di Flavio Di Gregorio, professore e medico e ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore Roma
La commercializzazione di prodotti alimentari a base di farine di insetto nell’ ambito della grande distribuzione italiana suggerisce alcune riflessioni in quanto siamo all’inizio di una profonda trasformazione che nel tempo comporterà’ la fine inevitabile della nostra Dieta Mediterranea e di correlata tradizione culinaria millenaria.
Gli insetti sono definiti Novel Food, cioè’ alimento che non ha uno storico nella nostra alimentazione.
Novel Food sono ad esempio anche i semi di Chia, le Alghe, il frutto del Baobab e l’Alchengi peruviano, come nel XVI lo sono stati banane, pomodori, melanzane, patate, peperoni, mais, riso, cacao ecc.
Ci sono voluti secoli di incroci affinché’ solanacee come il pomodoro potessero essere tollerate dal nostro organismo prima di diventare un alimento tipico della Dieta Mediterranea, in quanto tossiche per l’alto contenuto di alcaloidi, le solanine, a tutt’oggi ancora responsabili di reazioni allergiche.
Il consumo su larga scala di insetti (a cui presto farà’ seguito la carne artificiale monoclonale già’ in vendita negli USA, Singapore e Israele) e’ promosso dal nobile principio di risolvere il problema della fame del mondo e migliorare l’impatto ecologico degli allevamenti animali.
Parallelamente si cela un enorme business in grado di invadere il mercato italiano, rivoluzionare la nostra dieta, spazzando via dal piatto tutti quegli alimenti Mediterranei Tradizionali, molti dei quali sono stati, a ragione, protetti da fine da marchi IGP, DOP, PAT E STG.
La recente autorizzazione da parte dell’EFSA (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare) alla commercializzare di prodotti a base di farine di insetti, dichiarati sicuri per l’alimentazione umana, quali grilli, cavallette e tarme della farina e’ la conseguenza dell’approvazione dell’FDA (Food and Drug Association) americana avvenuta alcuni mesi prima.
La scelta di puntare su questa tipologia di alimento viene giustificata, in modo sommario, dal fatto che molte popolazioni asiatiche, africane e del “nuovo mondo” si cibano da secoli di insetti, scordando che queste popolazioni hanno avuto a disposizione centinaia di anni per metabolizzare questo alimento, come per noi europei il pomodoro.
Sostituire allevamenti intensivi di bovini e suini con quelli di insetti implica dei reali vantaggi ecologici quali forte risparmio di acqua (10 litri vs 22000 per kg di proteine), minore superficie di allevamento (15 mq vs 200 mq per kg di carne), forte riduzione, di circa il 99%, della produzione di gas serra (anidride carbonica e metano) e ammoniaca.
Tutto ciò’ e’ sulla carta fantastico: alleviamo insetti e salviamo il pianeta!
Ma riflettendo possono nascere spontaneamente alcune domande.
Quale cibo mangiano questi frugoletti?
Cibo in decomposizione verdura, frutta, funghi, piante, scarti di lavorazioni industriali alimentari (quali?).
E’ noto che gli insetti hanno la capacità’ di nutrirsi di rifiuti organici come resti di cibo e prodotti umani, compost e liquami animali per trasformarli in proteine di alta qualità.
In quanto tempo le larve diventano adulte, pronte per la macellazione?
Di solito ci vogliono 4-5 settimane, tempi che possono ridursi mediante aumento della temperatura in allevamento, ma non si può’ escludere qualche aiutino chimico ormonale.
Quanti milioni di insetti vengono allevati per avere una buona produzione di farine visto che per farne un Kg ci vogliono almeno 5000 grilli?
In Francia fuori Amiens c’è’ il più grande allevamento di larve ed insetti del mondo, in un’area di circa 45.000 m² che produce più di 200.000 tonnellate di ingredienti a base di insetti all’anno, con insetti nutriti automaticamente da robot.
Che impatto ambientale ha lo smaltimento di questi milioni di milioni di residui e deiezioni?
Come arginare una fuga da allevamento di miliardi di insetti?
Se scappa una vacca e’ facile riprenderla, ma sciami di insetti?
E’ un problema di Protezione Civile Nazionale?
Quali eventuali danni possono arrecare gli insetti allevati alla salute umana?
I pericoli possono provenire da sostanze chimiche sia utilizzate in allevamento, come farmaci veterinari, inquinanti organici o pesticidi presenti nell’ambiente o nella loro dieta.
Significative quantità di materiali di imballaggio quali plastica, resine, cartone e fogli di alluminio potrebbero contaminare i cibi a base di rifiuti somministrati agli insetti e provocare un bioaccumulo negli insetti prodotti.
Gli insetti sono normalmente vettori di varie patologie infettive visto che nella loro flora batterica sono presenti Escheritia Coli, Salmonella e Campylobacter, neutralizzabili solo ad alte temperature di cottura, oltre a parassiti e miceti.
Essendo milioni esseri viventi allevati in piccoli spazi, a quali epidemie possono andare soggetti?
Quindi per prevenzione, quali e quanti trattamenti con antibiotici o altri farmaci vengono eseguiti nel loro periodo di crescita di 4-5 settimane?
Possono questi trattamenti apportare un antibiotico resistenza o altre problematiche per la salute dei consumatori abituali?
Quali metalli pesanti possono contenere gli insetti?
La presenza di quantità’ rilevanti di Cadmio nell’organismo dei grilli e di Arsenico e Selenio nelle Tarme può’ arrecare danni alla nostra salute nel tempo?
Altro pericolo può’ provenire da una loro alimentazione con alimenti OGM, proibita sulla carta, oppure lontana dalle loro caratteristiche genetiche, con conseguente modificazione di proteine in Prioni, come già’ e’ accaduto nell’encefalopatia da “Mucca Pazza”.
La lavorazione industriale degli insetti, come quelle suine e bovine, può dare origine a composti potenzialmente tossici come ammine aromatiche eterocicliche, idrocarburi poliaromatici (IPA), cloropropanoli, furani e acrilammide, per reazioni chimiche o termiche tra insetti e altri ingredienti.
Dal punto di vista nutrizionale gli insetti sono un “alimento” iperproteico, si arriva sino al 60% , contengono un’alta percentuale di fibra presente nel loro esoscheletro di chitina, non digeribile soprattutto quella delle ali e del rostro, hanno uno scarso contenuto in carboidrati ed i grassi.
Gli insetti sono ricchi di sostanze cosiddette “antinutrizionali” agenti chelanti che non permettono l’assorbimento organico di minerali e vitamine, quali tiaminati, fitati, ossalati, tannini, chinoni ecc.
L’eccesso di nuove proteine nella nostra alimentazione comporterà’ a comparsa di nuove allergie alimentari, e problematiche epatiche e renali, soprattutto se questo cibo entrerà di routine nella nostra dieta.
Concludendo se il vero scopo e’ quello di risolvere la fame nel mondo, perché’ a coloro che sono veramente poveri e che si cibano da sempre di insetti viene riproposto lo stesso alimento a mo’ di merendina e con dei costi?.
Non sarebbe forse il caso di alimentarli e soddisfarli finalmente in modo diverso?
Le alternative alimentari ci sono, basta solo volerle attuare.