Il decreto di Natale. Lettera aperta al governo Conte

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Caro presidente del consiglio, cari ministri, sottosegretari, membri del governo, parlamentari tutti oves, et boves, et universa pecora: contiamo di vedervi tutti a Roma, da soli, nella settimana di natale.

Questo state firmando, questo state approvando, questo dovete, con sommo esempio, mostrare agli italiani. Le vostre mogli (o i vostri mariti) il natale lo passeranno da sole/i. Voi siete chiamati a dare esempio di coerenza: restate a Roma senza spostarvi di regione in regione.

Perché una cosa è certa: se in Italia dovesse un giorno avvenire un colpo di stato, sarà in occasione di una ondata influenzale e grazie ai precedenti realizzati da questo governo.

Precedenti di violazioni della Carta Fondamentale su cui un parlamento composto perlopiu’ da scalzacani, si è rifiutato di legiferare e di normare, ovvero di stabilire regole precise e limiti alle deroghe ai diritti costituzionali, che si cancellano oggi a colpi di decreti.  Un buco nelle norme costituzionali pericoloso e foriero di future sventure.

Non esiste una previsione costituzionale che consenta di limitare le libertà fondamentali (diritto di riunirsi in privato o di impedire l’uscita dal proprio domicilio che è ben diverso dal diritto di circolazione).

Limitazioni della libertà disposte con provvedimenti inidonei e diversi da quelli previsti e con dispiego di mezzi e risorse che sono apparse sproporzionate all’obiettivo.

Il senso di responsabilità che ha perlopiù governato i cittadini dovrebbe andare oltre perché questi fatti non costituiscano precedente.

Possiamo immaginare che situazioni simili potrebbero riproporsi. Le limitazioni dovrebbero rispettare i principi di adeguatezza e proporzionalità e la salvaguardia dei diritti costituzionali.

Rifarsi alle vicende COVID 19 per vantare un precedente potrebbe costituire uno strumento allettante per una politica sempre più debole, sempre meno preparata e perciò sempre più deficitaria di autorevolezza.

Sarebbe necessario esprimere in modo chiaro la necessità di interventi costituzionali che prevedano la disciplina di situazioni analoghe. Dovrebbe essere chiaro che non si cancellano mai democrazia libertà diritti, per atto amministrativo, per circolare, per volontà di funzionari solerti.

Si dovrebbe fissare l’obbligatorietà di percorsi parlamentari, tempi certi, obblighi di revoca dei provvedimenti ad emergenza terminata. Sarebbe necessario dedicarsi fra le altre alla scrittura delle regole per gestire queste crisi, senza deragliare dallo stato di diritto, delegando l’esecuzione e di fatto l’interpretazione delle misure restrittive a personale adeguato, non aggressivo, consapevole dell’odiosità del compito.

Dovrebbe non ripetersi l’uso del verbo “consentire” riguardo all’esercizio mutilato di libertà costituzionalmente garantite. Ne ‘lo strapotere di una burocrazia invasiva e irragionevole, del genere di quella che ha abusato in modo censurabile delle cosiddette autocertificazioni, in violazione dell’Art. 24 Cost.

Il rischio che residua da questa terribile stagione, è che il precedente delle restrizioni, nei contenuti, nelle forme, nel suo esercizio, possa in un domani probabile e non lontano offrire ai governanti, in una crisi legata alla sicurezza o all’ordine pubblico, il destro per dare il “la” a lesioni irrimediabili delle libertà costituzionali, con conseguenze inimmaginabili.

Buone feste

Paolo Casalini

24 COMMENTS

  1. SI FA PRESTO A DIRE MORTALITA’
    Negli ultimi giorni si fa un gran parlare della mortalità per Covid per milione di abitanti: sottolineando, correttamente, che quella italiana è una tra le più alte al mondo.
    La “classifica” (perdonatemi la parola) aggiornata a ieri è quella che riporto qua sotto:
    1. Belgio: 1.470 (decessi per Covid per milione di abitanti)
    2. San Marino: 1.355
    3. Perù: 1.094
    4. Andorra: 997
    5. Spagna: 985
    6. Italia: 960
    7. Regno Unito: 887

