Il cammino per la riconquista di Palazzo Cavallo da parte delle truppe dell’ingegnere sembrava (quasi) senza ostacoli…

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di Alessandro Artini

La debolezza dell’antagonista del centrosinistra unito (nonostante l’ottimo profilo personale, politico, professionale), la semi irrilevanza del grillino e del post grillino, l’insperato aiuto del Covid e le dirette tv giornaliere e promozionali, tutto tirava dalla parte del sindaco uscente. Poi come nei thriller quello che pareva scontato  si rimette in discussione. Prima l’ingresso in pista di Marco Donati con la civica “Scelgo Arezzo”, temuto più di quanto non diano a vedere i contendenti.

Il giovanotto si copre a sinistra con nomi e casati fuori discussione, si circonda di donne candidate in un momento propizio, e sganciato per tempo il trenino renzi-boschi, rassicura i moderati con il suo fare semplice, con il prestigio della famiglia, il buon rapporto con le categorie.

Capace poi di attrarre i delusi e i dabbene che avevano sperato e votato Ghidelli, diventa un inciampo. Poi a ruota lo scandalo senza nome ma ben più pervasivo dell’antenata Variantopoli, con risvolti giudiziari e ancora peggiori considerazioni morali.

Quello che invece ancora non si era segnalato è l’eclissi e la sparizione dai periscopi del vicesindaco in carica Gianfrancesco Gamurrini.E soprattutto del silenzio blindato su questa defezione.

Una volta Stalin cancellava dalle foto ufficiali i dirigenti caduti in disgrazia. A Arezzo il vice sindaco è scomparso nella stessa maniera. Difficile sapere se ha combinato qualcosa e soprattutto cosa.

Si dice che già una volta fosse sparito dalla scena improvvisamente alla sua prima esperienza nella giunta lucherini e che anche allora fu silenzio di tomba. Ma questa volta è diverso: l’animatore di Oraghinelli, il factotum del sindaco, l’instancabile promotore di pubblici interventi nel tessuto cittadino, colui che con l’invenzione degli avvisi in aretino aveva alzato un venticello di simpatia in un governo cittadino antipatico anzi che no messo da parte così e senza un guaito da parte sua.

Lui che ne avrebbe ben donde di mandare a quel paese tutti gli altri, coinvolti in manovre oscure, poco edificanti mentre lui, pur trattando materia delicata, è rimasto fuori da tutto raro superstite allo tzunami. Si dice di una rissa furibonda col sindaco, ma nessuno lo sa per certo. Si dice che nelle segrete spartizioni il posto di vicesindaco, Ghinelli lo avrebbe riservato alla Lega (ma lui non aveva aderito al partito e indossato la maglia verde nella trasferta di Pontida?)

Poi la Lega, nel panorama aretino, avaro di personaggi com’è, quale miglior vicesindaco di Gamurrini avrebbe potuto trovare? Possibile che ci sia altro? Il silenzio delle parti e ancor più dell’interessato crea mille interrogativi.

Se di cause o responsabilità si dicano, i cittadini hanno diritto sempre alla chiarezza, tanto più’ in questi scenari opachi e tanto più se la chiarezza potrebbe evitare dubbi, interrogativi e quanto di peggio per Gamurrini stesso e per Ghinelli e c., già’ a mollo in acque poco limpide.

1 COMMENT

  1. Il gamurrini in 5 anni ha cambiato un paio di milioni di ciclamini nelle aiuole, tirato giù una decina di pini, lasciato le strade in condizioni pietose e rifatto via petrarca in modo osceno e tenenfola chiusa per un anno e (due anni dopo, l’autobus s’aspetta ancora in piedi sotto il sole o la neve); vorrei pure vedere come faceva, con queste 4 cose, a finire in mezzo a qualche giro losco. Ah, dimenticavo l’inqualificabile allungamento a nord della tangenziale e quello svincolo mastodontico a chiani.
    Con tutti i lenzuoli sbandierati in giro e non fatti (baldaccio?) o partiti bene, rovinati nel progetto e mollati a metà (via fiorentina) a me pare incredibile che la sua presenza sia vista come “un plus”. Ottimo togliere i pini dall’ambiente urbano, ma dopo 5 anni lasciare solo questo come evento positivo non mi pare il curriculum di un amministratore da andare a supplicare di ricandidarsi.

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