In vista delle prossime elezioni politiche interviene Fabio Faltoni – responsabile provinciale della FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani, il primo sindacato in Italia fra i dipendenti di banca.
Vista l’importanza delle banche nel sistema economico e sociale italiano, non possono essere indifferenti i movimenti che periodicamente, magari anche sottotraccia, interessano il settore nel suo complesso.
Nella nostra provincia, questa è la situazione, seppur in un panorama molto mutevole: 23 banche per 151 filiali/punti operativi e meno di 1.500 dipendenti.
Per numero di filiali, abbiamo in testa Intesa Sanpaolo, poi MPS, BPER e UniCredit; la prima banca di Credito Cooperativo è Banca Tema.
Le prime tre banche (Intesa, MPS e BPER) sommano più della metà del totale sportelli e circa il 70% del totale dei dipendenti. Da solo, il Gruppo Intesa Sanpaolo vede circa 650 lavoratori, di cui più della metà negli uffici del complesso di Via Calamandrei.
La presenza di punti operativi è spalmata un po’ in tutte le zone geografiche, col capoluogo che ne ha da solo più di un quarto (una quarantina su centocinquantuno); Valdichiana (38) e Valdarno (35) sono le Vallate con maggiore presenza bancaria, mentre soffrono Casentino e Valtiberina con meno di venti filiali a testa.
Non solo, ma il Casentino si trova con ben sei comuni (circa diecimila abitanti) senza più sportelli bancari.
Ora, non c’è da stare allegri, guardando ai Piani Industriali in corso nelle banche più grandi: Intesa vorrà chiudere un terzo (più di mille) delle filiali italiane “Retail” entro tre anni, per BPER si parla di chiusure di poco inferiori al 30% dell’attuale presenza territoriale, per MPS dell’11%.
In assenza ancora di dettagli locali, se applichiamo tali percentuali al nostro territorio, si può rischiare la chiusura di una ventina di filiali.
Non solo, ma i conseguenti esuberi di personale parlano – fra le tre banche – di 11/12.000 a livello nazionale; esuberi che però saranno gestiti – come sempre da più di vent’anni – col Fondo Esuberi del settore bancario, che prevede solo prepensionamenti volontari e senza alcun contributo pubblico. Agli esuberi, si accompagneranno poi nuove assunzioni per almeno la metà di chi lascia il mondo del lavoro, come la FABI (il primo sindacato nel settore bancario) ha imposto in questi ultimi anni.
Vista la situazione bancaria locale, facciamo appello ai candidati alle Politiche del 25 settembre per attivarsi, una volta eletti, al fine di:
– evitare nuove chiusure di filiali bancarie nella nostra provincia. Ricordiamo che solo Banca Intesa ne ha chiuse una quindicina in un anno e mezzo e BPER è assente dalla Valdichiana e quasi del tutto dal Valdarno. Ci aggiungiamo che un recente studio della FABI ha evidenziato come solo il 45% degli italiani usi l’internet banking, come la Turchia e poco più della Grecia, ma ben sotto a nazioni come la Norvegia, Danimarca e i Paesi Bassi (sopra al 90%), l’Estonia (82%) o il Belgio (75%).
– Riuscire a veicolare ad Arezzo una parte importante delle nuove assunzioni previste dai Piani Industriali.
– Portare ad Arezzo i tanti nuovi lavori bancari nell’on-line, con uffici di eccellenza e presìdi specialistici.
– Porre massima attenzione a quelle che noi chiamiamo le “indebite pressioni commerciali”, cioè le forti e reiterate pressioni che subiscono i lavoratori allo sportello – da parte dei massimi vertici – per vendere certi prodotti finanziari e assicurativi. Per rendersene conto, basta andare a riprendere l’audizione e il materiale lasciato dal Segretario Generale della FABI Sileoni, sentito il 17 maggio scorso dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche.
– Continuare a interessarsi alla vicenda di David Rossi, il responsabile della comunicazione del MPS, morto in circostanze molto misteriose cadendo da una finestra del suo ufficio a Siena nel 2013.
Siamo certi che, una volta in Parlamento, i candidati della zona avranno tutto l’interesse ad affrontare questi argomenti.
I Comuni senza sportelli bancari: Capolona, Chitignano, Chiusi della Verna, Ortignano Raggiolo, Talla e Montemignaio.