Proposte per la rinascita del Pionta

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Nelle ultime settimane, complice la pandemia, assistiamo ad una ripresa del dibattito sul futuro dell’area del Pionta. Il rinnovato interesse è positivo, tuttavia in esso si riproducono alcuni vizi denunciati nel passato: un approccio unilaterale ed emergenziale, che prende in considerazione questa o quella tematica staccata o opposta al resto e a seguito di problemi che via via insorgono. A nostro parere, invece, la formula feconda e vincente è quella di un approccio complessivo, di un disegno unitario che consenta una vera e propria rigenerazione urbana attraverso un laboratorio urbanistico di progettazione partecipata che coinvolga enti proprietari, soggetti del terzo settore, associazioni, scuole e cittadini. Questo approccio non significa rinviare alcuni interventi urgenti, compreso il pieno riutilizzo di tutti immobili presenti, bensì realizzarli in modo coerente con un disegno organico e funzionale in grado anche di fruire volta a volta dei necessari finanziamenti.

Va in questa direzione il documento “Proposte per la riqualificazione e completa restituzione del Pionta alla città”, elaborato dal Comitato per la rinascita del Pionta e fatto avere agli enti interessati, che segue altri atti del Comitato quali il convegno del giugno 2019, la “Carta d’Intenti Viva il Pionta” e una Osservazione al Piano Operativo del Comune di Arezzo.

Nell’area del Pionta convivono e possono ancor meglio svilupparsi tre funzioni rappresentate dal Polo formativo, quello educativo-sanitario, quello di promozione sociale, culturale, naturalistica, aggregativa. In questo senso nel documento sono indicate una molteplicità di proposte che in questi anni sono state avanzate. Solo per titoli: sviluppo degli studi universitari, con foresteria/ostello, implementazione del Centro didattico-formativo della Asl, maggiore utilizzo da parte delle scuole interne o ai margini del Pionta, recupero Villa Chianini, riconversione dell’attuale Rsa Duomo Vecchio, ritorno dell’hospice nell’area. E ancora: rilancio dell’area archeologica compreso l’utilizzo degli immobili adiacenti la Chiesa, attrezzature sportive dedicate, apertura di una struttura ricreativa negli immobili del viale centrale, strutturazione flessibile di spazi per realizzare mercatini ecologici all’aperto, di scambio, street food e prodotti a filiera corta e biologici, laboratori di educazione ambientale all’aperto per le scuole,  attività sportive all’aria aperta e campi solari e altro ancora che si aggiungono alle attività del Centro sociale, della Scuola di musica, di Arezzo Factory. Ovviamente garantendo costante manutenzione e adeguata illuminazione. Quindi, un insieme di attività permanenti e occasionali che sommate assicurano anche il presidio quotidiano dell’area e favoriscono la frequentazione e la riappropriazione completa dell’area da parte dei cittadini.

In questo contesto la “Cittadella della salute”, oggetto di discussione, non si deve concepire e realizzare come concentrato di strutture sanitarie e sociali per soggetti svantaggiati, con il rischio di creare ulteriori situazioni di emarginazione e separatezza anziché un contesto integrato di relazioni umane. La Cittadella che intendiamo è quella del concetto di salute ben definito dalla Organizzazione Mondiale della Sanità: “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Ed è quello che, appunto, rappresenta il grande valore del Pionta.

Quanto delineato ha bisogno di un salto di qualità. Serve una chiara volontà da parte del Comune di Arezzo di promuovere e coordinare un progetto partecipato e complessivo per il Pionta, da far vivere subito e con tempi rapidi, sia per cogliere i finanziamenti che si possono presentare che per restituire ai cittadini uno dei luoghi più belli e importanti di Arezzo. Il Comitato per la rinascita del Pionta sollecita nuovamente il concreto e certo avvio di questo percorso e come sempre farà la sua parte.

17 febbraio 2021 – Comitato per la rinascita del Pionta

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