Il punto di non ritorno

10
di Luca Benesperi
.
Pur non avendo la benchè minima stima del governo giallorosso ho cercato sempre di interpretare e capire il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Forse per quella solidarietà di funzione che da rappresentante delle istituzioni mi fa sopportare, nel mio piccolo, il carico di responsabilità e incertezza che regna sovrano in questo periodo particolarmente buio. Pur d’accordo con chi lo definiva una pedina che governava “col favore delle tenebre”, situato nel ganglo vitale dello Stato per soddisfare gli appetiti dei governi stranieri, ho sempre cercato di difenderlo, forse autoconvincendomi di una buona fede che in realtà si è dimostrata non esserci. Come spesso accade in politica l’antitesi non ha retto alla logica stringente della tesi e nell’arte più antica del mondo, come in amore e nella tosse, gli effetti non si possono nascondere, almeno non a lungo. Ho capito che il governo non aveva la benchè minima contezza di quello che stesse facendo e dove volesse andare quando, con un decreto ferragostano, interrompeva, ormai a danni fatti, l’attività di discoteche e aperitivi sulla spiaggia vista l’ondata di contagi. Non importava essere virologi di fama mondiale ma semplici persone di buon senso per capire che se si mandano orde di ragazzini a spasso di notte ad affollare i locali, il risultato è pressocchè scontato. La raccomandazione poi di andare a ballare mantenendo le distanze o indossando la mascherina fece subito morire dal ridere se non ci fosse stato da piangere circa la totale mancanza di contatto con la realtà che ormai affliggeva (e affligge) i nostri governanti. Ed ecco che si è continuato a navigare a vista: aprire per salvare l’estate, chiudere per salvare il Natale e forse a Capodanno richiudere per salvare la Pasqua. Peccato che in questo turbillon di leggi, decreti e circolari oscure e caotiche anche per gli addetti ai lavori mezza Italia stia andando sul lastrico. Ma del resto il modo di legiferare è la cartina di tornasole di una classe dirigente. Lo sapeva bene Tacito, che negli Annali scriveva: “corruptissima re publica plurimae leges”. Siamo ai titoli di coda e il volto cereo e la voce insolitamente traballante di Conte, domenica scorsa, dimostrano come, forse, nemmeno lui creda fino in fondo a quel che si sforza di dire. Il maldestro tentativo di rassicurare sul ristoro dei danni è la ciliegina su una torta sempre più indigesta: i fondi UE sono ormai come l’Araba fenice. Nel frattempo i ciuchi alla mola cercano di tirare avanti la baracca e pagare le tasse con quel che avanza in fondo al barile. Qualcuno si ribella e i fatti di Napoli credo saranno la manifestazione sempre più frequente di un popolo stanco, affamato e preso in giro in una Italia dove dopo sei mesi siamo ancora al punto di partenza in termini di posti letto negli ospedali, rianimazioni e trasporto pubblico.
Conte dice che “lo Stato c’è!”. Nel dubbio facciamo i debiti scongiuri.

10 COMMENTS

  1. La soluzione e’ facile, chiudere tutto nuovamente con lo Sato che compensa le attivita’, rinvia le tasse, paga le aziende che devono riscuotere da lui, Possiamo farlo? no.

  2. “Studi di sieroprevalenza ci dicono che la letalità oscilla la tra lo 0,25% e lo 0,40%, il 3,5 per mille medio: siamo 3-4 volte superiori alla letalità dell’influenza stagionale ma decine di volte inferiori a Sars e Mers, per non parlare di Ebola e aviaria. Facciamo i conti con questi dati e quando si parla di questa letalità dovrebbe imporsi obbligatoriamente un’analisi dei rischi e dei benefici”
    Questo e’ quello che ha dichiarato il virologo Giorgio Palu’ e, se confermato, dovrebbe ricondurre un po’ tutti alla ragione.

    Alla domanda se e’ favorevole ad un nuovo lockdown Palu’ ha risposto cosi’:
    «Sono contrario come cittadino perché sarebbe un suicidio per la nostra economia; come scienziato perché penalizzerebbe l’educazione dei giovani, che sono il nostro futuro, e come medico perché vorrebbe dire che malati, affetti da altre patologie, specialmente tumori, non avrebbero accesso alle cure. Tutto questo a fronte di una malattia, la Covid-19, che, tutto sommato ha una bassa letalità. Cioè non è così mortale. Dobbiamo porre un freno a questa isteria».

