È stato Francesco Lucacci a illustrare un emendamento del centrodestra: “congiunto a tutte le forze di maggioranza che prevede una formulazione che a nostro giudizio contempera il diritto all’acqua pubblica e l’equilibrio di un testo, caratteristica che deve essere propria di uno statuto”. Nell’emendamento era riportata la “proprietà” e non la “gestione” nel capoverso sopra riportato e scompariva in merito al titolo quinto il riferimento al referendum.
L’emendamento è stato respinto da Michele Menchetti, Francesco Romizi e Marco Donati: i tre consiglieri comunali di opposizione hanno ricordato “la messinscena del sindaco quando si faceva paladino dell’acqua pubblica, le divisioni nel centrodestra, la mancanza del numero legale durante il precedente Consiglio Comunale sull’argomento. Le omissioni della maggioranza snaturano l’atto. Parliamo peraltro di statuto comunale, di dichiarazioni di principio e non di atti vincolanti”. Marco Donati ha puntato il dito soprattutto contro Fratelli d’Italia che “a questo punto snatura anni di battaglia sull’acqua pubblica. Di questa presunta bandiera, evidentemente, si è solo riempita la bocca”.
Michele Menchetti ha di conseguenza ritirato l’atto “visto che non è stata raggiunta l’auspicata convergenza. La città perde una grande occasione ma almeno è politicamente tutto più chiaro”. Francesco Lucacci ha replicato ricordando la ratio dell’emendamento: “vogliamo l’acqua pubblica, ma gestita in maniera efficiente, industriale e professionale da soggetti di diritto privato, ma di totale proprietà pubblica e non da soggetti di diritto pubblico che in questo paese non vantano una tradizione edificante, con società che hanno avuto una gestione inefficiente, affette da clientelismo e nepotismo. Ecco il discrimine fondamentale. Ancora non conosciamo le evoluzioni legislative in materia, dunque l’emendamento risulta coerente con l’attuale quadro normativo e teneva una porta aperta a eventuali sviluppi. Vorrei ricordare che ben altri, e non Fratelli d’Italia, hanno fatto scempio del bene pubblico dell’acqua ovvero il PD e tutti coloro che hanno firmato l’emendamento, a esclusione del M5S”.