Un anno fa Gabriele Donnini, consegnava ai componenti di Giunta (dal Sindaco Ghinelli, all’assessore Lucherini compresa) un libro: “Arezzo – Pensieri e progetti”. Si parlava anche dell’area Cadorna, tornata alla ribalta della discussione in questi giorni: una proposta concreta di recupero urbano e che salvaguardasse anche i murales di Icastica. Silenzio, ignorato di sana pianta, neppure una cordiale risposta.
Questo un passo del testo: «Condivisibile il progetto di aprire un passaggio pedonale pur non ampio tra l’ex-piazza d’armi e l’attuale parcheggio in Via Garibaldi: si possono armonizzare le due cose, anzitutto salvaguardando i grandi murales altrimenti inamovibili, via-via oggetti di polemiche, che la dicono lunga sulla superficialità della nostra Cultura civica in ambito contemporaneo. Opere di artisti internazionali, questi vanno saputi cogliere nel loro valore, al di là dei gusti poi di ognuno: intere città hanno costruito Turismo grazie ad interventi di street-Art. Per il vuoto bellico che si affaccia sui trascurati giardini di Piazza del Popolo, propongo un edificio che, appoggiandosi agli esistenti, integri i murales nella sua architettura, con giardino pensile sul tetto e quale nuova sede anche per la Misericordia o per un centro di socialità di pubblico utilizzo».
Erano allegati poi disegni esplicativi, per rendere l’idea. Insomma, spianare tutto non è l’unica soluzione, la solita soluzione: si può integrare antico e nuovo.
Due i fatti gravi: 1) la mancanza da parte dell’Amministrazione di condivisione dei progetti con la cittadinanza, il non rendere mai pubbliche le decisioni, il non aver le carte alla mano così da poter valutare l’impatto dell’opera; 2) il non rendersi conto che, per quanto degli edifici possano non essere sottoposti a vincoli dalla Soprintendenza, comunque si sta aprendo un cantiere enorme nel cuore di un centro storico! Non si può costruire a caso, o in maniera arbitraria, in un centro medievale.
L’area Cadorna va riqualificata, assolutamente, anche riordinando i posteggi e piantumando alberi. È un parcheggio strategico, non c’è dubbio. Ma quando ci si presenta l’occasione di colmale uno degli ultimi vuoti bellici (perché furono le bombe a creare la piazzetta accanto alla Misericordia, laddove c’erano antichissimi conventi), secondo Azione è necessario mostrare sensibilità urbanistica e lungimiranza amministrativa. Esattamente le altre due cose che paiono mancare nel dibattito e nell’agire dell’attuale Amministrazione.
Arezzo In Azione