Quanto mi piacerebbe che il mio paese fosse un paese serio e soprattutto un paese forte.
Mi piacerebbe che i suoi cittadini non stessero tutto il giorno a lambiccarsi il cervello su come fare a tirarlo in tasca ai tedeschi o ai francesi. E contemporaneamente non vivano nel costante timore che ci sia qualcuno che cerca di turlupinarli: quando si è forti non si temono i furbetti.
Mi piacerebbe vivere in un paese che spende solo per ciò che produce e che non si indebita per pagare le marchette agli elettori in cerca di facile consenso.
Mi piacerebbe un paese che onora i suoi debiti, perché se non è grado di onorarli non li contrae. Dove si divide la ricchezza creata e non quella che non c’è, lasciando il conto da pagare alle prossime generazioni.
Dove si smette di parlare di soldi pubblici, perché sono solo una invenzione fatta per i boccaloni che ci credono, ma finalmente solo dei soldi dei contribuenti e di questi se ne avrà cura piu’ che fossero presi dalle tasche di chi è chiamato ad amministrarli.
Mi piacerebbe un paese dove la fonte di guadagno si chiama lavoro, dove lavorando si accumulano i soldi che serviranno a godersi la pensione.
Vorrei un paese dove si pagano tasse giuste che devono servire a pagare i servizi comuni, scuola, sicurezza e sanità e non le pensioni a chi è riuscito a fare il furbo.
Dove la parola solidarietà si coniuga con la parola sicurezza.
Dove non si ha paura di nessuno perché chiunque sa che in Italia ci sono leggi che vanno rispettate ed uno stato con la schiena dritta che sa come farle rispettare: chiedere il rispetto delle regole, perché siamo i primi ad offrirlo. Perché rispettiamo le leggi e non abbiamo bisogno di un sistema giudiziario buonista fatto per salvaguardare i furbetti di casa, in cui il primo debosciato che passa sa che può approfittarsene.
Mi piacerebbe un paese che non abbandona nessuno in mare, compreso coloro che hanno preso il largo per tentare la fortuna. Li raccoglie e li cura. E se non c’è piu’ posto per loro e non possono vantare altri diritti, li riaccompagna a casa loro.
Mi piacerebbe un paese in cui lo stato non si genuflette ad alcuna religione, ma garantisce a tutti il diritto di poterlo fare o non fare. Un popolo che aborrisce l’ipocrisia e pretende solo la correttezza.
Ma anche un paese che non si intromette nella vita privata dei suoi cittadini. Che decide a maggioranza le regole della convivenza ma sa farsi anche garante dei diritti delle minoranze.
Mi piacerebbe un paese serio, dove investire è un desiderio legittimo, dove l’opportunità è un diritto e tentare la fortuna è una possibilità, senza per questo doversi sentire in colpa per averlo fatto e senza essere perseguitati per il coraggio. Un paese che non sa ragionare in questi termini e non favorisce chi lo fa senza trattarlo sempre e soltanto come una mucca da mungere, è destinato ad estinguersi.
l mio voto conta poco, ma se c’è qualcuno che mi proporrà un programma così, lo avrà.
i “GOVERNANTI” per il popolo italiano sono un trastullo.
Li manteniamo lautamente per il nostro divertimento.
ci piace portarli al potere, con folle oceaniche in Piazza Venezia o nel segreto delle urne per vedere l’effetto che fa… ma soprattutto ci piace farli/vederli precipitare dalle stelle (cinque?) alle stalle, e così li appendiamo a testa in giù (Benito) o gli tiriamo le monetine (Bettino) o i gavettoni (Matteo).
Non appena un nostro “GOVERNANTE” prende pigolo e osa cercare di fare qualcosa, la macchina ipercollaudata della restaurazione si mette in moto: i giornali, la satira, le altre forze politiche, gli stessi compagni/camerati di partito… tutti concorrono a mandare a casa il presuntuoso che spudoratamente cerca di governare, mantenendo (è questo il vero scopo) tutte quelle rendite di posizione e quei privilegi corporativistici che da decenni non si riescono a scalfire.
Caro Domenico, ammiro il tuo ardore fondativo, soprattutto perchè degno di altre stagioni della vita (e questo ti fa onore), ma se la boutade è proporre una forza politica in grado di esprimere il sindaco di Arezzo, ti ribadisco la mia opinione più volte espressa: oggi fare il sindaco è un atto profondamente e patologicamente masochistico.
