Incerto il futuro del pm Roberto Rossi, decaduto capo procuratore della repubblica di Arezzo.
Dal 1998 ad Arezzo, lo scorso 18 luglio Rossi ha concluso il secondo mandato di quattro anni a capo della locale procura della repubblica. E proprio in prossimita’ della scadenza dell’incarico, il magistrato ha presentato domanda al Csm per il posto di procuratore di Ancona. A contendergli l’incarico altri due importanti magistrati: Lucia Musti, procuratore capo a Modena e Corrado Mistri, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione.
Il Csm decidera’ domani chi dei tre abbia le carte in regola per ricoprire l’importante posizione e Rossi, stando a voci provenienti da Palazzo dei Marescialli, potrebbe vedersi scivolare definitivamente fra le mani questa importante occasione professionale.
Da quanto appreso da fonti del Csm a fare da sbarramento alla carriera di Rossi un procedimento disciplinare, aperto dalla Corte di Cassazione, che di fatto andrebbe ad incidere in modo irreparabile sulla possibilita’ di ottenere il prestigioso incarico.
La V commissione del Csm, che si occupa di esaminare le candidature agli incarichi direttivi, si e’ gia’ espressa in questo senso ritenendo piu’ idonea la figura di Lucia Musti alla quale sono andati due voti della commissione. Soltanto uno per Rossi, quello del consigliere Ciambellini che gia’ lo aveva difeso in altri procedimenti disciplinari.
il Csm sembrerebbe preferirgli Lucia Musti, procuratore capo a Modena, motivando la scelta con parole inequivocabili: “ Buone attestazioni, invero, si rinvengono anche a favore del dott. Rossi nel richiamato parere del Consiglio Giudiziario di Firenze, ma all’analisi concreta e effettiva dei dati raccolti e dei risultati raggiunti, al di la’ degli aggettivi adoperati, non puo’ non tenersi conto come sul conto del secondo si segnalano in sostanza tre ordini di servizio significativi (n.d.r. richiami) e altri provvedimenti organizzativi comuni, che hanno consentito un adeguato controllo e una parziale riduzione delle pendenze, mentre per la prima sono passati in rassegna e approvati numerosissimi provvedimenti che hanno comportato ottimi risultati sia dal punto di vista quantitativo che quantitativo.” Aggiungendo poi: “Tutti questi indicatori specifici marcano in sintesi un vantaggio effettivo e oggettivo per la dott.ssa Musti, tenendo in debito riferimento la qualita’ e quantita’ degli obiettivi raggiunti, senza mai alcuna criticita’ nel relativo percorso professionale”.
“Cio’ posto, una volta ritenuta la netta prevalenza della dott.ssa Musti sul dott. Rossi sul piano degli indicatori specifici applicabili alla presente procedura, l’esame degli indicatori generali riconducibili ai due candidati (con riguardo alle esperienze ed agli incarichi menzionati dagli interessati nelle rispettive autorelazioni) non offre elementi pregnanti e determinanti idonei a sovvertire gli esiti della comparazione attitudinale sin qui effettuata.”
Concludendo: “non ve’ dunque dubbio che i parametri a favore della dott.sa Musti sono maggiormente adeguati e comunque prevalenti rispetto a quelli del dott. Roberto Rossi.”
Il futuro di Rossi resta dunque incerto, nonostante una carriera fatta di successi ma anche di qualche incidente di percorso o di “criticita’ ” come indirettamente richiama il Csm nel valutare la candidatura di Rossi.
Nel corso dei tanti anni trascorsi ad Arezzo ricordiamo i grandi processi di cui si e’ occupato: Banca Etruria, Eutelia, Ciet, Chimet, Amministrazione Lucherini e il piu’ recente Coingas.
Successi e inciampi che forse ne hanno minato la carriera. La storia di cui tanto si parlo’ legata alla frequentazione di una garconniere pagata dal poliziotto Antonio Incitti (condannato a 3 anni insieme alla moglie proprio in riferimento a questo) la vicenda Eutelia sulla quale sono ancora in atto procedimenti penali contro i commissari e alcuni magistrati e da ultimo lo scandalo Banca Etruria per la quale il Csm ritenne di sollevarlo dall’incarico a causa del venir meno del requisito di imparzialita’.
Lo stesso Csm che domani, mercoledi 14 settembre, in seduta plenaria si esprimera’ ancora una volta sul futuro del pm Roberto Rossi.

Roberto Rossi, le tappe di una lunga carriera.
Sin dal principio per tutta la carriera, dal giugno 1988, Rossi ha svolto funzioni giudiziarie requirenti in massima parte di primo grado, precisamente sino al 1994 alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Mantova, con due applicazioni: dal novembre 1989 al maggio 1990, infatti, e’ stato piu’ volte destinato in supplenza alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Brescia con funzioni di Sostituto Procuratore Generale; altra applicazione distrettuale nel corso dei sei anni alla Procura di Mantova, avvenuto a favore di quella di Cremona. Dal 1994 al novembre 1998, il dott. Rossi sempre come sostituto procuratore ha prestato servizio alla Procura della Repubblica di Siena, con una applicazione a quella di Grosseto. Durante le funzioni di sostituto procuratore di Siena ha svolto per un anno funzioni di reggente per la vacanza del capo dell’ufficio il che ha determinato un primo esercizio di fatto di funzioni direttive. Dal novembre 1998 sino al luglio 2014 e’ stato sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo, con un periodo di ulteriore applicazione, in questo caso extradistrettuale, alla Procura della Repubblica di Perugia. A partire dal 18 luglio 2014, infine, Rossi ha assunto l’incarico di Procuratore della Repubblica nello stesso ufficio toscano. Nel 2019 la carriera di Rossi subi’ una brusca frenata con la delibera assunta dal CSM nei suoi confronti, del 24 ottobre 2019, di sua non conferma nelle funzioni direttive a causa di una vicenda legata alla gestione dell’inchiesta su Banca Etruria. Tale decisione venne annullata dal Consiglio di Stato, con conseguente conferma delle funzioni direttive, deliberata con decorrenza dal 18 luglio 2018.