    174. Burundi: 0,08
    Se però ci si prende la briga di calcolare il tasso di mortalità per Covid per milione di abitanti nelle singole regioni, ci si accorge che la situazione del paese è tutt’altro che omogenea.
    La “classifica” (scusate di nuovo) della mortalità per Covid per milione di abitanti nelle singole regioni italiane (sempre aggiornata a ieri) è la seguente:
    1. Valle d’Aosta: 2.582
    2. Lombardia: 2.239
    3. Liguria: 1.587
    4. Piemonte: 1.486
    5. Emilia Romagna: 1.334
    6. P.A. Trento: 1.242
    7. P.A. Bolzano: 1.049
    8. Marche: 855
    9. Veneto: 811
    10. Friuli Venezia Giulia: 777
    11. Toscana: 740
    12. Abruzzo: 720
    13. Umbria: 500
    14. Lazio: 429
    15. Molise: 420
    16. Puglia: 396
    17. Sicilia: 332
    18. Campania: 314
    19. Basilicata: 284
    20. Sardegna: 283
    21. Calabria: 167
    Mi pare che questi numeri parlino molto chiaro: se inserissimo nella “classifica” mondiale (chiedo perdono, e tre) le singole regioni italiane, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria e Piemonte occuperebbero i primi quattro posti in classifica, relegando il Belgio al quinto. Emilia Romagna e le province autonome di Trento e Bolzano seguirebbero a ruota.
    Ma le altre si collocherebbero molto più in basso: il Veneto, per esempio, al 24simo posto (sotto la Spagna, l’Argentina, gli Stati Uniti, la Francia e il Brasile); il Lazio al 50simo posto (sotto la Svezia, la Romania e l’Olanda); la Calabria addirittura al 93simo, abbondantemente sotto la Germania.
    Durante la prima ondata abbiamo attribuito queste differenze tra regione e regione all’idea (peraltro piuttosto grossolana) che al centrosud il virus non abbia fatto in tempo ad “arrivare”: cosa che non penso si possa continuare a sostenere, sia pure all’ingrosso e tanto per parlare, nel pieno della seconda ondata di dicembre.
    Dunque, la domanda è: abbiamo una vaga idea del perché regioni come la Lombardia abbiano un tasso di mortalità pari a sei volte quello del Lazio e a più di quindici volte quello della Calabria?
    E soprattutto: ha senso, in un mondo normale, che siano proprio quelle regioni a premere più di altre affinché le restrizioni vengano allentate?
    Non so voi, ma io sono un tantino perplesso.

  2. Vorrei chiarire che io non sto criticando le misure prese dal governo. Sto criticando il nostro sistema giuridico che si è trovato del tutto impreparato a gestirle. Nessuno aveva mai pensato prima ad un evento del genere, con il combinato di un parlamento che non si è riunito per molti mesi per evitare il contagio, con la corte costituzionale che non lavora se non da casa (una risata), coi tribunali chiusi e le udienze rinviate, con le forze dell’ordine impegnate a far applicare provvedimenti restrittivi della libertà senza alcun organo di controllo democratico e senza che questi siano stati mai approvati da un parlamento.
    Stiamo vivendo una stagione in cui sono saltati i pesi e i contrappesi di una democrazia con il solo governo a garantire la stabilità democratica. I dpcm degli ultimi 12 mesi sono tutti extraparlamentari attuati attraverso una estensione dei poteri istituzionali mai previsti dai padri costituenti. Non è questo il segno di una costituzione lacunosa e di un sistema giuridico raffazzonato?
    La domanda che mi pongo è: se invece di un governo di brava gente, avessimo uno squilibrato al potere, il nostro sistema sarebbe in grado di reggerne l’urto? Prima di mettersi alla prova, non sarebbe meglio prevedere? Perché non attuare subito i principi normativi che servono a porre limiti e a stabilire poteri?
    Se una influenza è sufficiente a far derogare ai principi fondamentali della costituzione, chi ci garantirà in futuro che passata l’influenza, tutto tornerà come prima? Se in cambio della salute siamo pronti a rinunciare alla libertà, ecco trovato il grimaldello con cui in futuro si faranno saltare le democrazie.
    Le costituzioni si fanno per evitare rischi di deriva antidemocratica, per prevedere ed evitare il ritorno “dell’uomo della provvidenza”, non mi pare che la nostra sia oggi in grado di garantirci. Tutto sommato siamo davanti ad una pandemia poco piu’ seria del normale: se arrivasse un virus veramente pericoloso, siamo giuridicamente attrezzati per garantire che tutto tornerà come prima?
    Se nessuno vede i rischi di questa situazione, mi sento molto, molto preoccupato…

