Comuni radici cristiane europee? Domanda semplice. O forse no.

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Argomento che condivido per riflessione individuale.

Intanto questa domanda nasce nell’ambito di una conversazione fra contatti di FB: non posso definirli amici in quanto con queste persone mi manca quella continuità e assiduità di confronto-incontro che sono fondamentali alla definizione; ma sono persone degne di considerazione e come tali non meritano essere confuse con quella più vasta entità di persone con le quali condividiamo una amicizia.

Quando è emersa la affermazione da parte di uno di questi circa la solidità delle comuni radici cristiane europee ho preferito sottolineare come questa affermazione non mi veda perfettamente allineato; un comune contatto ha sottoscritto la mia posizione, ma tutto ciò mi ha portato a riflettere. Non posso dimenticare che queste poche parole scatenarono una tempesta allorché potevano essere inserite in un documento della Unione europea: pur definendomi un un cristiano, queste 4 parole mi sembra che non stiano bene almeno sin quando il significato di alcuni di esse venga chiarito.

1) Comuni: si intende quelle più diffuse in partenza o arrivo?

2) Cristiane: si riferisce alla predicazione del Cristo o al Cristo in quando tale?

3) Europee: a quale Europa ci si riferisce?

1) Io rifuggo da qualunque struttura di chiesa organizzata, in special modo quella cattolica che dove vivo è la struttura di riferimento.

Quindi se per comuni (in partenza) si intendesse il riferimento a strutture gerarchiche religiose, per me non vale; inoltre esse sono state così tanto in conflitto che la affermazione diventa ossimoro. Difficile siano comuni in arrivo: cristiani, non cristiani, non credenti etc etc.

2) La predicazione del Cristo è basata sulla profonda conoscenza dell’Antico testamento e delle tradizioni religiose ebraiche quindi mi pare improbabile che questo possa riferirsi a tutti cittadini d’ Europa; se si riferisse al Cristo dovremmo ricordare che la tradizione prevede la comune discendenza da Abramo e quindi la fortissima vicinanza (cugini) con ebrei e arabo-musulmani. Nel primo caso non fa per me.

3) A quale Europa si riferisce questa affermazione e a quale periodo storico si ancora? Quella attuale dove un numero sempre crescente di musulmani vive e dove un numero sempre crescente di europei ha scarsissimo interesse nella religione oppure quello precedente alla venuta di Cristo di cui sappiamo ben poco a parte un periodo (pur durato secoli) in cui l’impero romano ha agito da collante importante, dapprima attraverso il politeismo pagano e successivamente propugnando il cristianesimo; oppure a quella del medioevo, periodo in cui l’utilizzo della religione era così martellante specialmente nei confronti delle classi più basse che parlare di conoscenza e di libertà dai condizionamenti è ovviamente improprio. Successivamente abbiamo avuto guerre di religione.

Poi, ebrei musulmani e altri tutti non condividerebbero questa affermazione facilmente.

Insomma, per me la risposta è tuttora no.

Ma ringrazio questi contatti per avermi suscitato questa riflessione perché mi è sorta una domanda che va ad aggiungersi alle altre cui dare risposta: ma quando-come-da dove-perchè sono arrivate comunità ebraiche in Spagna (visto che poi nel 1600 sono stati costretti ad andarsene o a abiurare) o a Danzica qualche lustro dopo (luogo che climaticamente nulla condivide con Palestina e in Giudea)?

19 COMMENTS

  1. Riguardo alla presenza di nutrite comunità ebraiche nel territorio corrispondente alle odierne Polonia, Lituania, Bielorussia ed Ucraina, ci sono due fatti interessanti da tenere in conto:
    1 questi territori una volta erano un unico grande Stato, lo Stato Polacco-Lituano, che intorno al 1600 era potentissimo, tanto che appena hanno potuto, i vicini se lo sono spartito anche per indebolirlo. Si consideri che la cavalleria polacca che tolse l’assedio di Vienna al comando del Re Jan Sobieski era espressione di quello Stato. I re di Polonia avevano offerto diritti agli ebrei, che qui si stabilirono in gran numero anche a causa della fiorente economia, sostenuta in particolare dall’ambra del mare del Nord
    2 gli ebrei per alcuni secoli hanno fatto proselitismo, e pare da indagini sul DNA che gli ebrei di quelle zone fossero in gran parte popolazioni locali convertite. E’ stato ipotizzato che alcuni di questi si convertirono all’ebraismo perché erano cristiani non cattolici né luterani. La loro fede non era tollerata, mentre quella ebraica sì