    • Il virologo Palu’ mi era sfuggito nella ressa e nella rissa delle decine di virologi che sono le nuove star dei media. Deve essere della corrente del virologo Bassetti, che mi dicono andare x la maggiore ed essere assurto anche a sex symbol. Infatti e’ mesi che combatte l isteria collettiva del lockdown.
      Chi sono io x contraddire il virologo Palu’?
      L’ isteria x la mortalita’ solo 3/4 volte superiori alla normale influenza io per la verita’ la vedo negli allarmi disperati degli operatori sanitari. Nei racconti di chi fa le file con l ambulanza in attesa del posto in terapia intensiva. Insomma, ci sono gia’ ospedali al limite e gli altri si agitano parecchio vedendo aumentare ogni giorno i clienti. Sento in questo momento alla radio che la Germania ha 25.000 posti in terapia intensiva, ma non ha il personale x gestirli, x questo stanno facendo chiusure piu’ drastiche delle nostre. Qui il problema e’ lo stesso con molti meno posti. E appunto mica ci sarebbe solo il covid da curare.
      Sento sempre ora sempre alla radio che ci sono 1.500 posti in t.i. occupati ed e’ previsto che saranno piu’ di 2.600 tra una settimana. Tra 2? Tra 3?
      Benesperi richiama Tacito e x non andare tanto indietro poteva anche citare la manzoniana iper produzione di grida.
      Il Manzoni mi sembra piu’ appropriato, infatti a leggere te, caro ” Non solo covid” mi sembra di rileggere Don Ferrante che specula sul dilemma se la peste sia sostanza o accidente, giungendo a inattaccabili conclusioni sulla sua inesistenza mentre di peste ci schianta.

      • Esiste anche l’aspetto economico che non sarà importante come la salute ma quasi cosi come l’aspetto psicologico soprattutto quello dei bambini ai quali viene insegnato in eta’ adolescenziale a non avvicinarsi ai propri coetanei con conseguenze future molto molto preoccupanti.
        E’ vero che i Pronto Soccorso stanno andando in tilt cosi come e’ vero che le terapie intensive rischiano la saturazione ma e’ altrettanto vero che, concentrati solo sul Covid come se esistesse solo quello, le persone con patologie con percentuali di letalità enormemente superiori al Covid come malattie cardiovascolari e tumori non vengono curate e muoiono.
        In Cina hanno costruito in tempi record Ospedali adatti a curare esclusivamente pazienti positivi al Covid, non potremmo farlo anche noi?

        • Per la verità non so bene quale sia la situazione dei pazienti “tradizionali” degli ospedali. Il problema con la prima mandata di covid mi sembra di ricordare che ci sia stato. Gli infartuati penso siano sempre messi nelle terapie intensive e appunto il problema è di non ritrovarsi coi posti tutti occupati. Per i malati di tumore se ci fossero rinvii di terapie o interventi chirurgici sarebbe certo un dramma, ma ciò è un motivo di più per evitare in tutti i modi l’invasione di ricoveri da covid.
          Prima del covid c’erano 5.179 posti in t.i., normalmente occupati al 50%. Il governo ha stanziato 1,3 mld per crearne altri 3.553 e al 9 ottobre ne erano stati fatti 1.279. Si è calcolata una soglia di sicurezza di 14 posti ogni 100.000 abitanti e ad oggi ci sono regioni che la superano e regioni che sono molto indietro, come la Campania, le Marche, il Piemonte, l’Umbria, la Puglia. Mi risulta poi che non sia facile reperire tutto il personale specializzato necessario.
          Certo, certo…l’economia… ma se il rischio fosse di tornare ai malati che muoiono a casa senza assistenza e ai morti portati via coi camion militari che si fa?