Oggi un sindaco non ha soldi per cercare di risolvere i problemi dei cittadini, che sono incazzatissimi e lo trattano male sia verbalmente che fisicamente (ci sono stati anche omicidi in tal senso) su questioni che – spesso – non sono neanche più di competenza di un comune; un sindaco viene sorvegliato, intercettato, scannerizzato fino a che non esce fuori qualche “opacità” degna di approfondimento giudiziario (e giustamente, visto che da noi l’azione penale è obbligatoria). Insomma, oggi fare il sindaco è come fare il missionario cristiano in Nigeria, come andare su Marte con la tuta della Decathlon, come buttarsi dal Kronplatz con un parapendio tenuto un anno in un allevamento di topi… per rendere bene l’idea (non voglio lasciare spazio a fraintendimenti) è come dedicarsi alla masturbazione cinese: prendere a martellate i cabasisi sopra un’incudine per godere quando fai cilecca.
No grazie, l’ho già detto nel passato e lo ribadisco adesso (anche se si fa solo per zullare): No grazie… chi vuole fare il sindaco si accomodi, che a me mi vien da ridere.
Si, capisco.
Il Sindaco può fare poco, anzi niente, in una città figuriamoci in un paesello.
Può scegliere tra la lirica la pittura e il gioco delle bocce ma incide zero nella vita della gente.
Il paradosso è che capita la stessa cosa anche con il governo, perché (ora non ti arrabbiare) in realtà comanda l’Europa, ovvero la Germania.
Ma forse il punto non è questo.
Il punto è: ma chi l’ha detto che noi dobbiamo sempre stare a guardare, farci il sangue amaro per quello che vediamo, e non incazzarci?
Si può scegliere a dire la verità di protestare e anche da vecchi.
Tutte le civiltà, da sempre, anche quelle primitive, riconoscevano nei vecchi, nell’esperienza, nella saggezza un valore da rispettare.
Si ascoltavano gli anziani e poi si decideva ma si ascoltavano perché avevano qualcosa da dire, perché loro ci erano già passati.
Oggi gli anziani sono un peso, degli arretrati, gente che viveva in altri tempi e destinati alla raccolta indifferenziata.
E noi quasi ci vergognamo del dato anagrafico e stiamo da parte.
Sai bene che Renzi, Salvini, Di Maio possono essere anche in gamba ma sono troppo giovani e a volte si vede clamorosamente.
Insomma noi possiamo dare ancora qualcosa anche se ad Arezzo non abbiamo voglia di fare i masochisti.
Quindi ti capisco e forse hai ragione te, ma a me se capita l’occasione ” per fare un po’ di casino” la prendo al volo.
Ti saluto, con stima.
Si e no. Sono parzialmente d’accordo con BC. Però…
Premetto che neppure io mi sentirei in grado di fare il sindaco: non avrei le capacità che ritengo necessarie.
Però ho avuto in casa un esempio, una interpretazione di questo ruolo, che è difficile dimenticare.
Sto parlando di mio padre, che è stato sindaco di un paese della provincia per 15 anni ormai 70 anni fa. Era un mondo diverso, una nazione da ricostruire, pochi soldi disponibili anche allora, ma tanta voglia di darsi da fare. Ricordo, attraverso i suoi racconti perhè io non ero nato (lo specifio prima che si pensi che abbia l’età di Julius) che aveva un solo obbiettivo che perseguiva con tenacia, determinazione e a volte con scaltrezza: portare lavoro. Tutta la sua vita politica ruotava attorno a questo: lavoro, lavoro, lavoro.
Era un continuo prendere contatto con imprenditori, industriali, commercianti, artigiani… Il suo pensiero era riuscire a portarli nel suo paese. Far aprire attività che generassero posti di lavoro. Il caso piu’ clamoroso fu proprio il primo, quando uno scalcinato imprenditore dell’abbigliamento gli espose il suo progetto.
Lui aveva le capacità per realizzarlo ma pochi fondi disponibili. Era l’immediato dopo guerra e mio padre decise con grande scandalo e rumoroso fragore dai banchi dell’opposizione comunista, di concedergli il teatro comunale ad una modesta locazione. L’attività partì. Dopo solo due anni fu realizzato il primo capannone e nel giro di 10 era uno stabilimento con 400 operai. Il teatro nel frattempo era tornato teatro.
Oggi quella azienda che portava nel nome, il nome del paese è fallita. Dopo 40 anni di attività non ha superato la crisi della pellicceria degli anni 90. Però l’indotto che ha generato ha innescato la spirale imprenditoriale che ancora resiste.
Non si trattava allora di spendere e spandere, né di fare convegni, mostre, eventi speciali o sagre del pollo fritto, si trattava (e credo ancora oggi) di farsi motore di ricchezza, laddove la ricchezza non è nel conto in banca ma nelle ore lavorate.
