Perché cercate tra i morti
colui che è vivo”? (dal Vangelo)
“Ma come sei bellino! Fiore
tra i fiori, ramo tra i rami” (Giovanna)
La primavera è il giorno che mi hanno dimesso dall’ospedale.
Nelle galassie i falegnami usano solo viti a stella.
Oggi ho messo in mare la mia
magnifica barca / le lunghe assi in
mogano curvato perfettamente
levigato / e la maniglieria
tutta in uno smagliante ottone
lucidato / poi le vele, candide
e nuove con già intessuto nella
trama un benevolo vento che
le muove / Tutto è stato varato /
un attimo prima del festoso
evento ogni pezzo è stato
finemente triturato / Il blocco
di barca polverizzato è stato
quindi accompagnato in mare
con grida di giubilo e fanfare /
Subito è affondato / Ho preferito
così, pietosamente accelerare /
il suo, come il nostro, inevitabile naufragare.
Ho guardato da vicino la piuma
di un cigno / uno slanciato
bianco abbacinante teneramente
curvato / la forma di una fiamma
di neve / Al centro vento denso /
verso l’esterno impalpabile
fumo bianco / che incanto ! / Mi
sono sentita un’analfabeta della
natura / greve come roccia / noi
che sappiamo fare solo unghie
e ossa / lontani anni luce dalla
spuma di una piuma.
A proposito di “mi illumino di meno”
Senti questa versione che si intitola
Notte da ladri
“Illumino e ti meno”.
Non si dovrebbe dire che gli alberi
in autunno sono spogli, sarebbe
meglio dire che sono sfogli.
Anche tu / questa notte / andato
via / Di colpo / Senza una parola /
L’amore non è altro che vapore.
Se aprissi un negozio di barbiere
lo chiamerei Barba Blu.
un negozio di ali lo chiamerei Alibabà.
Se di cognome mi chiamassi
Fragio aprirei di sicuro un negozio
di nuvole e lo chiamerei Nubi Fragio.
Se avessi un’oca, la chiamerei Cola. Oca Cola.
I campi elettrici sono campi in
cui crescono i lampioni. Una
volta maturi i lampioni fanno i
fiori e poi, in autunno, maturano i
frutti: le lampadine. Che possono
essere delicatamente colte e accese.
Quando vedi attorno a te solo crudeltà e ferocia per consolarti prendi un benocolo.
L’amore è un vento, solleva foglie / fa sbatttere porte,
fa ricrescere le braccia diventate corte.
È colpa del mare se la parola
Azzurro/ è così consumata / tutta
strappata / Anche del cielo / ma
soprattutto del mare / Tra un po’
nessuno la potrà più adoperare.
Ho un bel nome per una
radio: Radio Zitta.
Bibidi Bobidi Blu
La Grande storia dell’Umanità:
Fila via di qua ci voglio stare io /
Col cavolo / Questo posto è mio /
Pim Pum Pam / Botte da orbi
Dolore e morte / Vince il più forte
Pim pum pam / Morte e dolore
Vince sempre il peggiore.
Anche questo a noi manca / il
Bianco totale / il bianco del sale.
Ciao Filippo! Solo a te posso
scrivere tante assurdità. Sei prezioso.
Non vuoi scrivere nessuna
favola? Iniziala (e subito
finiscila) così: Zera una volta…
Vuoi scrivere una buiofavola?
Iniziala così: Nera una volta…
Vuoi scrivere una fruttofavola?
Iniziala così: Pera una volta…
Vuoi scrivere qualche
Futurfavola? Iniziala così: Ci sarà una volta…
Se un giorno fabbricherò cera
per parquet la chiamerò Cera Unavolta.
“Volete dei pavimenti
da favola? Comprate Cera Unavolta”…
Nell’universo c’è una porta…
Nessuno sa dove porta.
Caro Filippo, ti auguro di diventare
una pietra, con tutte le certezze che le sono peculiari.
Caro Filippo, ti auguro di diventare
una grande vetrata di fronte a un bosco.
La vetrata non soffre pioggia,
vento e autunni. Guardare e non
boscare è la cosa da augurare.
Un altro errore! Il sito da cui
estraggono il marmo non si
deve chiamare cava. Il nome esatto è scava…
Perché la Fantastica è anche una Realistica. Forse l’ultima immagine che ci ha lasciato è quella del bambinetto in braccio alla madre o al padre su un tetro autobus affollato, tra gente depressa, frettolosa, aggrondata. E lui se ne infischia e ride, scherza, domanda, gioca, e intanto cresce, e impara a usare corpo e mente e ragione. È, diceva, Rodari, l’ottimismo della specie: la voglia di crescere per ritrovare e costruire una norma e, se ci serve cambiarla, cambiarla… Aladino può essere un poveraccio e il lupo malvagio può essere in realtà un’anima generosa ingiustamente calunniata. Insomma, quel bambinetto, impara che si può divergere dalle strade già tracciate, si possono costruire altre strade, nuove, diverse, migliori. «Il dogma secondo cui Cappuccetto Rosso, attraversando il bosco, si imbatte in un lupo, è un dogma divertente solo se possiamo rivoltarlo come ci pare». Così scriveva Gianni Rodari sul suo giornale, Paese Sera, l’11 dicembre 1959. Un filo che si diparte, si lega agli altri, li lega ancora meglio, tra la gente che vuole vivere in pace, in giro per il mondo, e che la notte usa la Lampada di Aladinamo…
Alle rose basta il sole
per non sentirsi sole
Il misterioso calcolo del Colèdoco