Fuga da Ghinelli. Ah, se le sapessimo tutte!

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Leggo della voglia di presentarsi quali indipendenti alle elezioni aretine da parte di coloro che sostennero l’ingegnere. Insoddisfatti per il mancato conseguimento degli obiettivi promessi. Preoccupati per lo stato della sicurezza in città. Contrariati per le parole registrate nelle segrete stanze e per i toni tra i massimi componenti del governo cittadino. Non approfondisco in questa sede la validità della candidatura di un dipendente comunale, ci penseranno da soli.

Ma la delusione è palpabile e comprendo come una parte di elettorato non possa neanche immaginare di votare per un sindaco che potrebbe anche essere rinviato a giudizio: un problema con numerose sfaccettature che potrebbero luccicare di più se avessero registrato tutte le conversazioni baubau miciomicio. Perché ovviamente lo scambio al vetriolo fra sindaco e vicesindaco che ha apostrofato il numero uno della giunta comunale aretina di essere confuso o forse bipolare dopo essere stato indicato come motivo di insoddisfazione per la propria attività di assessore ai lavori pubblici dà ancora maggior risalto ai decantatissimi risultati dell’assessore al turismo.

Prendendo spunto dalle previsioni camerali per l’anno 2020, forti preoccupazioni derivano dalla previsione del calo del traffico turistico per il nostro territorio, anche se Arezzo provincia con il 3,3% regionale è la ottava su 10 in Toscana per numero di presenze (peggio di noi solo Prato e Massa Carrara), Pistoia è davanti a noi con il 7%, irraggiungibile Siena con il 10%. Nonostante grandi chiacchiere sui successi dell’assessore sui generis (non è una mia definizione), il Comune di Arezzo vale l’0,9% delle presenze a livello regionale.

Quando hanno presentato il bilancio sociale della fondazione turismo prevedevano oltre 500.000 presenze nell’anno 2019 a livello comunale. Una previsione sbagliata mica poco, hanno toppato d’un 10%, una previsione raccolta in uno dei più incomprensibili grafici mai visti e stampata a nostre spese con l’aggiunta di un invisibile asterisco, quando pochi giorni dopo sono usciti i numeri regionali certificati: 466.000 presenze. 466.000 su 48, 5 milioni.

Il Comune di Arezzo vale un modesto 0,9% delle presenze a livello regionale. Quando c’erano gli altri (quelli di prima..) Arezzo valeva lo 0,7% del regionale. Fischia, che incremento, pagato centinaia di migliaia d’euro. Sapessimo ad esempio quanto ha speso la fondazione cultura per alloggiare in circa 2.000 camere d’albergo i suoi invitati. Si alzano le presenze di qualche migliaio, si portano anche soldi a alcuni ristoranti (11.000 pasti pagati): peccato non sapere chi è stato nostro ospite, quanto ci è costata questa ospitalità, se i prezzi erano “giusti”, se i clienti sono stati accolti su tutto il territorio comunale o solo in poche -selezionate…- attività. Perchè quelli che spendono i soldi della comunità sbagliano se poi fanno confluire i ritorni solo presso qualche albergo o specifico ristorante. Ma non lo possiamo sapere, dobbiamo sperare in qualche registrazione di conversazioni?

All’attuale presidente della fondazione turismo gli stralci di registrazioni pubblicate sulla stampa non piacciono perché dovrebbero essere note soltanto in fase processuale: strano tuttavia che le intercettazioni circa il presunto addomesticamento di un procedimento contro Berlusconi gli paiano più che degne di considerazione. Strane metodologie.

A conferma della mia perplessità sull’utilizzo dei denari pubblici operata dalla giunta Ghinelli, specializzata in iniziative la cui utilità non mi convince e che magari attraggono la magistratura: sarebbero progetti di lungo periodo che devono coinvolgere tutti gli enti locali e le loro amministrazioni in un progetto politico che vada al di là dell’interesse o della volontà di un solo attore. Discutibile scelta di fare delle “focate” per guadagnarsi la riconoscenza di pochi beneficiati, quando poi non ci sono soldi per confermare l’incarico al Dmm, figura centrale in questi progetti. Non era difficile fare meglio della precedente amministrazione, latitante sui social e ignara delle tecniche più apprezzate, ma sarebbe opportuno poter valutare costi e risultati.

La decantata trasparenza non esiste, considerato quello che succede a palazzo cavallo il dubbio deve perseverare.

2 COMMENTS

  1. IL Giochino è riempire alberghi e ristoranti degli amici…la città è in un degrdo sociale che perdura da troppo tempo(ed era uno dei cavalli di battaglia del sindaco), le risorse spese per le manifestazioni hanno avuto un ritorno economico? a quanto pare no visto che Comanducci chiedeva soldi per organizzarle di nuovo l’anno successivo..le vie rifatte solo in campagna elettorale(bloccando cosi tutta insieme la viabilità cittadina… insomma niente di nuovo a Arezzo

  2. Più che insoddisfatto io sono deluso e arrabbiato. In questi anni era come giocare a tressette a perdere, massimo impegno a scornare le aspettative di chi li ha votati.
    E da ignorante e perfetto botolo ringhioso non mi è mai piaciuta questa orgia turistica confusionaria e mal gestita e pure poco trasparente come ricorda giustamente il Ruzzi, lo si capiva anche senza intercettazioni, tra fondazioni, soldi che non bastano mai e insistenza esagerata nei soliti luoghi e per parte di solite categorie.
    Ricordo ancora che in piena emergenza covid l’ex assessore chiedeva alle aziende soldi per la città del Natale (come tutti gli anni).
    Alla luce poi dei dati forniti in questo articolo devo arguire che con le tasse mi sono finanziato i disagi senza ritorni economici o servizi in cambio.

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