Seconda sconfitta consecutiva fuori casa per l’Arezzo che perde il derby di San Giovanni. Un rigore dubbio ad inizio ripresa, condanna alla sconfitta gli amaranto che escono dal campo a testa bassa.
La squadra è apparsa nervosa e incapace di reagire al gol dei padroni di casa.
Le riprove sono state molte, troppe per non porsi una domanda semplice quanto fondamentale. L’Arezzo, inteso come società di calcio, c’è o ci fa?
Uscire sconfitti (1-0) dal campo di Sangiovanni Valdarno è grave, ancor di più se si pensa che la Sangiovannese non aveva ancora vinto una sola partita e che gli amaranto vorrebbero (o almeno sostengono di volere) dominare il campionato di serie D girone E per tornare al più presto tra i professionisti.
Allo stesso modo lo scorso anno i nostri eroi miravano a chiudere nella parte sinistra della classifica in serie C, ma di sinistro c’è stato solo un campionato disastroso chiuso all’ultimo posto tirando anche il freno nelle ultime due partite, incontri che avrebbero potuto permettere di andare agli spareggi salvezza.
Apparentemente, considerati i singoli calciatori, la squadra aveva i numeri tecnici per raggiungere il risultato voluto (si presume).
Quest’anno non ci sono dubbi, la società ha detto a chiare lettere di voler vincere il campionato senza se e senza ma, e la squadra appare composta da singoli di valore, almeno per la categoria.
Sta però succedendo che l’Arezzo ha incontrato fino a oggi una sola pretendente al successo finale e ha fornito una prova disastrosa su tutta la linea. Dopo essersi cosparsa la testa di cenere (e trascorse due settimane) la cosa si è ripetuta, ma stavolta con l’ultima del mazzo o giù di lì…
In entrambe le occasioni la squadra è apparsa poco grintosa e dinamica per un campionato che senza quelle due caratteristiche non vinci nemmeno se presenti calciatori da serie A.
Nelle due partite, ma non soltanto, l’allenatore (Mariotti) ha dimostrato di avere limiti evidenti. E’ infatti bastato che gli avversari limitassero l’azione dell’unico vero calciatore dell’Arezzo da categoria superiore (il capitano Strambelli) per azzerare la qualità e le capacità dell’undici amaranto.
La situazione è preoccupante per il calcio ad Arezzo, più che per questo campionato. Se non fosse incredibile verrebbe da pensare che questi romani (i proprietari) possano essere l’emanazione dell’ex presidente Ferretti, che quando se n’è andato l’ha giurata alla piazza e poi ha cercato (almeno così si dice in città) di far fallire la società servendosi di prestanome improbabili. Per fortuna allora arrivarono un paio di appassionati veri di calcio (con l’appoggio di una città) a salvare la baracca, ma stavolta chi ci penserà?