Montevarchi, la mostra Local-Unlocal #Cambiamento

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DAVIDE CASINI - Tu non mi conosci

Local-Unlocal #Cambiamento(2) è una mostra che si propone di apportare dati sugli artisti italiani nati nel Valdarno o che lo abitano oggi, chiaramente rimasti legati alla valle, ma che con il proprio lavoro hanno travalicato i confini della Toscana e dell’Italia e si sono lanciati in altri paesi europei e negli Stati Uniti, in città come Berlino, Bruxelles, Parigi, Londra, New York, ecc. Ai curatori è sembrato un dovere – ed è anche una missione per l’Associazione MAHmutt – farli conoscere a chi risiede in Valdarno e servire anche di documento agli storici che verranno.

La mostra è molto ricca di contenuti e variegata, come gli artisti lo sanno essere, ma il titolo fa riferimento a una generazione che ha cominciato a lavorare negli anni ottanta/novanta e che ha dato prove dell’internazionalità dell’arte prodotta in luogo, generando un mutare d’atteggiamento riguardo a gli artisti delle generazioni precedenti. Il cambiamento, chiave nel titolo della mostra, diviene effettivo per l’estensione dei confini geografici, ma anche per un deciso cambio di passo artistico e d’orientamento verso la vocazione concettuale e l’esplorazione di nuovi territori per la creatività.

Gli artisti:

1-Brusci Lorenzo, si definisce un Sound-experience e Sound space designer italiano, attualmente residente tra Montevarchi (Italia) e Berlino (Germania). Dalla fine degli anni ’90 Brusci ha iniziato a esplorare le implicazioni del suono dinamico e del design dello spazio musicale all’interno del paesaggio e dell’architettura in diversi luoghi dell’Europa e degli Stati Uniti. Presenta un lavoro di suono immersivo assieme a un vertiginoso scorrere di fotografie in grande schermo, composto in collaborazione con Piero Grazzi, meta-artist video.

2-Davide Casini, si definisce artista visivo, lavora con la scultura e l’installazione site-specific, traendo ispirazione dalla storia dell’arte, dal paesaggio, dall’architettura. Attraverso un sistema di frammentazioni, vuoti e assemblaggi, l’artista gioca con i suoi riferimenti, trasformandoli in materiali vivi e in continua evoluzione e mescolando i piani temporali e spaziali, anche lui presente in molti paesi europei e americani. L’opera in mostra ha un forte legame con il territorio, oggetto straniante e affascinante.

3-Giacomo Casprini, estroverso e viaggiatore, ha vissuto fra Germania e Spagna ma anche oltre oceano, in India, mentre adesso abita a Levane. Le sue opere spesso invitano a guardare la realtà quotidiana da un punto di vista nuovo, a volte sorprendente, costruite con elementi naturali e della cultura popolare, per evidenziare una doppia lettura, dalle sue opere si possono trarre delicate vibrazioni, come i suoni di un brano musicale.

4-Paolo Fabiani, artista versatile nato a Montevarchi, abita in Casentino, spazia tra la pittura, la scultura, l’installazione, sempre guidato da uno spirito consacrato a infondere gioia nelle sue creazioni, il suo personaggio più noto è il Pulcinella, che unisce il dramma all’allegria di vivere, mentre le sue opere hanno sempre le pennellate del racconto inspiratore di vita, che si lascia intuire nelle pieghe della materia uscita dalle sue mani. Ci porta Il Cantastorie, perché “camminando in inverno nella sabbia del mare può capitare di incontrare Cantastorie e anche Pulcinella, frati mendicanti, madonne ed altri personaggi particolari”.

5-Claudio Maccari, con mostre nel nord di Europa e gli Stati Uniti, è di casa in Valdarno. Portato da un irrinunciabile amore per la natura e con l’idea di penetrare nei suoi angoli più segreti e nascosti, lavora con elementi naturali (che impreziosisce) e stimola reazioni positive verso il bello non artefatto che ci circonda. Porta a termine la ricerca quasi utopica di una pace in armonia con il mondo naturale. In mostra presenta il ciclo La nostra pelle, lavori che vogliono essere una testimonianza, una denuncia, un urlo di rabbia mista a dolore, e anche un soffio di speranza.

 

6-Letizia Renzini, è una artista audio e video e performer nata a Montevarchi. Lavora con il mixaggio dei media, concentrando la sua esplorazione sulla composizione verso linguaggi diversi. Regista, musicista, Dee-Jay, esercita e crea nel nuovo teatro musicale, arti performative, installazioni e musica elettronica/visiva, in una costante ed elegante fusione di linguaggi provenienti da molteplici ambiti espressivi.
Ha ideato, composto e proporrà dal vivo la sonorizzazione del film Inferno (1911), capolavoro del cinema muto, un’ora trepidante durante la serata dell’inaugurazione della mostra.

 

A cura di Carles Marco e Paola Lucrezia Cioncolini

 

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