Quando ieri mi hanno riferito la notizia ho sperato fosse omonimia.
E mi scuso con tutti i Paolo Veraldi del mondo, finché la foto non ha risolto ogni eventuale dubbio.
Perché Paolo è (era?) più giovane, e la morte di chiunque ti sia più giovane colpisce particolarmente; al di là di quanto possa essere approfondita la conoscenza che in questo caso derivava dal comune operare nel settore orafo aretino, situazione che porta ad incrociarsi nelle fiere o nei viaggi d’affari. Probabilmente ho anche qualche sua foto derivante proprio da queste comuni frequentazioni, ma lascerò al Casalini la scelta dell’illustrazione che seguirà questa eulogia.
In questo caso c’era anche qualcosa di più, legata al legame con Ilaria, con cui “condivido” un certo interesse -diciamo così. Con Ilaria poche parole, di quelle che solo noi accumunati possiamo scambiarci. Con un augurio ed un invito a tenermi presente.
Paolo lascia due giovani figlie a cui stamani non ho potuto far altro che augurare di essere forti, la vita talvolta richiede una forza che pare impensabile, estranea alle proprie capacità: non la forza di essere come il loro babbo, semplicemente (si fa per dire) la forza di superare questa tragedia sapendo che -da qualche parte- Paolo le guarda, le sostiene, le incita.
Per il bene loro e di Ilaria.