Fra noi si scherzava raccogliere ortiche. Poi ci si sculacciava.

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Cito (e deformo) Battiato per parlare delle registrazioni Staderini.

Quanto emerge dalle registrazioni di Staderini a me pare (addirittura, sempre sia possibile) più grave della inchiesta su Coingas e relative consulenze sfacciate.

Le considerazioni giudiziare spettano ad altri, qui illustro riflessioni politiche da aretino e contribuente.

Perché sono passati troppi giorni senza che alcuno dei personaggi pubblici descritti dalle anticipazioni gionalistiche quali protagonisti delle conversazioni registrate abbia contribuito a fare chiarezza sul proprio ruolo. Dando sostanza alla ricostruzione che vede un consigliere comunale (Bardelli) e due nominati ai vertici di partecipate (Roggi e Amendola) sotto indagine per corruzione per la nomina di Amendola a presidente di Multiservizi grazie all’appoggio determinante di Bardelli e al coinvolgimento di Roggi di ArezzoCasa -quasi fosse l’agente del “breda”-. Il Sindaco Ghinelli viene, almeno dall’agosto 2016, a conoscenza sommaria dei retroscena sì da coinvolgere Staderini nel ruolo di sensale per trovare il compromesso. Vengono fuori un altro paio di figure che hanno -cortesemente- pubblicamente confermato essere citati nelle conversazioni (D’Ettore e Mugnai, allora coordinatore e consigliere regionale di ForzaItalia, il partito che ha presentato Bardelli alle comunali aretine 2015 e in cui milita Amendola). Amendola ha anticipato la presentazione delle dimissioni per una vicenda definita “poco credibile” dal suo avvocato, del resto su Amendola solo relata refero, parole e promesse riportate.

Quindi tutti innocenti sino a prova contraria. Tuttavia neanche sei mesi dopo, gennaio 2017, Bardelli lascia Forza Italia: nell’articolo dal sottotitolo Io, emarginato per Casa Pound e senza incarichi. Ma non pugnalo Ghinelli sono virgolettate queste frasi: “Mai spinto dal mio partito verso qualche incarico…ForzaItalia non mi ha mai considerato, .. ovviamente i panni sporchi si lavano in casa..”. In quell’anno Ghinelli esprimeva grande soddisfazione per la gestione di questa partecipata del Comune e un’altra gioiva che Arezzo Multiservizi aveva permesso di accantonare una cifra importante, 8.000 euro. Cifre che alla luce odierna fanno sorridere.

Ma le registrazioni vengono citate e nessun aretino può ignorarle; pare evidente che non è obbligatoriamente il sindaco o una maggioranza a scegliere i presidenti di aziende partecipate: ad Arezzo può sceglierli un solo consigliere, il sindaco poi lo nomina. Neanche per considerazioni di bravura, ci stanno anche le beghe personali. Quando si vuole bene ad una persona l’interesse della città può anche passare in secondo piano. Omnia amor vincit dice il proverbio, il ruolo del sindaco diviene secondario. Dalle conversazioni pare che sia Bardelli a scegliere il presidente di Multiservizi. Ed al sorgere del problema viene fatto scendere in campo il da-Ghinelli-nominato presidente Coingas, una persona che non è passata dal vaglio delle elezioni, ma era il presidente del comitato elettorale che sosteneva l’ingegnere alle elezioni del 2015.

Circa l’immagine dei due pezzi da 90 di Forza Italia, le parole del sindaco Ghinelli preludono ad una freddezza figlia dalla scarsa considerazione che è difficile immaginare ininfluente allorché il D’Ettore diviene parlamentare della nostra circoscrizione, mentre i colleghi di partito paiono avere idee molto chiare sulla disponibilità finanziaria raggiunta da Mugnai attraverso la sua elezione a consigliere regionale: nel comunicato Mugnai ed D’Ettore non solo portano un po’ di chiarezza, ma anche stigmatizzano le visioni espresse dai loro colleghi.

Ma da cittadino dico che traspariscono le motivazioni della fame di presidenze delle partecipate, paiono lontanissime dall’interesse pubblico.

Sino qui ho evidenziato perplessità sul ruolo del sindaco, sul metodo di scelta di chi guiderà pezzi importanti dall’amministrazione, su rapporti e considerazione personale fra colleghi di maggioranza unita al preponderante menefreghismo che spinge troppi a non spiegare alla città cosa sta accadendo.

Mi dispiace il silenzio da parte dei consiglieri comunali di maggioranza, il quadro che s’intravede dalla lettura delle registrazioni Staderini tratteggia uno stile di guida cittadino dal quale ritengo occorra distinguersi: non basta, come hanno fatto molti assessori della giunta Ghinelli, tacere.

Salvo l’assessora contestata da Forza Italia, lei si è schierata a fianco del sindaco integrando la prima imbarazzante e surreale dichiarazione, ma mi permetto di segnalarle un refuso: deve esserle saltato il paragrafo dove il sindaco spiega bene le sue posizioni sulla vicenda Amendola, io non l’ho trovato; negli ultimi 2 giorni l’ho letto paragonarsi a Michelangelo con martello e scalpello o farsi fotografare con i vertici di 1 azienda orafa aretina, ma non dichiarare che scherzava, che è tutto un malinteso o la manovra di di quelli che non gli voglio bene, qualcosa insomma.

Non credo che il chiarimento alla città avrebbe avuto impatto sulle indagini.

Perché ora è tardi e non lascia scelta a chi siede nei palchi comunali se non il dissociarsi. Abbandonando una cricca bislacca. Diversamente debbono considerarsi organici allo stile politico che contraddistingue (nuovamente) la destra aretina. E non mi riferisco esclusivamente a quelli che Arezzo hanno nel cuore, l’amministrazione della città ed il ruolo dei consiglieri comunali per me va al di là del fare il passacarte di segnalazioni di buche e sporcizia; Arezzo c’è l’ho nel cuore anche io (ed altri), ma diversamente

Perchè strane sono le motivazioni delle registrazioni che Staderini ha effettuato e conservato, se guardo alla successiva bega Coingas: servivano a pararsi le chiappe?

Anche l’opposizione non mi ha sbalordito: qualche sussulto per battere un colpo, niente di fatale. Imbarazzante. Dò loro un suggerimento, aggratis.

Non ho visto fare leva su un aspetto cruciale. Che riguarda il profilo politico e umano. Quello giuridico attiene alla magistratura.

Vediamo se riesco ad agitare le coscienze, non fosse bastato quanto già scritto.

E convincere a fornire chiarimenti, magari tardivi, ma utili alla città.

Si parla di indagini per corruzione; potrebbe essere impropria, art. 318, dove il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Pena più elevata in altre casistiche.

Così non fosse, si tratterebbe di calunnia (e simili) in un tutti contro tutti.

Salvo che gli audio siano taroccati o le anticipazioni toppate!

Ghinelli non bloccherebbe quanto si sviluppa in sua presenza, anzi direbbe “di soffiargli nell’orecchio che lui è bene che li onori i patti“. Tantomeno lo denunzia.

Insomma tutti coloro che sono a conoscenza già nel 2016 di quanto bolliva in pentola -vero o non vero- non si preoccupano di denunziare; nè in procura se vero, nè sulla stampa se non vero; vanno avanti tranquilli, come questo possa essere accettabile.

Tutti zitti.

Sarebbe pazzesco.

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