    • Io sono preoccupatissimo, per i motivi già esplicati nel suo articolo amplificati putroppo dalla cecità di chi, in questo Paese di ultrà, accetta tutto perchè viene dalla parte politica per cui tifa, (che lo rappresenta è già un concetto estraneo per alcuni).
      Quelli che difendono la Costituzione a corrente alternata, che siamo una democrazia parlamentare quando fa comodo, poi invece coi dpcm a raffica annunciati e spiegati in diretta social, del parlamento se ne fa anche a meno.
      Quelli che l’opposizione deve tacere perchè siamo in emergenza ma l’opposizione in democrazia è necessaria come il pane anche se è un’opposizione che pare non aver capito che trattasi di malattia contagiosa.
      Sono d’accordo con Martelli che bisogna prevenire anche con misure rigide perchè la gente come fa in fretta a farsi prendere dal panico (ricordate gli assalti ai supermercati?) fa veloce anche a sbracarsi e così certe amministrazioni: ad Arezzo in una notte si era pronti a passare da zona rossa alla fiera aniquaria!
      Sono rari di questi tempi gli esempi di coerenza politica e intellettuale alla Casalini e mi dispiace dirlo ma contro questi rischi è mancato l’intervento del colle più alto che secondo il mio modestissimo parere a suo tempo avrebbe fatto meglio a spingere per un governo con tutti dentro, autoritario e non autoritarista, con una guida di ben altro spessore e magari a quel punto sarebbero rimasti fuori solo i beceroni in opposizione permanente e allo stesso tempo si sarebbero potuti limitare al massimo gli improvvisati al potere.

    • I rischi per il futuro ci sono eccome. Il pianeta deve dotarsi di un sistema giuridico e operativo efficace per la prossima volta.

    • Che ci fossero lacune lo si è visto non ora, ma con la caduta di Berlusconi e la seguente ascesa di Monti. O ancora prima dall’inizio dell’utilizzo delle fiducie a ripetizione. Da lì in poi , tutti i governi che si sono succeduti hanno dimostrato che il capo dello stato ha molti più poteri di quanto ci hanno detto a scuola, quindi già lì andava pensato un aggiustamento della costituzione, ma soprattutto dei regolamenti parlamentari, che nella pratica sono quasi più determinanti della costituzione.

  3. Piucchealtro sarebbe giunga l’ora di sapere la verità.
    Quante persone, senza una o piu’ gravi patologie preesistenti, muoiono giornalmente per causa diretta Covid?
    Finche’ non ci dicono questo e finché continueranno a conteggiare tra i morti giornalieri di Covid i positivi morti in incidenti stradali, incidenti nel lavoro e per causa infarto o tumore non sapremo mai come stanno veramente le cose.

    • si…vabbé…facciamo pure chiarezza su queste cose, ma quando gli ospedali e le terapie intensive si riempiono di gente che sta male per davvero e auguri che ti curino se il virus ti piglia male e ti ci tocca andare, qualche decina di migliaia di operatori sanitari si ammala e centinaia muoiono, che si fa? si dice forniteci i dati chiari o non ci rompete le palle?
      Ci sono o no 20.000/30.000 contagiati al giorno riscontrati e chissà quanti non individuati? Rischieresti di prendere il virus perché sospetti che è una mezza bufala? Andresti tranquillo dai tuoi parenti e conoscenti anziani?
      Siamo arrivati anche a 1000 morti al giorno, fagli pure la tara, se sono 800 o anche 700 o 600 che si fa, si va a festeggiare al ristorante?