Io onestamente non saprei da che parti farmi. Mio padre era anche un banchiere di successo, in un’epoca in cui chi comandava in banca, disponeva di poteri oggi nemmeno immaginabili. Non c’è dubbio (lo immagino, non ne sono certo) che abbia unito le due attività rendendole proficue per entrambe. Certo se pensassi di fare il sindaco per inaugurare marciapiedi, tagliare il nastro alla mostra di qualche artista o aprire la fiera della carabattola, me ne starei volentieri a casa.
Spiritoso!!!! se fortunato che oggi so n’bona.
la pellicceria è stata una delle prime vittime del riscaldamento globale… da quando ha smesso di fare freddo non ci sono più occasioni di mettere una pelliccia.
Come del resto la piccola glaciazione del 1800 era stata la fortuna dell’attività pellicciaia: la corsa al West era più per le pellicce del Nord America (che l’Europa infreddolita pagava lautamente) piuttosto che per l’oro, molto più difficile da trovare. E se fosse freddo come allora le donne (e anche gli uomini) se ne fotterebbero degli appelli dei movimenti NO FUR.
Detto questo, mi avete convinto, ci sto.
Ottima scelta starci
Le telescriventi delle redazioni (è un modo di dire) stanno battendo la notizia del giorno: Salvini offre a Di Maio il ruolo di premier nella piu’ clamorosa marcia indietro nella storia della repubblica italiana.
(Magari sarà una bufala ferragostana, ma solo il fatto che sia credibile, la rende grave a prescindere)
E avete il coraggio di dire a noi che siamo patetici? La situazione è grave ma non è seria!
Al Pappete di Milano Marittima il summit coi vertici del partito: “Rimettiamoci alla volontà del cuore di Maria” (la padrona del bagno si chiama appunto Maria da cui il nome originale bagno Maria poi cambiato in pappete).
La Open Arms pare decisa far sbarcare i migranti al pappete, tra le urla a 140 db del DJ perchè gli rovinano l’acconciatura. Salvini ha fatto spostare alcuni ombrelloni sugli scogli per vedere se ci si schiantano tutti e almeno può tornare a fare il bagnetto.
Vi rode se vi prendo per i fondelli? Date retta, c’è chi lo sa fare veramente meglio di me!
… Bomboloni, mele di Pippo, cocco bello, cocco frescoo…
A me sembra che il patetico non fosse riferito alla politica ma alla presunzione, questa in generale. Poi che Salvini sia un pessimo politico e che ha sbagliato mossa lo condivido, ma gioire per un governo PD 5 Stelle e’ da paria della nazione.
Vabbe’…volete un Italia divisa tra pappetici e patetici? Non ci fosse gia’ capitan cazzaro a sparalle da mane a sera
Ma noi a differenza sua non si fa danno
L’importante è che, una volta fatto il governo col Pd, i 5 stelle, da cialtroni con al seguito un popolo di minorati, non diventino improvvisamente degli ottimi e validi alleati di governo.
Sarebbe veramente paradossale.
Formatta l’hard disk! Tutto da rifare…
Ripensamento generale: il grande capitano senza paura, preso da spasmi intestinali per il possibile accordo M5S-PD, per non ridiventare ininfluente com’era sempre stato, propone allo stratega Di Maio la poltrona di premier. E questi che fa, in barba a tutto quello che era successo finora?
Rullo di tamburi: accetta!
Il gatto e la volpe si sbugiardano a vicenda, faranno una bella finanziaria lacrime e sangue e al PD va di lusso…
A me di quello che fanno quei due individui me ne può fregar di meno.
Su questo nuovo partito vedo gia’ addensarsi le nuvole. Ancora non e’ partito e gia’ ci sono le correnti.
Dott. Casalini le chiedo se nel programma delle elezioni di questa emerita lista si avvarrà
dei servizi
del costituendo
COMITATO DI SALUTE PUBBLICA
Al SIM come sa sono quasi tutti i ferie. Provate al SERT.
Paolo aspetta a pubblicarlo il programma per le elezioni ad Arezzo, non c’è fretta.
Programma?
OHh….unn’atacchiamo a ringambare.
Un s’era fatto un contratto di governo per la città?
Che v’ha fatto male el mojto de Ferragosto al Papeete?
L’avvocato Bianconi me ce lo potete mettete come capolista ?
Grazie
Sorry, se di Capitano ce ne è uno solo, anche di Avvocato ce ne è uno solo, e non si intenda Agnelli.
Ce l’abbiamo già, casella occupata.
Siete solo un gruppetto di vecchi patetici…l isola x voi c e’ eccome…si chiama Ventotene e vi ci metteranno tutti al confino/ospizio, cosi’ la smetterete di scrivere caxxate uno in coda a quell’altro.
