Interviene lo storico aretino Santino Gallorini, in merito al ritrovamento di alcuni libri della biblioteca di Castiglion Fiorentino scritti da Mons. Angelo Tafi all’isola ecologica del comune.
“Ha fatto scalpore la recente notizia che all’isola ecologica di Castiglion Fiorentino sarebbero stati ritrovati, ormai consegnati per la distruzione, alcuni libri provenienti dalla biblioteca di Castiglion Fiorentino di Monsignor Angelo Tafi, assieme ad altri libri più o meno recenti della collana “Quaderni della Biblioteca”.
“Ho fatto alcuni semplici accertamenti – dice Santino Gallorini – ed in effetti, sarebbero stati visti alcuni libri con l’inconfondibile firma “A. Tafi” e la data di acquisizione, in alto a destra, assieme ad un timbro con la dicitura “Dono di Mons. Angelo Tafi”. Così come sarebbero stati visti libri sugli Ebrei a Castiglion Fiorentino del Prof. Leopoldo Boscherini, libri sull’ultima Guerra mondiale curati dal Prof. Ivo Biagianti ecc.
A quanto ho capito, sarebbero tutti libri non conservati nella Biblioteca Comunale, nel senso che non hanno un numero di inventario, ma nei magazzini dell’Istituzione.
Non sta a me ricercare responsabilità per quanto accaduto.
Dico solo che libri come quelli di Boscherini e di Biagianti potevano essere messi in vendita o donati ai ragazzi della zona, pressoché ignari della nostra storia.
Sui libri di Monsignor Tafi, sono molto dispiaciuto e amareggiato, ma non per me, proprio per Don Angelo. Erano anni che mi esternava la sua preoccupazione di veder dispersa dopo la sua morte la sua ricca e amata biblioteca. Mi diceva: “Sai Santino di cosa ho paura? Che i libri di valore finiscano agli antiquari, altri in qualche biblioteca e parecchi al fuoco …”.
Per evitare questa paventata dispersione di tutti quei libri, messi insieme in una vita intera e amati parecchio, gli consigliai alcune possibilità e alla fine, mutata anche la dirigenza, acconsentì di farne dono alla Biblioteca di Castiglion Fiorentino. Il suo era un dono vincolante: prendete tutta la mia biblioteca e la conservate in toto, senza prestare i libri che darete solo in consultazione.
Il trasloco dei circa 8.000 libri, più i quaderni, più le foto dei suoi viaggi in Medio Oriente e altre cose, durò a lungo. Di ogni libro preso dai suoi scaffali veniva letto l’autore e il titolo e Mons. Tafi, lì presente, ne decretava la cessione alla Biblioteca oppure il momentaneo deposito nella cucina della canonica di Pieve a Ranco, dove continuava a lavorare alla revisione di Immagine di Arezzo (1° volume) e ad una Immagine di Siena, poi “scomparsa”.
Appena i libri arrivavano alla Biblioteca di Castiglioni venivano timbrati come quelli ritrovati. Erano poi accantonati in attesa della catalogazione. E piano piano, la catalogazione è avvenuta, ma probabilmente qualche scatola è sfuggita.
Ripeto, mi dispiace e parecchio per Monsignor Tafi, che non avrebbe voluto veder disperso neppure il più piccolo e magari poco interessante dei suoi amati volumi.
E mi si permetta di rispondere a chi, sui social ha fatto superficiali commenti, sostenendo la poca importanza dei libri di Tafi visti all’isola ecologica: la conservazione dei libri, in generale, non avviene con sistemi “democratici”, perché se oggi si mettesse in votazione quali libri salvare e quali no, tranne qualche volume di calcio e altri simili argomenti, il resto finirebbe al fuoco! Quindi, tutti i libri hanno la loro dignità e il loro diritto alla conservazione, tanto più se compresi in una donazione regolarmente accettata. Spero che Don Angelo ci perdoni”.
La polemica innescata da un consigliere dell’opposizione, Danilo Serafini, a cui il gruppo di maggioranza, via social, aveva risposto così:
“Da sempre protagonisti ed artefici di idee che vivacizzano il panorama culturale e tendono a sviluppare una coscienza critica dei cittadini castiglionesi. Tante le iniziative tese alla conservazione della memoria, e quindi anche del nostro patrimonio librario”, si apre così la replica dell’Amministrazione comunale guidata da Mario Agnelli.