    • I dati sui morti in più rispetto agli anni precedenti sono ben noti, basta cercarli. Quelli degli incidenti stradali e sul lavoro sono sicuramente irrilevanti. Devi definire “grave patologia preesistente”. Esistono molte patologie come il diabete con cui si convive e se non becchi la covid campi per decenni.

      • Se è vero che i 60mila morti stimati per covid fanno effetto, ricordiamo anche che ogni anno muoiono – di morte naturale o accidentale -in Italia 600 mila persone (10 volte gli abitanti della valdichiana e quasi il doppio di tutti gli abitanti della provincia di Arezzo)
        Nel 2015 poi avvenne un fatto inconsueto: morirono 60.000 persone in piu’ del previsto senza causa apparente.
        Nel 2015 ci sono stati 653mila decessi (10,7 per 1.000 abitanti), pari a circa 54mila decessi in più rispetto al 2014 (+9,1%). Il rapporto tiene a precisare che l’eccesso del 2015 sarebbe meno evidente se utilizzassimo come confronto il 2012, anno in cui i decessi sono stati 612.883. Nel 2013 i decessi sono stati 600.744 (-2% rispetto al 2012) e nel 2014 sono stati 598.364 (-0,4% rispetto al 2013).
        In pratica, nel 2013 e 2014 ci sono stati meno decessi rispetto agli anni precedenti. È plausibile allora che il picco del 2015 rappresenti un “effetto rimbalzo”, cioè una risposta proporzionata e contraria alle diminuzioni riscontrate nel biennio 2013-2014.
        I decessi in più del 2015 potrebbero essere sostenuti da persone sopravvissute ai due anni precedenti, arrivate al 2015 più anziani e fragili, tanto che un’ondata di calore o una mancata vaccinazione antinfluenzale può essere sufficiente a determinarne il decesso.
        È infatti ragionevole ritenere che i morti da covid molto anziani ed altre malattie sarebbero morti anche per una causa diversa nello atesso arco temporale e quindi statisticamente assorbito. Ciò come pura analisi senza nulla togliere al dispiacere alla necessità di proteggere e proteggergi.
        Ma sono tutti conti gia fatti , c’e’ uno scostamento verso sinistra di due o tre anni della curva di mortalita’ con una riduzione della eta’ media di morte ed una riduzione della mediana . Ovviamente non molti anni, ma significativa . Il concetto e’ chiaro, muoiono molti anziani qualche anno prima.
        I danni invece sui guariti, sui giovani e sugli asintomatici, danni a distanza dico, sono da vedere, non impressionanti ma significativi
        Con ciò non voglio dire che si deve morire per Covid, ma che la morte fa parte del processo naturale della vita e di qualcosa tocca morire per forza. I numeri meglio lasciarli interpretare a chi li sa leggere.

