di Paolo Casalini
Comunque la si pensi parlare di concorsi pubblici e bandi “ad Personam” è purtroppo sempre attuale. C’è stato un tempo in cui si mormorava che se non si frequentava piazza S. Agostino, poche erano le chance di entrare in un posto pubblico locale. Oggi che la situazione è ribaltata, si mormora che bisogna appoggiarsi al suo simmetrico partito di destra.
Chiunque comandi invece, sarebbe ora che smettesse di pensare che governa in casa sua. I beni comuni son di tutti ed è diritto di tutti veder vincere chi ha i meriti per farlo.
La nostra provincia e la nostra città, stanno vivendo una situazione occupazionale che spinge molte persone a pensare di partecipare ad un concorso pubblico nella speranza di trovare l’agognato posto fisso. Purtroppo però, non mancano i casi di concorsi pubblici e bandi “ad personam” cioè fatti apposta per suscitare almeno il sospetto che siano stati attivati solo per assumere esclusivamente determinati candidati.
Qualche mese fa il Quotidiano.it aveva pubblicato un articolo, ripreso anche da blastingnews, in cui si avanzava qualche perplessità. Perplessità che diventa amarezza quando si pensa che, a fare le spese di questi concorsi pubblici e bandi “ad personam” sono uomini e donne che ci credono davvero, ci sperano e studiano per prepararsi ad affrontare le selezioni.
Spesso i concorsi sono occasione non per assumere i più meritevoli, ma per sistemare parenti, amici, amanti e trombamici. Le perplessità riguardano alcuni concorsi pubblici in cui i requisiti richiesti sembrano davvero fatti apposta non per fare una legittima scrematura ma, semmai, per far accedere ben specifici candidati.
Situazione grave già fatta presente a suo tempo da Cantone, quando era presidente dell’Autorità Anticorruzione, perché questa situazione, oltre ad essere comunque scandalosa, impedisce di fatto ai più preparati di partecipare alle selezioni, fin dall’inizio.
Non tralasciando di notare come in alcune PA lavorino, o abbiano lavorato seppur da precari, persone che non hanno mai partecipato ai concorsi pubblici. Insomma sembra tutto un maneggiare per stabilizzare amici e parenti, senza non solo premiare il merito ma, molto spesso, senza neanche tenere presenti le reali necessità di personale.
Ed ecco apparire le prove fisiche da sforzo per quadri e funzionari della PA, esami di idoneità in lingua straniera (una sola in verità ma tant’è), lauree brevi in scienze della comunicazione per candidati che avranno ruoli sostanzialmente amministrativi… La fiera della impreparazione su cui aleggia il dubbio della velina infilata per tempo nelle tasche del candidato.
Faremo il possibile per vigilare
Questa è la politica: va via te che me ce metto io! E magnamo un po’ per uno… All’epoca di Berta filava, io non avevo la tessera e cercavo lavoro.
Infatti, quel che ne pensi “coda di paglia” lì, avevi esordito dicendo che un tempo si paventata una prassi basata sulla frequentazione di S. Agostino. E’ vero ma sei in parte ingeneroso, perché a mio avviso i fuoriclasse erano i socialisti, con la D.C. che pur in minoranza riusciva ad avere il suo. Ed era un’epoca dorata…le assunzioni fioccavano e gli enti locali erano pieni di soldi da spendere.
Ora l’unica differenza è che c’è meno ciccia, ma quella che c’è…
Ma prova quella alla vaccinara, si addice piu’ al tuo nick.
Da’ retta…siete papponi…
E’ davvero strano che ci si accorga di queste cose ora, quando, per l’appunto, i concorsi li bandiscono amministrazioni che nn fanno capo alla sinistra.
Va la” …siete dei papponi formidabili…e quando vi pigliano in castagna strillate sempre all accanimento giudiziario…tanto finche’ la gente ci crede…e poi l’articolo e’ talmente generico che non si capisce perché” ti s accende subito la coda di paglia
Per te e’ generico, il resto luoghi comuni copiati, prova a fare di meglio.