“In Italia, come noto, secondo una scala di priorità assunta come linea guida dagli stessi paesi europei, il vaccino inizialmente è stato somministrato a particolari categorie. Una volta terminata questa fase, giustamente riservata a specifici segmenti della popolazione che per professione o caratteristiche socio-anagrafiche sono state considerate ‘a rischio’, si sta cominciando a pianificare una campagna a larga diffusione.
Crediamo che sia necessario inserire anche i dipendenti comunali in questa seconda fase, segnata da un’importante recrudescenza del virus. Un vaccino in tempi rapidi sarebbe a tutela non solo del corretto svolgimento in presenza dei servizi erogati ma anche degli stessi utenti che si rivolgono agli uffici”.
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