    • Hai ragione quando dici che manca chiarezza, sui numeri, sulla comunicazione, sulla corretta informazione.
      Se vuoi farti una idea chiara sul sito di epicentro.it, organo di Istituto Superiore Sanità, dovresti trovare risposte, ci sono tanti dati, spero siano chiari.
      Personalmente ho tutto il rispetto di ogni singolo deceduto, ci mancherebbe, nessuno escluso, di fronte alla morte non c’è distinzione.
      Ma non riesco a non dare uno sguardo ai numeri, che anche se pur freddi, fotografano la situazione, sono ragionamenti opinabili che ognuno può confutare o anche non condividere.
      Negli ultimi 20 anni il dato decessi Italia oscilla tra i 550.000 e i 650.000 i, quindi con una media giornaliera che oscilla tristemente tra 1.600/1.700 decessi al giorno. Una percentuale che oscilla tra il 9.5 e il 10.5 % della popolazione residente. Numeri impressionanti visti così, senza saperne le cause e implicazioni. Ragiono sempre nel campo della media statistica. Volevo caricare un grafico a supporto ma la scarsità di linea non me lo consente al momento.
      Si potrebbe anche pensare : aspettiamo il 31.12.20 e vediamo il cinico numero di saldo a quanto ammonta.
      E ci sarà chi dirrà : visto? Meno male che hanno chiuso tutto, anzi dovevano farlo di più, sennò sai dove si arrivava? Del senno di poi son piene le fosse. Mai “detto” fu più stridente.
      Ora, se a queste tristi medie si aggiungessero altri 800/900 decessi/die, sarebbe qualcosa da ecatombe, di difficilmente sopportabile, ammesso che si possa sopportare anche un solo decesso in più.
      Ma negli anni 2015 e2017, quando si sono sfiorati i 650.000 decessi , anni dove la sindrome influenzale o altre concause hanno picchiato duro, con le sue ovvie e tristi conseguenze sulle persone più fragili, , dove già si levavano grida di allarme per ospedali al collasso, di terapie intensive intasate ( basta cercare nel web e si trovano ancora decine e decine di articoli), non ho sentito sollevato nessun appunto.
      Come nessun appunto ho mai sentito sollevare per i quasi 50.000 decessi annuali per sovrainfezioni batteriche contratte in ambiente ospedaliero, come oramai ci siamo assuefatti ai quasi 100.000 per neoplasie polmonari da fumo, per gli altrettanti decessi da problemi cardiaci e si può continuare ancora. Per questi decessi, causati in buona parte per errati stili di vita, alimentazione scellerata, fumo, alcool, abuso di farmaci (effetti iatrogeni, altra concausa di morte non infrequente), non si è mai fatto campagne di sensibilizzazione, di contenimento, di indottrinamento, di proibizione. Eppure è scientifico che si potrebbero evitare tantissime morti , o per lo meno aggiungere anni di permanenza su questa terra con stili di vita più salubri e corretti.
      Ma, sai come è, si incassa le tasse sulle sigarette, sugli alcolici, etc… e se ne spende altrettanti per curare chi si ammala dei loro effetti nocivi acclarati e non smentibili, ma forse gli importa solo che alla fine il saldo/cassa sia positivo per l’erario, non della salute della gente.
      Apriamo una discussione sugli effetti dell’inquinamento arcinoti e stranoti ( vedi Taranto? Vedi Porto Marghera? Bastano come esempi?) ? Non se ne esce più.
      E come dice Casalini, che mi ha preceduto di qualche ora sull’analisi numerica, prima o poi ( meglio, e speriamo in salute ) si deve lasciare questa palla verde e azzurra che gira intorno al sole.
      Scusa per la lunghezza.

    • A prescindere dai dati numerici, il problema più grande, è che si rischia di intasare gli ospedali e mandare al collasso il sistema sanitario.
      La pandemia incontrollata farebbe molti più morti ed aumenterebbero in maniera esponenziale, non lineare.
      Inoltre si guarda solo ai morti, ma a quelli guariti ai quali sono rimasti danni permanenti non ci pensate?
      Il dato preciso sarà difficile averlo, perché non è semplice classificare tutto con certezza, ma già da una analisi qualitativa di capisce che non aver fatto niente sarebbe stato devastante.
      Se tutti i paesi del mondo si sono mossi, anche se ognuno a modo suo, un motivo c’è, è impensabile un complotto di tali proporzioni. Guardiamo quello che accade a livello mondiale, non fossilizziamoci solo a livello nazionale .

  4. Tutto giusto, soprattutto l’accenno alle epidemie future. Però secondo me le restrizioni andavano fatte prima, soprattutto quelle che hanno finalmente obbligato gli amici a non parlarsi mai a meno di un metro. Ormai siamo a 20.000 morti che potevano essere evitati (e servirà più tempo per far tornare i dati ad un livello accettabile).

    Non sono state fatte prima perché il popolo non le voleva – per motivi spesso molto comprensibili ma non razionali. E questo fatto va detto e ridetto, che la memoria è corta. La gente non ha sempre ragione.

    Io nel mio piccolo a metà settembre ho guardato i dati e ad un certo punto ho capito che stavamo andando nella mierda, con la solita crescita esponenziale. Ci ho provato a sensibilizzare il senso civico dei miei amici e conoscenti, con scarsissimo risultato. Senza le decisioni del Governo, staremmo ancora tutte le sere a magnà e beve al ristorante o in casa di amici. Con 100.000 morti invece di 20.000.

