Qualcuno mi aveva telefonato dicendomi di guardare la trasmissione che vedeva contrapposto il direttore della Usl Toscana sudest al sindaco di Arezzo: non pensavo di assistere ad un momento istituzionalmente così basso per il Comune di Arezzo. Perché la motivazione offerta a sostegno della richiesta dei dati dei negativi è veramente preoccupante: quelli che sono “nessuno” non sarebbero stati “cagati” da Ghinelli, altri sarebbero stati nel centro del mirino.
Così Ghinelli ha riassunto il motivo per conoscere nome, cognome, abitazione, motivo e richiedente del tampone negativo: mi sembra debolino, inadatto a fornire alla giunta informazioni così riservate e sinora protette costituzionalmente. Guarda che rumba intorno alla app “immuni” che non disporrebbe di simili dettagli. Roba da matti, totale spregio delle basilari norme di privacy per le condizioni sanitarie in assenza di qualunque risultato degno di nota.
Una caccia all’untore che un untore non è, forse una nuova pensata per ottenere supporto dai fan più irriducibili. Si prestino loro a concedere i loro dati al sindaco, a qualche assessore con il pallino del tracciamento o del conteggio dei flussi; anzi li venerino insieme a quel direttore che ha detto d’esser fiero di mettere in onda la passerella del Ghinelli. Ricordasse anche che prende qualche decina di migliaia d’euro nostri per farlo. Non ho capito per fare cosa prende i soldi.
Credo sia soltanto un escamotage di Ghinelli per nascondere la totale mancanza di idee per il futuro della città, la preoccupante lentezza nell’attribuzione di nuovi e veri fondi per il sostegno della comunità mentre qualcuno cerca di salvare gli interessi di qualcun altro.
Stiamo ancora a parlare di spendere milioni di euro con le fondazioni mentre i cittadini hanno problemi con il sostentamento? A proposito, quelle figure anche istituzionali che si erano sbilanciate nella caccia all’uomo nero per gli episodi di vandalismo contro alcuni negozi che preoccupavano i commercianti e che venivano legati a questa emergenza sanitaria, si spargeranno il capo di cenere ora che i carabinieri hanno accusato per gli atti vandalici un aretino incazzato con questi esercenti? Che figura di M, direbbe Emilio Fede. Anche qui c’è la fila.
Per ora si è sentito parlare solo di un concertino e dei tavolini nel centro storico, come al solito sembra che l’economia aretina sia concentrata solo lì, gli altri possono chiudere.
Se dopo questa batosta si riparte coi giochini e le fondazioni siamo fritti.