Mischiando realtà e bugie si fanno facili affermazioni, ma smentibili rapidamente.
In un passaggio di una intervista pubblicata su un giornale web aretino, il sindaco ha affermato, sapendo già di aver fatto una figura pietosa sullo spostamento del robot e cercando oggi di giocare di anticipo, che…: “Non deve succedere, come è capitato, che il sindaco scopra che si stanno valutando gli spostamenti del robot chirurgico al Cct solo perché vado a fare un controllo e trovo il dottor De Angelis e la dottoressa Calamai al Centro Chirurgico Toscano che stanno studiando come spostare il reparto di chirurgia del San Donato”.
A parte che lui era già informato della ipotesi – in via informale tramite amici suoi – la Direzione generale aveva in quel momento, incaricato me e la D.rssa Calamai, solo di una valutazione di fattibilità del progetto. Dopo questa valutazione, la Direzione stessa avrebbe preso una decisione e ne avrebbe dato comunicazione al Sindaco e ai Cittadini.
Il sindaco trovava modo, in quella occasione, di inveire contro la D.rssa Calamai, affermando che il robot, per motivi politici, non si doveva muovere e che se perdeva in “non funzionamento” perché inattivo al San Donato pazienza. Alla fine sarebbe stato usato come attaccapanni per il Covid, senza valutare che la perdita in termini di lavoro prodotto della macchina, sarebbe stato di circa 500.000 euro. Secondo il sindaco, se proprio la Direzione voleva, avrebbe dovuto affittarne un altro, con costo per l’azienda altri 150 000 euro. Geniale! Intanto Ghinelli poteva però mostrare i muscoli.
Per inciso il costo dello spostamento del robot, nonostante abbiamo sentito di tutto, è stato pari a zero, perché eseguito in andata e ritorno gratuitamente dalla ditta costruttrice.
Questi i fatti. Capisco che per il Sindaco – padre della patria e del campanile – sia stata una grande occasione stare in tv a farsi pubblicità, ma avrebbe dato un esempio migliore cercando di non ostacolare quella che si è rilevata una ottima operazione (nella quale io ho solo meriti operativi non decisionali) senza necessariamente farsi paladino dei suoi interessi di visibilità pre-elettorale.
Se anziché fare lo speaker televisivo pro domo sua, avesse indossato una tuta e una maschera e fosse andato in ospedale a sostenere quei medici e quegli Infermieri (non io che come urologo sono stato super privilegiato) che in condizioni fisiche e psicologiche difficili si prodigavano per gli altri, avrei oggi una ben diversa considerazione.
Solo arroganza e facciata… e chi la pensa diversamente non è alla sua statura!
Michele De Angelis