    E’ molto difficile convincere le persone che bisogna smettere prima che arrivi l’uragano. Con i riscaldamento globale abbiamo lo stesso tipo di dinamica.

    • Spero di riuscire a caricare la foto e che sia ben visibile.
      A metà Settembre la situazione era questa, dopo un Giugno/ Luglio/ Agosto con bonus vacanza elargiti per accontentare e tenere buono il popolo, con presenze mai viste nelle località di vacanza, basta chiedere alle aziende turistiche ( Argentario 1.000.000 di presenze, mai viste prima).
      Fine settimana di Luglio e Agosto con affollamenti in spiaggia all’inverosimile ( se conoscete qualcuno di Castiglione provate a chiedere).
      Ristoranti pieni, locali pieni. Discoteche aperte fino al 15 Agosto.
      Se come si dice scientificamente che il periodo di incubazione del virus è di 14 giorni, con tutto quanto sopra, i picchi di contagio e la curva esponenziale sarebbe partita molto, ma molto prima, eppure? Cosa può essere successo?
      Forse è successo che distratti dal bonus monopattini e banchi a rotelle non si è pensato alla cosa più rischiosa per il contagio? L’apertura delle scuole il 15 Settembre? Gli affollamenti nei mezzi di trasporto, stipati nelle aule pollaio?
      Ma guarda te che dal 15 Settembre, due settimane dopo è scoppiato il putiferio.
      Io qualche domanda me la faccio, vedendo i dati, poi ognuno valuta.

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      • Andrebbe valutato anche il clima.
        Qualsiasi tipo di influenza nel periodo estivo è meno presente.
        Inoltre dal grafico si vede poco perché è schiacciato, ma se vede inizia a muoversi da agosto, quindi il virus ha iniziato ad espandersi in quei giorni, poi piano piano i contagi sono aumentati in maniera esponenziale, se si facesse uno zoom solo di agosto vedremmo un andamento molto più in salita, ma dato che da ottobre in poi i numeri schizzano via, la curva iniziale tende a schiacciarsi per un puro fatto visivo, perché ci vorrebbe un grafico più grande. È la stessa cosa successa ad inizio anno, il virus era presente da qualche mese ma è esploso a febbraio, è un fatto matematico.

