della magistratura. Ho sentito i faccia a faccia del Ralli con Manghinello alla radio… mi sembra poco incisivo, e anche poco canino e molare. E dagliela qualche botta da orbi se vuoi essere l’alternativa….troppo soft…dovrebbe cominciare a dirgli per esempio che dopo quella storiella esemplare ha ricandidato il Breda addirittura in Ora Ghinelli…cioè ha rivendicato tutta l’operazione come legittima. Questo sindaco con tutto il casino che hanno combinato ha preso il 47%, cio’ la dice lunga su come l’opposizione è riuscita a far percepire le cose alla città. Ralli non sgarra dal compitino…addirittura gli rinfaccia che non l’hanno seguito i due migliori assessori, ma migliori de che? Come se non ci fosse da ridire per chi ha una visione diversa della città…bah..

          • Dottor Casalini, legga questa domanda e non si incensi come vittima di errori giudiziari. Lei, dall’alto del suo eccesso di massimalismo, ha il vizio di mettersi sempre qualche medaglia. Legga: il suo fedele lettore rtq Le domanda se gup e gip sono magistrati. Segno evidente che uno dei suoi più amati lettori ha imparato da Lei che dopotutto le carriere non sono separate e quindi in italia un magistrato come un pm è come un giudice requirente. Purtroppo, caro Casalini, Lei e il suo giornale troppo spesso confondete le idee. E quando si tratta di avversari politici lo fate volutamente. Poi la gente ci crede.

          • Mah, io qui dentro non ho mai letto di giurisprudenza, non appassionandomi il tema, non conosco casalini, quale sia la sua preparazione né la sua professione, pertanto che le cose io le conosca giuste o sbagliate non dipende da lui, sarebbe stato più utile mi avessi spiegato tu, quindi chiedo: un pm può fare il gip?o il gup? E poi può tornare a fare il pm? servono abilitazioni differenti?

          • Scusi sor Casalini, lo dice a me? Lo insegni al suo collaboratore. Semmai impari Lei la differenza tra la G dell’acronimo Gup e la P di PM. Quest’ultimo è un magistrato. Non un giudice. Vada oltre la nozione e compia un passo verso il garantismo uguale per tutti (prescindendo dalla parte politica dell’indagato) come la Legge deve essere uguale per tutti. La richiesta del Pubblico ministero è una valutazione. Sua valutazione. Sposata nei vostri articoli come se fosse una sentenza definitiva.

          • Caro Felice non ho bisogno di lezioni di garantismo da nessuno, nè tantomeno ho mai sposato le posizioni di un PM (proprio io che so stato rinviato a giudizio dal GUP senza la richiesta del PM). Ho solo specificato i termini delle parti in causa

          • Caro Felice non ho bisogno di lezioni di garantismo da nessuno, nè tantomeno ho mai sposato le posizioni di un PM (proprio io che so stato rinviato a giudizio dal GUP senza la richiesta del PM). Ho solo specificato i termini delle parti in causa

      • Piuttosto che scegliere ralli o la sinistra preferisco l’invasione da parte francese. Da sempre la sinistra ad Arezzo ha fatto solo danni, quest’ultimo sindaco ha fatto splendere Arezzo e ridato vita e lustro ad una città morente… Ma sì sa quando le cose vengono fatte bene da qualcuno gli avversari devono sempre dare contro. Schifo.

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