Luciano Ralli, medico del San Donato, all’inizio della campagna elettorale per le comunali ad Arezzo valeva (espressione brutta, ma chiara) circa il 35% dei voti. Ebbi modo di dirglielo quando ancora non sapevo che sarebbe diventato il candidato a Sindaco del centrosinistra.
In fondo non era così popolare e carismatico come sarebbe servito nell’occasione e il PD locale, che lo ha candidato, si stava sgretolando da tempo, e ormai era più un logo, un marchio, che una realtà.
Il 35% è una percentuale che come base può valere per qualsiasi persona mediamente popolare che venga candidata per il centrosinistra (ma anche per il centrodestra) ad Arezzo.
Quindi il punto di partenza di Luciano Ralli era davvero in basso e la campagna elettorale, guidata per lo più da consulenti milanesi, ha ingessato il medico aretino in alcuni slogan davvero poco felici e molto generici.
Sono in pochi ad aver compreso cosa sia il “Grande progetto per Arezzo” di cui Ralli parla dall’inizio della sua campagna elettorale; più facile è stato capire che gli aretini sono di fronte a un bivio; un bivio tra Icastica e Back in Time (probabilmente nessuna delle due manifestazioni tornerà, ma è utile citarle per rendere l’idea); un bivio tra la collaborazione con la nuova amministrazione regionale targata Giani e l’isolamento rispetto a quella; un bivio tra tagliare piante e piantarne 100000 in 5 anni (una per cittadino); un bivio tra un festival di musica lirica da 700000 euro e un festival di musica contemporanea che rinverdisca i fasti di Arezzo Wave con costi più contenuti.
Un bivio tra opere pubbliche al centro del progetto e nessuna opera pubblica di rilievo realizzata in 5 anni; un bivio tra costruire una nuova sede della Polizia Municipale in un’area adatta (e con un costo ragionevole) come quella di via Tagliamento, oppure realizzarla in un vicolo del tutto inadatto come via Fabio Filzi con 6000000 di euro.
Un bivio tra chi vuole aprire il dormitorio per i senza tetto tutto l’anno e chi solo per pochi mesi.
Un bivio tra il rischio serio di ritrovarsi un sindaco sospeso dal proprio ruolo per problemi giudiziari e una buona amministrazione che basi le sue scelte sulla meritocrazia e l’interesse dei cittadini tutti (non solo commercianti).
Un bivio tra chi per un pugno di preferenze ricandida Bardelli (e con lui Casa Pound) e chi non lo farebbe mai.
In questo scenario Ghinelli ha di certo alcuni vantaggi, tra cui quello di essere notevolmente più popolare (anche grazie al Corona virus), quello di saper parlare meglio in pubblico ed essere più carismatico rispetto a Ralli. In un’epoca come quella attuale non è poco, ma potrebbe non essere abbastanza, anche perché gli elettori che al primo turno hanno affidato il proprio voto ai candidati Donati e Farsetti, non potranno non votare per Ralli al secondo turno; lo stesso dicasi per buona parte dei pentastellati.
Così è probabile che come molti pensano a prevalere sia Ghinelli, ma non è detto.
Nella foto Ralli è con Francesco Ruscelli, segretario provinciale del PD
Il senso del manifesto del Ralli, mi spiega il signor Brunacci che cosa dovrebbe comunicarci? Io ci vedo un non vago messaggio negazionista contro la mascherina. E stop. Che altro significato ci dovrei cogliere? Dice: Il bivio. Sì, ok: il ballottaggio è in senso figurato un bivio. Giàcchè anche lei afferma che il non meglio precisato “grande piano di rilancio” o “piano di grande rilancio” è un bo, un bah, un mah, mi sa dire qual è la certezza che, per mezzo di questo nuovo manifesto, Ralli ci comunica senza bo…bah…mah? Che la mascherina è indice di malgoverno, di destre e fascismo?