        • Il grafico lo trovi tranquillamente, basta scrivere covid Italia e lo puoi analizzare,allargare e spulciare, ma non si può assolutamente negare l’evidenza dell’esplosione a 2 settimane dall’apertura delle scuole.
          Che poi il virus ci sia sempre stato, non da Febbraio e enemmanco da Settembre 2019, ma molto prima, oramai è arcinoto.
          Come è usuale che la stagione fredda porti una esacerbazione delle sindromi influenzali, e questa di quest’anno non fa eccezione. Casualmente i casi di influenza tipica di stagione stanno a zero.
          Solo che quest’anno ha un nome diverso, è più ignorante di sicuro, ma dopo una prima fase, si dura, di spiazzamento di chi ha competenza, non si può arrivare a questa situazione.
          Oramai è chiaro a tutti che il problema maggiore sono soprattutto le scuole ed i mezzi di trasporto. Stante questo si vuol far tornare a scuola i ragazzi prima di Natale, nelle stesse identiche condizioni di fine Settembre, così si riparte con 2 settimane di incubazione, contagi familiari sotto le feste, e la colpa sarà dei cenoni ed assembramenti carbonari.
          Poi si ripartirà nella stessa identica situazione l’8 Gennaio, e vedrai che rumba a fine Gennaio/primi di Febbraio.
          Come, sperando sia chiara la foto, si possono vedere le differenze in fatto di decessi per milione di abitanti che si sono verificate tra nazioni che hanno usato protocolli di cura “of label” o meno. In questo specifico caso si parla di idrossiclorochina, tanto vituperata e vilipesa, ma qualcosa di molto interessante ha fatto, basta vedere i numeri. L’italia è in rosa in quanto alcune regioni, nella prima fase, al sud , hanno permesso il suo utilizzo, altre, al nord no, quindi il dato sarebbe falsato, poi a Settembre AIFA ha vietato il suo utilizzo. impossibile fare una media statistica coerente. La stessa Francia ha avuto una differenza enorme tra Parigi e Marsiglia. Nella capitale il farmaco non è stato utilizzato= +40% di decessi rispetto alla scorsa stagione influenzale, a Marsiglia, dove risiede il “folle” prof. Didier Raoult, che avrà/ha sottobanco spacciato e perorato tra i colleghi un protocollo domiciliare con questo farmaco, -1% di decessi rispetto all’anno precedente. Casualità, o fortuna di stare sul mare.
          In Italia, da noi, anche ad Arezzo, si è esautorato, da fine Febbraio, i medici dal continuare a fare ” i medici”, di prendere in carico i pazienti, visitarli e dargli terapie domiciliari rapide e precoci per non far scappare in avanti il virus fino al suo aggravarsi verso le sue conseguenze più critiche, quando non fatali. Nessun protocollo, solo paracetamolo se c’era febbre, per 8/10 giorni. Ovvio che un periodo lungo con questa situazione un fisico, se non forte, lo accusa e la situazione prende una china pericolosa. Pensa ad un anziano, con già co-morbilità e la sua forza vitale ridotta, che strada può imboccare.
          Ora, da nemmeno un paio di settimane, grazie ai tantissimi medici che, contravvenendo a quanto sconsigliato di fare dall’alto, hanno continuato a visitare i loro pazienti a casa, dare farmaci mirati ( in rete si trovano decine e decine di testimonianze di dottori che ci mettono la faccia), si è capito, o almeno chi lo ha voluto capire, che anche questo virus , seppur più ignorante, si può e si deve combattere a casa nell’oltre il 95%, dei sintomatici, terapia intensiva solo per lo 0,7% , con terapie tempestive ed adeguate. Ma di protocolli ufficiali ancora non si vede nulla.
          Meno male che il passaparola tra medici sta funzionando, non certo la comunicazione o le linee guida ufficiali, e da una decina di giorni è un fiorire di prescrizioni di farmaci mirati, non dico quali in quanto non sono medico, e nessuna terapia farmacologica deve essere intrapresa senza aver consultato il proprio medico.
          Ma ovviamente tranne idrossiclorochina di cui è stata vietata la vendita per i potenziali effetti collaterali “incredibili”.
          Buona serata.

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  5. Già questa frase va a vanificare tutto l’articolo
    “Il senso di responsabilità che ha perlopiù governato i cittadini”
    Ma dove? Ma quando?
    Se così fosse stato non avremmo avuto la seconda ondata.

      • Che differenze vedi fra i lockdown italiani e francesi? Io non ne vedo, a parte il fatto che i francesi lo chiamano “confinement” 🙂 Stesse cose, solo fatte in tempi diversi.

      • Intanto io parlavo dell’atteggiamento “responsabile” degli italiani, che non è stato assolutamente tale, e gli esempi sarebbero infiniti, tra i quali i mucchi che hanno creato alcuni politici per fare le loro sfilate elettorali.
        Quindi noi italiani ci prendiamo le leggi che ci meritiamo, perché quando ci lasci un po’ di libertà noi facciamo come c***o ci pare, quindi poi non possiamo lamentarci.
        Questo secondo me è il presupposto dal quale deve partire ogni analisi, i francesi e gli inglesi non sono dei santi, ma non si comportano come gli italiani.
        Quindi la sua risposta è fuori tema.
        Per quanto riguarda la risposta alla pandemia, non mi sembra che gli altri Paesi abbiano niente da insegnare a noi, non sono messi meglio in quanto a contagi, infatti loro hanno avuto la seconda ondata prima di noi.
        E comunque anche loro sono tutti fermi da prima di noi, basta sentire chi fa esportazioni alimentari ad esempio.

  6. Tutto giusto, soprattutto l’accenno alle epidemie future. Però secondo me le restrizioni andavano fatte prima, soprattutto quelle che hanno finalmente obbligato gli amici a non parlarsi mai a meno di un metro. Ormai siamo a 20.000 morti che potevano essere evitati (e servirà più tempo per far tornare i dati ad un livello accettabile).

    Non sono state fatte prima perché il popolo non le voleva – per motivi spesso molto comprensibili ma non razionali. E questo fatto va detto e ridetto, che la memoria è corta. La gente non ha sempre ragione.

