Con la prossima chiusura della ex CRF e della ex BPE, a Saione non ci saranno più sportelli bancari.

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La tendenza al consolidamento nel settore del credito, con i relativi tagli al personale, e la diffusione dei sistemi di banking online stanno condannando a morte lo sportello bancario e i suoi servizi, come luogo fisico.

MPS di Saione, aveva alzato bandiera bianca già da qualche anno. Resterà a presidiare un quartiere popoloso, forse il più popoloso, attivo e quasi frenetico della città, solo il bancomat delle Poste.

In alternativa sarà necessario raggiungere il centro storico, entro al quale si stanno asserragliando i pochi istituti rimasti.

Il problema maggiore si porrà per i numerosi negozi della zona, che hanno bisogno di una assistenza retail e per gli anziani, che spesso non sono in grado di utilizzare i servizi internet. Gli istituti dovranno attrezzarsi per venire incontro alle loro esigenze, anche perché rappresentano la clientela con maggiori disponibilità. Ma aumenteranno le difficoltà anche per la vendita di prodotti ad alto valore aggiunto, per chiedere un mutuo o un finanziamento per l’impresa, operazioni che richiedono ancora la presenza fisica. La grande scommessa delle banche è riuscire a riconvertire le poche filiali rimaste e trasformarle in luoghi dedicati all’interazione con il cliente.

La situazione è ormai su un piano inclinato e destinata ad accellerare: nei piccoli comuni le filiali bancarie scarseggiano e le vetrine delle banche, nelle città e nei paesini, hanno continuato a spegnere le luci una dietro l’altra, confermando un trend in atto già da tempo. Così gli sportelli bancari semplicemente spariscono.

Le ragioni principali sono legate a due fenomeni: da un lato la digitalizzazione e lo sviluppo del mobile banking, che hanno ridotto drasticamente gli ingressi in filiale, e dall’altro le fusioni bancarie, che sono state numerose soprattutto in Italia e violente nella nostra provincia, portando a una sovrapposizione di sportelli e quindi alla loro chiusura, in una logica di riduzione dei costi. È un processo che sta compiendo anche un’altra importante rete di distribuzione, le Poste, sia pure in maniera più timida nel tentativo di tagliare tutte le fonti di costo ritenute superflue. Il sistema bancario ha già perso così oltre 50mila posti di lavoro nel solo ultimo quinquennio. Tra pochi giorni chiuderanno varie filiali cittadine (Via Montefalco, Via Veneto, Saione, Viale S. Margherita), che andranno ad accorparsi alla sede ex Cassa di Risparmio di Firenze di Via Roma e le filiali di Olmo e Alberoro, che si accorperanno a Pieve al Toppo.

La singola piccola filiale si vende, si affitta, oppure resta a bilancio. Il problema riguarda chi ha affittato spazi alle banche: in questi casi la chiusura crea una perdita di ricchezza. Senza contare i Comuni in cui non esistono più sportelli: i contraccolpi sul mercato immobiliare saranno inevitabili. Prendendo in considerazione i dati della sola Unicredit, che prevede di chiudere 450 sportelli entro il 2023, le chiusure porterebbero alla liberazione di 300mila metri quadri in affitto o vendita. Si tratta di una cifra considerevole, specie se si pensa che nel primo trimestre del 2021 tra Milano e Roma il mercato ha assorbito in totale 95mila metri quadri di uffici: dal raffronto emerge che l’addio alle filiali non sarà certamente indolore per il mercato immobiliare.

4 COMMENTS

      • Quelli che mi vengono in mente al volo, ma ce ne sono altri:
        Stanno finendo una lottizzazione all’inizio di Gello.
        Stanno facendo quella al parcheggio Tarlati.
        Hanno fatto una lottizzazione dietro alla corce rossa, dove finalmente hanno finito un altro scheletro che era rimasto lì da tempo.
        Una catena di fast food costruirà alla rotonda di via Dante su uno spazio verde.

        Quando abbiamo da sistemare gli scheletri sotto alla tangenziale in via dei Carabinieri, quello accanto al distributore in via Romana, la Lebole e la vecchia uno a erre abbandonate, lo stabile ex aiazzone ancora in attesa di un padrone….ecc ecc…

      • Veramente io vedo un mega cantierone in zona Catona…per non parlare di un altro in zona ex Mengozzi…che roba è te che sei informato? Era prevedibile, visto che anche il nostro Comune si è ufficialmente convertito al “consumo di suolo 0″…tanto chi c’ha mai creduto?
        Quanto alle banche io constato la prassi selvaggia di costringere qualsiasi utente, compresi gli anziani che non hanno dimestichezza col pc, a passare all’online. L’online è una tendenza inevitabile e anche più comoda per l’utente, ma per gli anziani richiederebbe una transitorietà che gli permetta di adeguarsi, o soluzioni creative. Però al solito in Italia il consumatore non conta una mazza, lo si infarcisce di diritti teorici e conclamati da “grida” di cui i demiurghi si compiacciono orgogliosi e che nella realtà sono beffe. Io conosco anziani lasciati nella disperazione di un accesso agli sportelli solo teorico senza essere in grado di “convertirsi” all’online. Col covid poi è stata una festa per le banche…non c’è persona che conosco la quale non sia inverrita per la difficoltà, se non l’impossibilità, di convenientemente rapportarsi alla propria banca. Le soluzioni, per gli anziani, sono lasciate all’arte di arrangiarsi e all’aiuto dei parenti.
        In un paese civile, per permettere la transizione al telematico degli utenti,specie se anziani, non solo per i servizi bancari ma anche di tutta la P.A., s’investirebbe sulla formazione e sull’istruzione all’uso di massa del digitale. Invece non esiste quasi nessuna possibilità, mentre ormai si danno bonus per le cose più disperate e spesso non essenziali.

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