Dopo quasi 15 anni, Informarezzo cambia direttore e proprietà

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di Paolo Casalini

Sono ormai quasi 15 anni da quando il primo articolo apparve on line.

Ho atteso a lungo questo momento, ma è giunto il momento di dare qualche spiegazione ai lettori. Lascio la direzione del giornale dopo quasi 14 anni e mezzo di direzione. Per un debito di gratitudine nei vostri confronti, per senso di responsabilità, per un dovere di verità.

Tutto era partito in una serata tra amici. Parafrasando Scalfari: “Eravamo agitati, emozionati, felici e impauriti allo stesso tempo. Sembrava di partecipare al varo d’una nave, della quale nessuno conosceva con esattezza forma, dimensioni e strutture”.

Quella nave ha contribuito a rinnovare, penetrare e ribaltare la nostra realtà cittadina. Non solo cronaca ma anche politica, diritti civili, le inchieste, la laicità dello Stato, l’ambiente, la trasparenza. Siamo sempre stati schierati, a volte sbagliando, ma mai venendo meno alla nostra storia. Io personalmente ho subito 11 processi per aver scritto solo il mio pensiero, e sempre sono stato assolto.

Abbiamo tenuto fede al nostro patto con i lettori: essere una testata libera, accogliente, indipendente.

Scriveva Aldo Moro, in un suo memoriale dal covo delle Brigate rosse, nel 1978: «La stampa in Italia costituisce un enorme problema sia per quanto riguarda il suo ordinamento e sviluppo, sia per quanto riguarda la sua indipendenza… la gestione giornalistica è talmente costosa da essere proibitiva… Il Paese è così dominato da cinque o sei testate. Questi giorni hanno dimostrato come sia facile chiudere il mercato delle opinioni. Non solo non troverai opinioni, ma neppure notizie».

E’ arrivato il momento di passare la mano a chi saprà restituire al giornale quella grinta che la stanchezza ha appannato. Lo devo al mestiere che amo, il giornalismo. E soprattutto lo devo alla mia coscienza.

10 COMMENTS

  1. Ciao Paolo,
    ma, per curiosità,
    puoi dirci chi ha acquistato la testata e chi sarà il nuovo direttore?
    Così, tanto per regolarci.

  2. Paolo mi spiace che tu non sia piu’ Informarezzo,ma potevi almeno organizzare un incontro d’addio per i fedelissimi, vorra’ dire che ti salutero’ come si deve quando ci incontriamo.

  3. Grazie di tutto direttore.
    Ha già adeguatamente descritto questi anni D.C., lo condivido praticamente in toto.

    Questa testata ha iniziato il suo declino quando ha deciso di candidarsi.
    Però, considerando appunto la storia di questi anni, non so se sarebbe stato meglio chiuderla piuttosto che cambiare direttore.
    Quello che mancherà qui sotto è il commento di BC…

  4. Altri hanno già detto tutto meglio di me, quindi semplicemente grazie Paolo per aver creato qualcosa di eccezionale in una realtà purtroppo un po’ troppo provinciale.

  5. Anche noi, anonimi lettori e commentatori occasionali, sebbene amareggiati per la decisione vogliamo ringraziare il Direttore Casalini, per averci dato voce in libertà di espressione, senza nulla chiedere in cambio.
    Piacendoci i tuoi principi, la tua cultura e la tua intelligenza, abbiamo sperato e ancora in verità speriamo, di ritrovarti in altri ruoli di impegno collettivo e civile; non ti mancherà in questo caso il nostro sostegno. Comunque, auguri per il proseguo, qualunque sia la direzione scelta.

  6. Caro Paolo, sei riuscito infine a porre fine alla lunga, dolorosa agonia di questo sito da molto tempo ormai tenuto in piedi a forza di flebo e accanimento terapeutico.
    Quel che avevo da dirti te l ‘ho scritto in privato 20 gg fa, ma mi sembra il minimo che tu abbia qualche riconoscimento pubblico, non quello formale della ipocrita tromboneide cittadina,che forse nemmeno farà la piccola fatica di esprimere un rammarico formale, ma delle persone che hanno frequentato Informarezzo.
    Hai fatto un lavoro eccezionale e di grande qualità che non ha riscontri paragonabili nella storia locale.
    Il Nucci, con il quale non sono quasi mai d’accordo, ha fatto un quadro realistico della situazione aretina.
    Informarezzo, che praticamente eri solo tu ( senza sminuire l’apporto delle tante occasionali collaborazioni) è stato per anni l’unico luogo dove si è visto fare quel giornalismo che la nostra città ha conosciuto solo in piccole, episodiche, limitate occasioni. Parlo del giornalismo come impegno a capire la vera essenza dei fatti e delle cose, con l’indagine, lo studio, l’inchiesta insomma, e non del farsi pappagallesco portavoce delle proposizioni di chi ha le redini del potere o ha interessi propri ed esige che la realtà venga presentata coi loro filtri, o più semplicemente silenziata.
    Per la prima volta qui abbiamo potuto vedere analisi approfondite del funzionamento e dell’agire delle grosse aziende che gestiscono gli interessi pubblici, come Coingas- Estra, Nuove Acque, AISA. Ricordo i tuoi tentativi di spiegare la storia e i motivi del crollo BPEL, con articoli di una qualità che non era riscontrabile in quelli delle varie testate nazionale. E spesso hai visto l’appassionata partecipazione dei lettori d’Informarezzo, che pur esprimendo non di rado le loro nevrosi/psicosi e limiti, hanno dato anche bei contributi ai dibattiti e fatto di questo luogo una delle cose più vive della città. Io da Informarezzo e dai suoi lettori ho imparato molto, soprattutto l’estrema complessità delle cose e quanto il confronto permetta di non fermarsi alla superficie e alla pigrizia di non approfondire. Ho fatto solo degli esempi, tantissime sono state le cose, d’interesse nazionale e locale, di cui Informarezzo si è molto dignitosamente occupata.
    Puoi andarne orgoglioso, per la qualità di frequente espressa e per non aver mai tappato la bocca a nessuno. Forse se noi lettori ti avessimo lasciato meno solo non sarebbe finita così, ma dopo tutti questi anni come non comprendere che tu voglia cambiare vita? Spero che avrai altre occasioni di esprimere la tua qualità di giornalista, che in questa città non ha avuto eguali e meritava di più. Un grazie sincero.

  7. Hai voluto spiazzarci?
    Voglio dire un paio di cose.
    La prima è che Arezzo e provincia è un territorio poco effervescente, con poche idee e fondamentalmente prono e servile al potere e ai potenti di turno.
    La stampa, tutta, fa pena e crea imbarazzo da quanto è lecchina.
    La stampa non ha mai avuto un minimo di orgoglio e ha sempre zittito qualsiasi voce di dissenso a prescindere.
    Informarezzo con il suo direttore, ha permesso il dibattito, il dissenso, la polemica e tutti hanno potuto parlare.
    Chiunque ha potuto dire la sua ma a spese tue.
    Ma pochi lo riconoscono.
    Secondo me hai fatto molto bene il tuo lavoro e gli aretini dovrebbero ringraziarti come adesso faccio io.

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