Il nuovo Piano Industriale 2022/2026 del Monte dei Paschi di Siena, presentato a Siena il 23 giugno, parla di un nuovo aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, di un incremento dei ricavi grazie ad una maggiore focalizzazione sui comparti assicurativi, banca online e gestione patrimoniale, parla anche di un ridimensionamento del numero delle filiali e di un pacchetto di prepensionamenti per i dipendenti.
Prima di dare uno sguardo ad un eventuale ipotetico impatto che tale progetto potrebbe avere nei nostri territori, è giusto ricordare che lo Stato italiano è – col 64% del capitale – il principale azionista della banca e che il MEF/Ministero dell’Economica e delle Finanze, dovrà sottoporre questo Piano all’approvazione delle autorità europee: BCE/Banca Centrale Europea e DG Comp, la direzione della Concorrenza dell’UE, che dovrebbe rispondere entro settembre.
Non solo, ma sull’intero Piano Industriale e sui suoi impatti sull’occupazione, la banca dovrà confrontarsi con la FABI e tutte le Organizzazioni sindacali, da ora e per i prossimi mesi.
Guardando ai numeri, a livello nazionale la banca vorrà diminuire il numero di filali di circa l’11%, pari a 150, dalle attuali 1.368, e vorrà favorire il prepensionamento volontario di 4.200 lavoratori, il 20% dei 21mila totali.
Seppur ancora molto lontani dal capire le eventuali ricadute a livello locale di un Piano Industriale complesso e in attesa del vaglio delle autorità UE, è comunque giusto ricordare che il MPS – seconda banca della provincia dopo Intesa Sanpaolo – ha una presenza storica e radicata ad Arezzo; una presenza che, seppur ridimensionata in questi ultimi lustri (come molte altre grandi banche), registra ancora quasi trenta sportelli tra la città e le Vallate, importanti uffici e circa duecentosessanta lavoratrici e lavoratori. Insomma, il MPS è una realtà bancaria fondamentale anche da noi.
Un mero e solo ipotetico ribaltamento dei dati nazionali sulla realtà provinciale, farebbe pensare ad una cinquantina di prepensionamenti locali e alla ulteriore chiusura di alcune unità di filiali, ma, prima di esprimere giudizi o ipotizzare scenari futuri, preferiamo aspettare i dettagli che la banca vorrà illustrare alle Organizzazioni sindacali. Trattative sindacali, queste, che vedranno la FABI – il primo sindacato dei dipendenti di banca in Italia – in prima linea per la massima tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Non solo, ma il Segretario generale della FABI Lando Sileoni ha aggiunto che questo Piano Industriale dovrà dare lunga vita e autonomia al MPS.
“Proprio per la rilevanza che il Monte ha anche da noi, le istituzioni locali dovranno guardare con particolare attenzione a questo Piano Industriale e alle conseguenti trattative sindacali, sia ponendo un occhio alle eventuali chiusure di filiali, sia concentrandosi su quei comparti (bancassicurazione, gestione patrimoni, banca online) che la banca dice di voler rafforzare e che Arezzo potrebbe ben ospitare”, conclude Fabio Faltoni, responsabile provinciale della FABI.
Fabio Faltoni
Purtroppo la vedo tanto dura.