    Io nel mio piccolo a metà settembre ho guardato i dati e ad un certo punto ho capito che stavamo andando nella mierda, con la solita crescita esponenziale. Ci ho provato a sensibilizzare il senso civico dei miei amici e conoscenti, con scarsissimo risultato. Senza le decisioni del Governo, staremmo ancora tutte le sere a magnà e beve al ristorante o in casa di amici. Con 100.000 morti invece di 20.000.

    E’ molto difficile convincere le persone che bisogna smettere prima che arrivi l’uragano. Con i riscaldamento globale abbiamo lo stesso tipo di dinamica.

  7. Se il direttore Casalini permette, prendo in prestito e incollo la seguente:

    Illustre Signor Presidente Sergio Mattarella,

    ascolto da sempre i suoi nobili discorsi alla Nazione.

    La formula canonica di indirizzo “agli Italiani” – indistintamente a tutti gli Italiani -, se di certo è correttamente adottata in situazioni normali, invece in questi mesi in cui il nostro paese è flagellato dal coronavirus, è apparsa a non pochi inappropriata.

    Infatti, a seguito dei drammatici effetti del “tutti a casa”, esistono oggi due classi ben diverse di Italiani.

    La prima, costituita dai dipendenti pubblici e parapubblici, che non toccati e nemmanco sfiorati dai disastrosi effetti economici della pandemia, continuano a percepire tranquillamente, nella loro interezza, stipendi, emolumenti, etc. E fra costoro vi sono legioni di alti burocrati, parlamentari, alti magistrati, dirigenti ministeriali, consiglieri regionali, e così via, beneficiari di retribuzioni smisuratamente elevate.

    La seconda classe, costituita da imprenditori, commercianti, artigiani, liberi professionisti, lavoratori autonomi in genere, nonché da tutti i dipendenti di questi datori di lavoro privati, i quali tutti hanno visto falcidiati o addirittura annullati i loro redditi, e molti di questi costretti a dover mendicare i loro pasti quotidiani.

    Signor Presidente,

    non potrà non convenire che ogni sua invocazione o elogio alla solidarietà, in questo momento eccezionale, indirizzata “agli Italiani” come fossero un’unica indistinta categoria di cittadini, possa suscitare perplessità, oltre che di ordine linguistico, anche sul piano etico.

    Alla luce di quanto sopra, nessuno potrà dubitare sulla doverosità morale per i fortunati dipendenti pubblici e parapubblici, di compiere concreti atti di solidarietà nei confronti degli sfortunati appartenenti alla seconda classe.

    Di qui la ragione del presente appello.

    Signor Presidente,

    un suo gesto generoso ed esemplare in questo senso, per effetto di trascinamento, indurrà i massimi organi dello Stato, pubblici dipendenti ad imitarla.

    Signor Presidente,

    auspico quindi, che attraverso i consueti mezzi radio-televisivi, Ella voglia rivolgere un messaggio agli Italiani – questa volta agli Italiani tutti -, con cui annuncerà di rinunziare ad una parte, che Ella riterrà congrua, dei suoi emolumenti di Capo dello Stato.

    È da esser certi che non un solo membro dei vertici del Quirinale, un solo membro del Parlamento, della Corte Costituzionale, della Corte dei conti, delle assemblee regionali (l’elenco è puramente esemplificativo) avrà la sfrontatezza di non seguire il suo esempio.

    Il valore morale di un simile gesto, proprio in queste penosissime e crudamente divisive circostanze, avrà profonde positive conseguenze, dando concretezza al sempre da Lei invocato ed esaltato spirito di solidarietà degli Italiani, e servirà a restituire ai cittadini quella fiducia che hanno perso nei confronti delle più alte cariche dello Stato.

    Signor Presidente,

    la esemplarità del suo gesto susciterà inoltre ammirazione anche nei popoli di altre nazioni, onorando l’Italia presso di esse.

    Signor Presidente, l’alta stima che nutro per lei mi induce a confidare che Ella vorrà prendere in convinta considerazione questo appello.

    Rispettosamente,

    Aldo Canovari

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