          • Il problema e’ proprio su quello che hai scritto: “ il governo ha stanziato 1,3 mld per crearne altri 3.553 e al 9 ottobre ne erano stati fatti 1.279“….in Cina in una settimana costruiscono Ospedali da 25.000 metri quadri per curare esclusivamente i malati di Covid.
            Non possiamo permetterci di bloccare con un nuovo lockdown l’economia di questo disastrato Paese, bisogna fare quello che fanno i cinesi e non credo che non siamo capaci di farlo anche perché alla Fiera di Milano abbiamo fatto in piccolo un qualcosa di analogo.
            E gli ospedali tradizionali devono essere lasciati a disposizione di chi soffre di patologie ben piu’ gravi ed estremamente più mortali del Covid.

          • In Cina hanno avuto il problema concentrato praticamente in una provincia con 20 mln di persone (su quasi 1,5 mld di abitanti), in proporzione come se da noi tutto avesse riguardato qualcosa meno della provincia di Prato. Non hanno risolto il problema con gli ospedali nuovi, quelli sono stati il contorno, il piatto forte è stato il chiudere tutti in casa permettendo a malapena a una persona per famiglia di andare a fare la spesa. Il nostro lockdown di primavera in confronto era acqua fresca. Inoltre, come altri paesi in oriente, la Cina aveva avuto già la sars e, penso, la mers ( il Giappone, la Corea, Taiwan hanno avuto entrambi, la Cina non ricordo) e aveva in parte adeguato il suo sistema sanitario all’evenienza di un nuovo virus, aveva un know how come gli altri paesi citati, che hanno tutti adottato contromisure più efficaci rispetto alle nostre.
            Noi, se si parla di fatti, nonostante che siamo partiti male siamo riusciti a contenere il virus, anche meglio dei paesi che avevano una settimana o due di vantaggio rispetto a noi e hanno avuto più tempo di reagire preventivamente. I fatti ci dicono anche che qualcosa si è sbagliato, non si doveva arrivare all’odierna situazione. Ma qui non siamo in Cina, dove nessuno può mettere in discusssione le decisioni delle autorità o sgarrare nell’osservanza degli ordini ricevuti. Per dire te lo immagini in Cina che gli succederebbe a uno che fa il bischero con la mascherina o che fa il negazionista o che protesta in piazza, o che non scarica “immuni” perché pensa che lo spiino, o al virologo che critica i provvedimenti statali?
            Dicevo, qualcosa si è sbagliato, ma gli errori sembrano generalizzati, paesi più ricchi e meglio strutturati del nostro sono in condizioni uguali o per lo più peggiori.
            Ancora qui c’è chi va in piazza contro la chiusura dei ristoranti e fior di paesi stanno adottando misure ancor più draconiane.
            Nel giro di un paio di giorni in cui si discute se è giusto chiudere le piscine o i cinema avanza in quasi tutta Europa lo spettro di un nuovo lockdown generalizzato. Se i numeri crescono a questo ritmo non c’è sistema sanitario che può rimediare.
            Di lockdown, se è per questo, non ci potevamo permettere neanche il precedente, verrà il giorno che i debiti dello Stato fatti per fronteggiarlo ritorneranno a essere un grosso problema. Ma vedrai che se la situazione peggiora bisognerà farne un altro, ed è inutile dire che non ce lo possiamo permettere, non ci possiamo permettere neanche di continuare con l’escalation dei contagiati, pensi che, morti e feriti a parte, il sistema economico non ne risentirebbe lo stesso?
            Ora chiudo perché sono diventato un “coronasolonevir” anch’io.
            Saluti.

          • Per fare dei conti non è necessario essere medici. Anzi, i medici a volte i conti non li sanno fare, soprattutto quelli che si lanciano in visioni “alternative” per avere un po’ di ribalta.

            E’ probabilmente vero che la letalità del covid sia solo 3 o 4 volte superiore a quella dell’influenza, ma c’è il dato fondamentale che per l’influenza abbiamo dei vaccini e per il covid no.

            0.3 % di letalità vuol dire 1/300. A me sembra un pelino ottimistica questa percentuale, ma prendiamola per buona. Se lasciamo libero il virus di girare abbiamo 1000 morti nella provincia di Arezzo, 10.000 in Toscana, 200.000 in Italia. Oltre a questi, ci sono quelli che resteranno con danni seri ai polmoni e quelli che muoiono perché il sistema sanitario non riesce più a salvare le persone che hanno un infarto. Il 5% dei malati è attualmente ricoverato: se lo prendono tutti insieme, vuol dire che in provincia di Arezzo servono 15.000 letti, in Toscana ne servono 150.000, in Italia ne servono 3.000.000. Una frazione di questi poi sarebbero di terapia intensiva.

