Sembra che quest’anno il 25 aprile sia destinato a durare molto più di un giorno, nonostante abbia sempre diviso aspramente gli italiani.
Si legge infatti che a Viterbo, durante la cerimonia ufficiale, un rappresentante nazionale dell’Anpi ha duramente attaccato sia ministri del governo in carica e sia i militari italiani con parole che allo stato sono oggetto di verifica, anche perché mi pare che la stampa non ne parli molto.
Fatto sta che il generale di Brigata Paolo Riccò comandante dell’aviazione dell’Esercito Italiano presente nel luogo, sentendo quelle offese rivolte anche a chi indossa una divisa, ha disposto ai militari partecipanti al picchetto di sciogliere le righe e di abbandonare la cerimonia.
Ogni mancanza di rispetto verso i nostri militari è insopportabile ma è insopportabile sopratutto che l’offesa venga pronunciata da un rappresentante dell’Anpi.
Si dell’Anpi, cioè l’associazione nazionale partigiani d’Italia.
E allora ha fatto benissimo il Generale ad andarsene e merita ONORE.
Sor Nucci e prode Casalini, mi dispiace ma le cose non stanno come dite voi. L’Anpi da 74 anni ad oggi, e a tutt’oggi, non è una associazione tra le tante, ma, al contrario, ha da sempre un ruolo diretto ed attivissimo ai massimi vertici dell’amministrazione statale, partecipando, formalmente e informalmente, a svariati contesti decisionali, non ultimo a decisioni attinenti l’ordine pubblico, che essa è in grado di condizionare fortemente, anche tuttora, in determinate circostanze quando si tratta di autorizzare manifestazioni pubbliche di forze o gruppi politici di segno opposto, non conforme ai valori e principi costitutivi dell’associazione stessa.
Non si ridimensiona l’influenza dell’Anpi sostenendo che dato che anagraficamente sono rimasti in pochi i partigiani essa è un’associazione da ritenersi oramai una succursale degli ultimi comunisti individuabili in Rifondazione Comunista. Rc non ha mai conseguito la serie di importanti interventi legislativi che fanno dell’Anpi, tuttora, un Ente Morale, meritevole di tutela giuridica pubblica.
E’ lo Stato che continua a dare significativa rilevanza pubblica all’Anpi, non sono gli ultimi comunisti ad attribuire ad essa il prima di essere la principale e la più autorevole, dal punto di vista giuridico ( campo che è il suo sor avvocato), associazione di partigiani. Troppo facile liquidare la questione dicendo che tanto quelli esistenti sono i nipoti…sì ma per lo Stato e dal punto di vista giuridico è come se fossero quelli originali di 74 anni fa.
In altri termini, bisogna cambiare lo Stato in relazione agli interventi legislativi che negli anni hanno dato tanto rilevanza all’Anpi.
Le ricerche fatele, ma quando le fate non le risolvete in semplicistiche conclusioni sentenziate per lasciare le cose come stanno…altrimenti ci si prende per i fondelli.
A sto giro te devo dar ragione…
E allora chi la dice?
Ma quasi quasi la dico io.
Lasciamo perdere le pensioni che a quanto si è visto è roba passata e lasciamo perdere anche il sacrosanto diritto di associazione e quindi possono manifestare e fare quello che vogliono.
Ma lo Stato non dovrebbe dare più un euro all’Anpi e sopratutto non dovrebbe invitarla alle cerimonie ufficiali.
Nun puoi!
Soggetto erogante: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Importo ricevuto: € 250.302,95
Data di incasso: 16/08/2018
Causale: Contributo del 5 per mille dell’Irpef – Esercizio Finanziario 2016
Se qualcuno li da, lo stato li deve erogare.
uffa!
Mi accontenterò di non vederli più dal 25 aprile 2020.
Ma certamente ha fatto benissimo.
L’ANPI è solo una delle associazioni nate dalla fine della guerra.
Anche ammesso che l’ultimo partigiano, avesse 16 anni nel 45, oggi ne avrebbe 90 precisi, precisi.
Quindi nessuna di queste è piu’ rappresentativa di coloro che combatterono, ma al massimo dei loro figli. Che fanno benissimo a perpetuarne la memoria, ma che hanno peso politico reale pari a zero.
L’ANPI poi, è ormai poco piu’ di una succursale di RC, l’unico partito rimasto che ha un interesse sostanziale ad appropriarsi di simboli evocativi appartenenti al passato.
Il presidente di Viterbo è solo un povero sciocco e bene ha fatto l’esercito a levare le tende, Per fortuna non rappresenta nessuno ormai salvo se stesso, men che meno i partigiani.
Molto bene, sono d’accordo su tutto.
Non ho fatto ricerche, nelle ricerche te sei maestro, ma quindi se lo Stato non concede la pensione di reversibilità ai parenti, vista l’età dei partigiani combattenti superstiti, si risparmiano dei soldini, escluso certo eventuali finanziamenti.
Boh… ormai quando ne trovano uno in vita fanno a gara a intervistallo! Pori vecchi. Secondo me si conteranno sulle dita di due mani? Ad Arezzo che io mi ricordi è rimasto in vita il sor Alfredo, che è ricco de suo che c’arcopre. Però fu quello che dette l’assalto al carcere tenendo in ostaggio il direttore e quasi riuscendo a liberare Sante Tani. Non credo che abbia mai chiesto alcuna pensione… Partito d’azione e poi grande liberale.
Come sai sono stato per 15 anni Direttore dei carceri.
Auguro lunga vita al sor Alfredo, ma… non mi piace!