“In un paese normale il dibattito politico s’incentra sui problemi e talvolta può sfociare in aspre critiche. In un paese normale. Castiglioni, purtroppo, non è un paese normale. Qui abbiamo un consigliere comunale, tale Serafini, che ha pensato bene di riversare le sue storture mentali nella sua strampalata attività politica. E così accade che questo solerte consigliere, nella foga di trovare il marcio a tutti i costi, costruisca un’accusa nei confronti dell’Amministrazione Comunale che si rivela oltreché falsa anche del tutto improbabile. Serafini, dunque, ci accusa di aver buttato al macero centinaia e centinaia di libri, alcuni dei quali addirittura appartenenti al “Fondo Tafi” e da lui salvati. Ma andiamo per ordine, così da far comprendere quanta falsità vi sia negli scritti di questo Savonarola “de noantri”. Con la delibera n.48 del 24.02.2020 la Giunta Comunale ha autorizzato lo scarto dei libri della Biblioteca, una procedura ordinaria con la quale viene inviato un elenco dei libri in Sovrintendenza, che autorizza lo scarto. In questo caso allegato alla delibera c’è l’intero elenco dei circa 1000 libri selezionati e l’autorizzazione della Soprintendenza. Nonostante vi sia l’autorizzazione allo scarto, è buona norma che i libri scartati vengano donati alle Scuole, ai Circoli, e, dallo scorso anno, anche all’iniziativa “Uno, nessuno e centomila” che è nata anche per questo motivo. Solo una residua parte viene destinata al macero, e si tratta perlopiù di libri deteriorati, riviste, o doppioni, triploni, in cattivo stato. La nostra Amministrazione si è distinta da sempre per l’attenzione che ha dimostrato, concretamente, per le politiche tese alla conservazione della memoria, e quindi anche del nostro patrimonio librario: negli anni siamo stati insigniti non a caso del titolo “città che legge”, e siamo da sempre protagonisti ed artefici di idee che vivacizzano il panorama culturale e tendono a sviluppare una coscienza critica dei cittadini castiglionesi. Non siamo abituati a tali bassezze da parte di questi odiatori seriali, capaci unicamente di puntare l’indice, in questo caso verso una corretta pratica amministrativa. La procedura di scarto è stata seguita anche dopo l’adozione della richiamata delibera. Dunque, in questo elenco, del quale tutti possono estrarre copia – ed a maggior ragione l’astuto consigliere -, non vi sono i libri appartenenti al Fondo Tafi. A seguito della notizia fornitaci abbiamo provveduto a denunciare alle competenti Autorità la scomparsa di quei libri. Pare tuttavia che lo stesso Consigliere custodisca in gran segreto quei libri, dei quali denuncia la scomparsa. Ci dica, dunque, il Consigliere, come possa avere in custodia dei libri di proprietà della Biblioteca e soprattutto chi glieli abbia consegnati”.
Non so niente del consigliere in questione, nella risposta ci trovo insulti ed un filo di coda di paglia infiammata, che siano messe insieme a dati di fatto è un classico
Se Castiglioni diventa normale in questa “forma” , si rialzano le quotazioni delle storture di ogni genere. Fra l’altro il tono è giusto per un Savonarola che vorrebbe tutti storti a sua immagine e somiglianza, meglio, tutti normali a sua somiglianza.
Questo non inficia la qualità della linea amministrativa attuale, fra l’altro mi sembra che sia al secondo mandato e se i castiglionesi l’hanno riconfermata vuol dire che, in maggioranza, l’approvano.
Lo storico è intervenuto, mi sembra, con poco rigore: “sarebbero stati visti “; “A quanto ho capito” (in sede storica questa premessa è da escludere, ci sono interpretazioni ma se non si è certi di aver capito una cosa lo studio storico richiede ulteriori approfondimenti e ci si pronuncia dopo averli completati, se si si continua a non capire si tace sull’argomento, per questioni scientifiche).
Si pone però fuori da questo contesto nel momento in cui lega l’intervento all’affetto più che comprensibile verso l’autore. E poi alza il livello al tramonto del pronunciamento, quando scrive sulla conservazione dei libri. Lì lo trovo perfetto.
Storture mentali?