Giani, candidato di centrosinistra alla Regione Toscana, sponsor di Luciano Ralli alla competizione per il Comune di Arezzo, dichiara il giorno della maxi apertura fiorentina della sua campagna “Sanità tutta pubblica’. Si da’ il caso che lo sponsor locale, quello che ci mette un po’ tutto, che si è impegnato senza remore per Ralli, sia il sistema aretino della sanità privata, che gli ha fra l’altro fornito una lista piena di medici legati a lei. Le note capacità imprenditoriali dell’anima della struttura, le sue idee e forse e legittimamente anche il portafoglio, il suo spirito di avventura sapiente, la sua abilità organizzativa, sono il cuore del vascello Ralli. Non vorremmo essere nei suoi panni, lui, così misurato, educato, corretto, nel mezzo a due sponsor: uno che tifa Juve e l’altro Toro. Giusto domandarsi che fine farà e soprattutto che fine faranno gli aretini in mezzo a uno scontro simile. Com’è prassi saremo il solito vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro. Niente di buono all’orizzonte. Per nessuno. Il centrodestra, poi, ex civico, ha per sponsor Salvini, che si è fiondato a sostenere il suo candidato Ghinelli, rimasto alla ricerca del raddoppio di carica, deluso dalla chimera regionale. Fra selfie e cene, conferenze stampa e meeting in piazza, tutto un po’ in scala ridotta o per il covid, o per il caldo o perché’ gli aretini son meno disposti agli osanna, si è trovato impigliato nelle frasi davvero dannose del suo leader di coalizione contro la magistratura aretina che, solitamente non protagonista mediatica, si è vista costretta ad una puntigliosa, quanto dignitosa, precisazione. Il sindaco in raddoppio, muto colpevolmente sul punto il di’ delle dichiarazioni , anzi ripreso sorridente al tavolo d’onore e a fianco del Capitano, si è trovato costretto a prendere le distanze da Salvini dopo ben 2 giorni ( tempo infinito in questi frangenti) trovandosi così scoperto su due fronti :quello leghista , solito non perdonare gli sgarbi al Capo e quello con la magistratura e l’Arezzo che conta ,refrattari a incidenti di questo tipo, comunque negativi e screditanti per tutti, Ghinelli compreso. Come se non bastasse la Lega non solo ha proposto candidature regionali, ma capolista comunale a chi amico dell’attuale sindaco non è, a quel vicesindaco da lui definito ‘incapace’ e dal quale si è sentito definire “bipolare” coram populo. Se uno dei due, Ralli o Ghinelli, dovesse prevalere, ce ne sarebbe abbastanza per predire un pessimo futuro a tutti noi, fra liti schermaglie, prese di distanza interne e fra Arezzo e Roma e Firenze nelle rispettive coalizioni. Tutto potrebbe finire in rissa, a spese di una città che di tutto ha bisogno meno che di scontri, perdite di tempo, penose polemiche. I presupposti per le cose finiscano in questo modo ci sono tutti tanto che la fiducia degli elettori, anche i più granitici, dovrebbe venir meno di qua e di là. Il Donati a questo punto si trova in una posizione privilegiata: non ha padroni romani o fiorentini, non ha sponsor impegnati in diatribe, non ha serpi in seno e ha un’assoluta libertà d’azione nelle politiche cittadine. Già’ ma quali? Ecco intanto potrebbe riempire un vuoto e spiegare a chiare lettere il suo progetto per la sanità concreto e fattibile, tema dove le debolezze di Ralli causate da Giani e dall’essere fra Scilla e Cariddi e le capacità di litigio e di non collaborazione di Ghinelli (un po’troppo refrattario al tema sanità) lascerebbero gli aretini con una mano davanti e una di dietro.
Maurizio Bianconi
Venendo al sodo, se vince Ghinelli o Ralli cosa cambia?
Uno dei due ha la capacità di fare qualcosa di importante per questa Città?
Vale la pena appassionarsi a questa sfida?
Pora Arezzo che pena mi fai.