Mi piacciono gli alberi, credo come quasi tutti. Non sono un esperto del verde, ma so che i pini lungo le nostre strade le danneggiano, spaccano i marciapiedi, e sono estremamente fragili al vento con conseguente rischio di danni a persone e cose. Rischi simili riguardano molti alberi esposti ai tanti prodotti dannosi che la società umana produce. Immagino che i tecnici abbiano individuato le specie più utili e adatte alla convivenza con l’uomo, per particolare ricambio d’aria piuttosto che per resistenza: pragmaticamente vorrei vedere adeguati i nostri alberi al nostro stile di vita. Credo che il creatore ce lo potrebbe perdonare. Sostituzione, e dove possibile implementazione aderendo a quella linea politica regionale che prevede l’innesto di tanti, tanti alberi. Non pensavo che anche su questo aspetto avrei riscontrato differenze con una certa area politica: la sorte dei 4 tigli di piazza della stazione di Arezzo invece mi aspettava al varco. In agosto, un movimento di opinione si oppose all’idea dell’allora vicesindaco Gamurrini di sostituirli (aumentandoli) con essenze “più moderne e cittadine”. La difesa di quei 4 alberi divenne argomento elettorale e quel progetto venne abortito. Però devo dire che passare con la carrozzina su quei marciapiedi costringe a confrontarsi con la pavimentazione sconnessa e magari anche la necessità di scansare qualche automobile privata lì parcheggiata. Avendo anche compreso che almeno alcuni erano stati piantati da un privato su territorio comunale mi pareva opportuno ripristinare una certa coerenza giuridica perché non vorrei che come cittadino di Arezzo venissi chiamato a contribuire per le attività di manutenzione che quegli alberi richiedano vista la loro altezza e chioma o ancor meno sentirmi responsabile per danni derivanti da verde che il Comune non ha piantato. Del resto in città sono evidenti alberi che nella stagione deputata scaricano montagne di fiocchi bianchi mentre altrove depositano una sostanza appiccicosa (non mi riferisco alla resina) su autovetture e panchine piuttosto che rendere scivolose certe nostre strade, alberi che probabilmente indicavano vecchi confini e che li sono rimasti, a prescindere dal loro equilibrio con la vita cittadina. Mi vengono in mente anche gli alberi dei giardini di Santo spirito, minacciati di taglio, ma difesi dall’opposizione consiliare perché belli e storici e perché quella zona è inquinata dai gas di scarico: il bello è personale, qualunque appiglio storico mi sembra si sia dissolto, ridicolo puntare sull’aspetto ecologico quando si accetta che a 5 m di distanza vi siano fiumi di veicoli in movimento o, peggio, parcheggiati sui marciapiedi con motore acceso.
Non ne faccio questione ideologica, credo che in città si debba scegliere cosa è più compatibile senza usare gli alberi come strumento di opposizione politica. Ma così saremmo un paese troppo civile.
Ora apprendo che 3 alberi verranno lasciati come sono: io vorrei che i miei sovramenzionati dubbi avessero risposte dall’amministrazione, salvo che questo sia il paese delle libertà dove ognuno fa un po’ come gli pare. Già visto in passato, quando alcuni aretini firmarono per addossarmi il costo del rifacimento del teatro Petrarca, con molte alternative comunali e poi inutilizzato.
Quel che è mio è mio, quel che è tuo è nostro; paga e taci; dittatura democratica; scegliete voi quale motto meglio rappresenti questo approccio amministrativo.
Vorrei chiarimenti, diversamente potrei anche pensare che questi alberi si salvano perché questa è la volontà di “sceldo” (se ho ben compreso il nome), il canino della coppia imperiale, ora famiglia. Ci starebbe, dopo aver appreso che i principali esponenti della minoranza al Comune di Arezzo sono stati coinvolti alla 99° quotidiana diretta stampa del sindaco su suggerimento della moglie del sindaco stesso: idea della first lady, non dell’imperatore. Sono parte della taskforce di comunicazione comunale anti-Covid. Ma vedere Ralli e Donati pallidi e tesi come due scolaretti dinanzi a preside e insegnante mi dice che mi debbo aspettare di tutto. Anche l’interesse dei cani ad alzare la gambetta dove preferiscono, tutelando alberi forse non voluti dai cittadini. Ci sta anche non aver avuto il dono del sindaco o non essere invitato al matrimonio. Ma non mi vedrete come una scimmietta al circo annuire al comando dell’addestratore, per poi attendere lo zuccherino di premio: quello lo lascio ad altri.
ps: immagino l’opposizione sostenga anche i test sierologici proposti dalla giunta Ghinelli. Dopo l’ospedale da campo, le diatribe sull’inserire dipendenti comunali nel tracking covid, spalleggiano attacchi d’odio a reparti del S.Donato? E, il nostro Comune ha messo in campo (quanto è costato?) oltre 8.000 test per alunni più piccoli. Una iniziativa che vede freddezza della Usl e parole contrarie di Caremani, storico infettivologo; iniziativa che, leggo da “la nazione”, vede il giorno dopo l’inizio 300 (trecento!) prenotati: forse molti aretini ne conoscono l’inutilità. Ma le opposizioni più importanti approvano lo stile del sindaco su Covid e Usl. Mah..
Opposizione???
Non capisco, c’è una opposizione ad Arezzo???
Sceldo sindaco subito, farebbe una politica meno canina di chi c’è e anche di chi non c’è in questo momento.