            Lasciamo perdere i conti di quanti letti servirebbero in Cina, di sicuro non basta costruire un ospedale. Infatti in Cina il virus lo stoppano con il distanziamento, quello che qui è venuto a mancare da luglio in poi – e non (o non solo) per colpa dei giovani, facile capro espiatorio per noi che giovani non siamo più.

  3. Il (vedo sul web)sindaco centrodestro di Agliana aveva fatto tutti i più generosi sforzi per mantenere il beneficio del dubbio su Conte, e non dev’ essergli costato poco, visto che con valutazione equilibrata lo riteneva “una pedina che governava “col favore delle tenebre”, situato nel ganglo vitale dello Stato per soddisfare gli appetiti dei governi stranieri”. Ma non c’è niente da fare, è stato come dare perle ai porci.
    Benesperi sembra appartenere al tipo di vir italicus oggi assolutamente incombente: il “coronasolonevir”, mutazione genetica dei milioni di commissari tecnici della nazionale della nostra spensierata età dell’oro.
    Il Conte, per disperazione, ha imposto una chiusura che con non scarsa probabilità tra 7/10 gg., se le cose continuano così, apparirà come un pannicello caldo, scatenando gli alti lai delle categorie interessate, i cui appartenenti, si capisce, in gran parte non possono esserne contenti, con qualche gruppo che già si fa vedere in piazza , come suo diritto, purtroppo travolto nella leadership dai patrioti di Forza Nuova e dagli Ultrà in crisi d’astinenza da casino allo stadio.
    Il governo ha sbagliato tanto, come tutti possiamo constatare col senno di poi.
    Il Conte poteva prendere a esempio, che so, la Francia, la Spagna, la G.B., gli U.S.A. il Belgio, l’Olanda, non dico l’inarrivabile Germania che purannaspa anche lei. Oppure fare come la Cina, ecco, lì si che son seri. E si sa che non ha mai voluto nemmeno sentire i consigli dei Briatore, delle Santanché, degli Sgarbi, del medico di Berlusconi, di quelle star della virologia che da febbraio scuotono commiserevoli la testa, di Salvini che per mesi c’ha fatto capire ammiccando in tutti i modi che mettere una mascherina era piegarsi alla dittatura, della Meloni sempre con la parolina giusta a beneficio di sondaggio.
    Il Conte poteva poteva avere occhio per tutte quelle realtà regionali all’avanguardia come la Lombardia della sanità Formigoniana/leghista, il Veneto del vispissimo Zaia che ora si ritrova anch’esso con migliaia di contagi, la Sicilia del Musumeci che da domani vuole riaprire tutto, insomma del popò di fuoriclasse regionali, in grande maggioranza di centrodestra, che nenache sono riusciti a ritirare i i respiratori comprati dal governo. Ma su tutto il cucuzzaro delle sue parti politiche Benesperi non cha niente da dire?
    E ora che ci penso, persino su Informarezzo nelle scorse settimane c’erano articoli che mettevano in guardia sulle libertà lese dallle restrizioni governative, con quei pochi contagi che c’erano. E quante volte abbiamo letto nei giornali quando era più caldo che i pochi controlli effettuati per le mascherine o nei locali scatenavano proteste se non risse e aggressioni alle forze dell’ordine, persino nella civitas manghinelliana?
    Insomma, si critichi quel che c’è da criticare, figuriamoci se non ce n’è e se si deve stare tutti supini a prendere qualunque provvedimento governativo come viene.
    E per come noi italiani conosciamo l’apparato statale, delle autonomie locali, la burocrazia, o non si sa che ci vorrebbe da sempre un salto di qualità? Chi di noi non borbotta da mesi come una pentola di fronte a cose che vede nella gesstione del Covid?
    Ma siamo gli unici al mondo ad avere grossi problema col coronavirus? Giurereste che siamo tra quelli che lo gestiscono peggio? Facciamo gli scongiuri, ma evitiamo gli spergiuri.

  4. Quindi la colpa non è mai del singolo ma dei mancati controlli?(che con il numero esiguo delle forze dell’ordine è normale che non ci sia)

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here