Viviamo in un mondo che da sempre è spettatore inerme di fenomeni atmosferici o naturali che possono trasformarsi in calamità naturali.
Ci crediamo invincibili ma non lo siamo e la natura potrebbe in un sol istante riprendersi tutto e cancellarci del tutto.
Nelle due ore che hanno sconvolto la nostra provincia, sono caduti mediamente 200 mm di acqua (per chi non ha dimestichezza coi calcoli: 1 tonnellata di acqua ogni 5 mq) con punte eccezionali di 222 mm a Cesa. La stessa cosa moltiplicata per migliaia di volte ha coinvolto le condotte di scolo, i fossati, i canali, le caiditoie, ed infine i torrenti ed i fiumi. Nessuna rete idrica progettabile può arrivare a tanto ed a memoria d’uomo, una precipitazione del genere non si ricorda.
L’anomalia climatica è evidente anche ai negazionisti, che continuano la loro folle corsa, come per inerzia demenziale, contro l’ambiente.
Però (c’è un però), c’è qualcosa che possiamo fare: al Bagnoro è esondato il Vallina (chiediamo al Comune di Arezzo perché ancora non si provvede a realizzare la cassa di espansione prevista circa 15 anni fa!), in via Romana allagamenti dall’ostruzione di tombini sottopassanti la due mari e la ferrovia, le strade principali hanno avuto lo sfalcio dell’erba solo nelle banchine laterali, niente pulizia dei fossi con erba e arbusti che si accumulano da anni, le colline sovrastanti la SR 71 sono abbandonate da decenni, la rete scolante minore non esiste più, le strade secondarie senza più sciacqui trasversali diventano improvvisamente torrenti in piena trascinando detriti e fango, potrei continuare con foto emblematiche (esempio pioppi che si sviluppano lungo le fossette di scolo di Ristradella, ecc.) ma è meglio ricordarsi ancora una volta che la manutenzione del territorio costituisce la più grande e impellente opera pubblica italiana!
morire per un terremoto ci sta… assolutamente imprevedibile, letale per chi abita in costruzioni non antisisimiche (oltre la metà delle case italiane)…
ma morire per l’acqua no… nel 2019 si può evitare!
Ii nubifragi sono largamente prevedibili (anche se tempo e luogo non sono esatti) i costosi ma efficienti strumenti di previsione – tramite gli organi regionali preposti – avvertono la popolazione dei diversi livelli di allerta… ma la gente se ne frega, e pensa di essere indistruttibile… così, nonostante l’allerta gialla, anche questa volta, molti hanno cercato di attraversare i sottopassi allagati, avventurarsi in tratti di strada con acqua esondata alta oltre fino a oltre un metro… per tornare a casa o per vedere se la grandine aveva bucato i pomodori.
NON SI FA!
è troppo pericoloso
ci sono troppe insidie
troppe tragedie annunciate
Al Bagnoro sono almeno 15 anni che un ponticello comunale costituito da 3 tubi di calcestruzzo armato, è sotto “osservazione” per il forte restringimento della sezione trasversale del corso d’acqua, pensile… nel 2013 cedette un argine del T. Valtina e andò bene… furono fatti dei lavori per ripristinare lo status quo ma il resto rimase così.
della deviazione (con tanto di cassa di espansione, del Valtina se ne parla dal 1997 (per certo e) ma forse anche prima… parole, parole, parole…
Insomma, 2/3 del commento per spiegare che in genere se ci sono vittime è perché le vittime sono degli irresponsabili.
L’articolo poneva l’accento su altro di ben più essenziale. E tutti qui saranno d’accordo fin quando da qui a domani risplenderà di nuovo il sole. Poi dei ponticelli del Bagnoro, del Valtina e di tutti gli altri cento aspetti del sistema territoriale in crisi non fregherà niente a nessuno. E su Informarezzo sarà di nuovo la gara a “ce vole il raddoppio del raccordo autostradale, ce vole l’aeroporto, ce vole la stazione de Calatrava in Valdichiana, l’inceneritore doppio…”…che qui, diciamo la verità, a parte qualche sottopasso e qualche garage interrato s’allaga quasi solo i campi e siamo rimasti all’arretratezza dell’alluvione del Polesine.