E’ stata chiusa nel 1965, anno in cui hai acquistato, forse, la libertà.
Pensavo fossi un nostalgico
X/82 Caserma Cascino Salerno
“Duri, Massicci ed Incazzati”
Per me solo chi ha fatto il militare ha titolo per entrare in un
Comitato di Salute Pubblica
Voglio poi vedere chi ci rimane dei pseudo capitanoni che vanno per la maggiore
Troppo polemico; SEI FUORI!
Io ho fatto il militare…..a Cuneo.
Può bastare?
O devo portare il certificato?
Sei dentro!
ALÓ, IO CE SÓ!
Almeno uno giovane ve ce vòle e mi candido.
E come dicevano gli anziani:
Soldi in tasca, guerra a tutti.
Chi ce li mette i guadrini?
Ma 65 è il tuo anno? Ahahahah
Millesimo d’acciaio.
Anóehhh…..
se dice Aloe !
Tu sbagli pianta, mi sa. Aloe senza accento è tale, oppure ALÒ.
Anòehh, tipica espressione aretina rafforzativa di quando detto.
Ma perche’ non aboliamo l’Italia e gli italiani? Ci possiamo far sostituire dagli immigrati che sognano di andare in pensione a 90 anni, pagare il 60% di tasse, lavorare allo stato brado anche senza stipendio grantito, e non sognano certo di prenderci a bazzokate perche’, se sara’ come ho detto, l’avranno gia’ fatto.
Prendici meglio la mira quando la fai, o rischi di farla fuori dal vaso. Vero che ad una certa età è normale, ma insomma…
Giovanottino se io devo prendere la mira, a te ci vuole il pannolone, perche’ te la fai direttamente addosso.
Nel nostro gruppo, solo quelli buoni.
Quelli cattivi SONO FUORI, FUORI DALLA PALLE!
Buon Ferragosto Domenico, ricorda, il mondo e’ dei cattivi.
No, non è vero.
Si tratta di una scusa, di un alibi, di una visione codarda per combinarne di tutti i colori e mettersi l’animo in pace.
Praticamente una scusa.
Sono stato 15 anni in carcere (ero Direttore) e ti posso garantire che di cattivi ne ho conosciuti molti, ma anche li dentro i buoni erano la maggioranza.
Ci vuole l’idea, il sogno, l’isola che non c’è.
Auguri anche a te…ma ormai sei fuori!
Si,si, come no, certo, a me sembra che di fuori ci sia un’altra cosa, comunque va bene cosi’.
your sister?
gentleman I have no sisters, you?
Five.
Ora però, tesoro, lasciaci lavorare, fai il bravo e non darci dispiaceri.
Certo, se hai bisogno… chiama.
E come dice julius “ e badante sia’ , abbi pacenzia direttó!
I sondaggi (pare) che dicano che la stragrande maggioranza degli italiani vogliono andare in pensione da giovani (min. quota 100), non pagare le tasse (max 15%), prendere i neri a bozookate nei week end, avere un posto sicuro in comune o uno stipendio garantito (rdc), stampare soldi (o minibot) per pagare i debiti e chiamarsi Peron.
E’ con questo programma che stanno ottenendo la maggioranza assoluta.
No credo che non ci sia piu’ nulla da fare.
Il futuro si vedrà, intanto spassiamocela!
alla fine sai cosa penso? L’Italia è un grande Paese che va avanti nonostante i suoi governanti. Ci spolpano in tutti i modi possibili e immaginabili, solo una parte di quello che ci succhiano torna ai cittadini in termini di servizi, ma gli italiani continuano a vivere e a tenere in piedi la baracca.
Godiamoci la bella notizia di questa bella gara vinta da FS in Gran Bretagna
https://www.ilsole24ore.com/art/trenitalia-e-firstgroup-vincono-gara-gli-intercity-inglesi-ACaDlge
bello il tuo programma elettorale… mandalo a qualcuno, semina l’idea, alla fine sarebbe anche facile se gli elettori punissero i faziosi concentrati sul proprio interesse per promuovere chi pensa davvero a all’interesse di tutti invece che di pochi furbetti.
Oppure si fa un partito noi. Noi di Informarezzo.
Si siamo piuttosto vecchi, ma che ci frega; in fondo i giovani senza i vecchi non combinano niente.
Sono convinto che a questa età la parola vale e nessuno se la rimangerebbe.
Una volta erano i giovani che volevano un modo migliore, ora sono stesi sul divano sdraiati.
Tocca a noi…dai partiamo!
a chi ti riferisci col “vecchi”? io,te,bc,paolo siamo nel pieno della seconda gioventù!