Liceo del Made in Italy: Una pericolosa buffonata

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La scuola italiana ha bisogno di tante cose: di più insegnanti e meglio preparati, di edifici sicuri e adeguati, di strumentazione tecnologica aggiornata ecc. ecc.
Di una cosa sicuramente non ha bisogno: di altre modifiche normative. Se ne sono avute già troppe di riforme improvvisate, che rischiano di destabilizzare ulteriormente un settore che ha grosse difficoltà e che si regge, checché se ne dica, grazie all’impegno (malpagato) degli insegnanti.
Nell’ultima ventina di anni abbiamo avuto la riforma Moratti, il decreto Fioroni, la riforma Gelmini, entrata in vigore dieci anni fa e infine la “buona scuola” di Renzi ( Legge 107/2015) il cui concetto centrale è l’autonomia scolastica (in fondo un modo per semiprivatizzare la scuola pubblica)
Qualcun ha fatto un esame di queste riforme? Quali cambiamenti hanno apportato alla scuola e quali miglioramenti, se ne hanno apportati.
Purtroppo ultimamente la scuola è stato il campo su cui piantare bandierine ideologiche, uno strumento di propaganda politica. Basterebbe vedere la riduzione del bilancio della pubblica istruzione per capire il reale interesse per il potenziamento della scuola pubblica.
E cosa fa il nuovo governo? Inventa il Liceo per il Made in Italy (a proposito: non dovevano essere bandite le espressioni in inglese?).
Non so se la brava Presidente del Consiglio e l’altrettanto bravo Ministro della Istruzione e del Merito si sono fatti spiegare gli indirizzi già esistenti in Italia per le scuole superiori.
IN sintesi (sicuramente incompleta) ricordiamo che in Italia esistono tre tipi di scuole superiori:
  1. Licei, con almeno 6 indirizzi (all’interno dei quali poi esistono ulteriori specificazioni)
  2. Gli istituti tecnici, con circa undici specializzazioni, tra cui quella del turismo e promozione del territorio, quello del settore moda e quello sull’agroalimentare.
  3. Istituti professionali, con altri undici indirizzi tra cui: enogastronomia e ospitalità alberghiera e industria e artigianato per il Made in Italy
E come se questo non bastasse ora il governo nazionalista aggiunge il Liceo del Made in Italy.
Come si inserisce il nuovo indirizzo all’interno di questo quadro normativo? Come saranno scelti gli insegnanti e chi li preparerà al nuovo compito?
In quali edifici e con quali strumenti potranno lavorare?
Nessuno ce lo ha spiegato. Ma quello che conta è aver messo una bandierina nazionalista perché la gente capisca che questo governo fa sul serio per la difesa degli interessi nazionali. Poi se non si fa niente e si aumenta la confusione nella scuola…cosa importa? Il messaggio è stato lanciato e alle prossime elezioni i cittadini se ne ricorderanno, e non andranno certo a verificare se questo nuovo indirizzo ha prodotto qualcosa di positivo o se avrà messo in ulteriore confusione il sistema scolastico pubblico..
E non vogliamo pensare a cosa succederebbe nella scuola in caso di approvazione della cosiddetta autonomia differenziata!
Giorgio Renzi -Luca Tafi

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