Riccardo Fabbro, figlio primogenito di Enrico, ex allenatore di Mouloudia (con cui ha vinto la Coppa d’Algeria) e Jsk, ha iniziato intraprendendo la carriera di agente alla ricerca di talenti nel Paese nordafricano.
Del ragazzo, primogenito del timoniere laziale, fu pubblicata una lunga intervista nella primavera del 2018, dal diffusissimo quotidiano sportivo locale ‘Competition’: “Mi piacerebbe portare calciatori algerini in Europa: Meziane e Benkhemassa sono tra questi” spiegò Fabbro junior.
Dopo l’esperienza africana lo troviamo direttore generale del Trapani nell’anno della sua promozione in B.
Dopo una rocambolesca iscrizione e dopo 105 bonifici portati in gran fretta nella sede della Lega, l’esperienza siciliana è finita, poco piu’ di una settimana fa, con l’arresto del legale rappresentate Maurizio De Simone. L’imprenditore deve rispondere di reati societari, finanziari e tributari. E’ di ieri l’appello del sindaco agli imprenditori trapanesi perché salvino la società retrocessa di nuovo in C.
Dal 2019, lo troviamo a fianco di Raffaello Follieri, imprenditore leccese, che lo presenta ai media come nuovo direttore sportivo in pectore, in tutti i suoi tentativi di scalata: Palermo, Foggia ed infine molto recentemente a Catania.
Follieri è imprenditore d’assalto, figlio di un commerciante di petroli, gas e affini, che si era fatto largo nella vita politica americana, millantando contatti importanti in vaticano. Alla fine i suoi contatti a poco gli sono valsi, visto che è stato riconosciuto colpevole di aver truffato alcuni milioni di dollari. Si è riconosciuto colpevole di 14 capi di imputazione e ha patteggiato una condanna a quattro anni e mezzo. Perché Follieri ha mentito su tutto, ma proprio tutto: ha inventato la laurea, il curriculum, le relazioni, le proprietà, le coperture. Ha usato trucchi da Totò per farsi accettare dai candidati alla Casa Bianca, pagando figuranti con abiti cardinalizi, vergando finte lettere di papa Wojtyla, inscenando surreali visite ufficiali nei giardini di San Pietro. In tre anni ha bruciato 4 milioni di dollari di soldi altrui, spassandosela come pochi: a Parigi scendeva al Ritz, a Roma sceglieva tra Excelsior e de Russie, a New York colazione da Cipriani e cena al Nobu. Rischiava oltre 250 anni di galera se non avesse fatto mea culpa: «Ha agito per avidità», aveva scritto il pubblico ministero in un memorandum al giudice federale John Koeltl chiedendo una pena compresa tra i quattro e i cinque anni.
Dopo aver scontato la sua pena, 4 anni e mezzo di carcere nel penitenziario federale di Loretto in Pennsylvania e 3,6 milioni di dollari di risarcimenti alle vittime della truffa, il giovane faccendiere è tornato in Italia al timone del Gruppo Follieri, società fondata dal padre Pasquale con presunti soci americani e arabi, che si occupa di estrazione, trasporto e commercializzazione di petrolio e gas attraverso le aziende South Oil e Blue Lion Maritime Transport.
Negli ultimi tempi l’imprenditore pugliese, che presenta sempre a capo del suo staff tecnico Riccardo Fabbro, ha cercato di investire anche nel calcio, tramite la Follieri Capital Limited, provando ad acquistare prima il Palermo calcio da Maurizio Zamparini e poi la squadra della sua città, il Foggia, per il quale aveva messo sul piatto circa 15 milioni di euro. Ma nessuna delle due trattative alla fine è andata in porto, con Zamparini che accusò il faccendiere di aver prodotto documenti falsi durante la trattativa e Follieri che minacciò di adire le vie legali per difendersi da quelle che definì calunnie.
Tra la fine del 2019 e l’aprile del 2020, Raffaello Follieri ha provato ad acquisire il Catania. Secondo quanto riporta il collega Andrea Losapio per tuttomercatoweb.com, “l’imprenditore si rende disponibile ad accollarsi l’intero debito del club etneo stimabile in 27 milioni di euro più una buonuscita per l’attuale proprietà che è ancora da concordare. Sarà poi valutabile una estensione della collaborazione con la dirigenza in essere, ma Follieri vuole essere il proprietario al 100%, puntando su un suo staff personale (come Riccardo Fabbro, già legato alla mancata acquisizione estiva del Trapani) e sul progetto stadio, senza necessità di coinvolgere nessun altro soggetto a livello finanziario”.
Accanto a lui come direttore generale troviamo sempre Riccardo Fabbro, che infine è sbarcato “nel paese” di Arezzo.
Sticazzi ………. quindi?????
Ma a parte la figura di Fabbro, consulente in passato di alcuni imprenditori che non hanno preso determinati club o avuto problemi, non ho capito il senso dell’articolo. Cioè citare e scandagliare imprenditori che non hanno a che fare con l’Arezzo cosa dimostrerebbe? Forse qualcuno è dispiaciuto della partenza di una persona che a sua volta, se si voleva scavare nel passato, ha lasciato il segno in altre piazze e non solo nelle piazze…
almeno quello che è partito di calcio capiva come pochi in Italia e tramite lui e le sue innumerevoli conoscenze arrivavano il top dei giovani delle primavere di serie A, quello che è arrivato di calcio capisce zero.
vediamo ma ho la netta sensazione che da questo cambio abbiamo solo da rimetterci (e non poco).
Quello che è partito è pianto dalle vedove…52 giocatori scambiati in duesessioni di mercato. 40 giocatori in rosa alcuni mai capito perchè fossero qua…plusvalenze di 600 o 900 nell’estate del 2018 qulla dopo la battaglia totale dove l’arezzo si limitò a svincolare e ad acquistare…io mi tengo i miei interrogativi. Poi come sempre il campo darà un verdetto di sicuro preferisco gente il cui nome possibilmente non richiama ombre