    C’è un bel libro sulla cultura yiddish che spiega queste cose “Yiddish civilisation: the rise and fall of a forgotten nation” di Paul Kriwaczek, che non a caso ha origine polacca

  2. A parte le precedenti, la principale diaspora degli ebrei in Europa avviene a seguito delle ribellioni alla dominazione romana, nel 70 e nel 135 d.c. ( sedate, sembra, con 600.000 morti e la riduzione in schiavitù). Dalla Spagna ( e dal Portogallo) furono cacciati alla fine del ‘400, non nel 600, ma precedenti “cacciate c’erano state dall’Inghilterra (fine ‘200) e dalla Francia (inizio e fine del ‘300). A metà ‘300 furono accusati in Germania della diffusione della peste nera e 350 comunità ebraiche furono sterminate, gli altri in gran parte si spostarono verso la Polonia e poi la Russia ( gli spostamenti quindi non potevano avvenire in base a similitudini climatiche con la Palestina).
    Se si volesse andare un po’ oltre Wikipedia mi permetterei di consigliare l’appassionante libro ” Storia dell’ebreo errante”, di Riccardo Calimani
    https://www.ibs.it/storia-dell-ebreo-errante-dalla-libro-riccardo-calimani/e/9788804514503

    • grazie per la correzione; avevo anticipato marrani e cattolicissimi sovrani di Spagna di un paio di secoli. Evidentemente la memoria mi ha tradito andando a braccio, doveva essere quello sinistro che da vent’anni mi fa penare; anche leggere è diventato complesso, la ringrazierei se potesse comunicarcimeglio quali sono stati i motivi dietro quegli spostamenti in Spagna e Polonia.

      • Non so perché dalla Palestina molti andarono in Spagna… sono arrivati persino in Cina e in India…penso sia naturale che scappati s’insediassero innanzitutto nelle terre più vicine…meno da noi proprio direttamente in bocca dei persecutori romani….sull’origine dell’insediamento in Polonia ho già detto… comunque era un continuo rigirio..cacciati di qua andavano di là…passata la tempesta ritornavano anche…la cosa difficile da capire è come abbiano fatto a resistere per secoli, anzi, per molto più di un millennio, anche se a parte la persecuzione continua ( ma ovviamente c’erano periodi di più quieto vivere e c’era anche chi ne prendeva le difese), moltissimi si convertivano, forzatamente o perché “sbracavano”, non reggevano a una vita impossibile. Alcuni subivano anche le identità culturali dei luoghi e s’integravano abbandonando la propria. In Spagna comunque non avendo più ebrei si diedero alla persecuzione di quelli che si erano forzatamente convertiti pur di restare; ma c’erano ebrei convertiti che diventavano, anche con ruoli pubblici di primo piano, tra i più efficenti persecutori degli ex correligionari, in Spagna e altrove…un meccanismo simile a quello che fu poi dei kapò nei lager. Evidentemente la loro identità culturale è stata talmente forte da supplire alla debolezza numerica e alla persecuzione sistematica.
        Resistono persino agli articoli del Ruzzi e alle invocazioni del Menchetti a S. Giuseppe Ferrer.

          • credo la loro innata litigiosità li abbia periodicamente indeboliti risultando fatale laddove i cattolicissimi gli imputavano l’uccisione del cristo, più semplicemente facevano gola i loro averi

          • professore, mi vorrei giustificare per l’interrogazione di oggi, m’è morti i nonni... scherzo! già conosco poco gli ultimi due millenni, figurarsi il prima. ma potrebbe rispondere un distinto sefardita

          • ma quale innata litigiosità..ah ah ah..continuiamo così a sparare cazzate a caso…
            dal XIII secolo è anche istituito il ghetto come forma d’isolamento forzato degli ebrei…i divieti relativi a proprietà, mestieri…non l’usura, che essendo vietato il prestito a interessi ai cristiani fu appunto una delle poche attività consentite agli ebrei, per poi rinfacciargliela come pretesto per ogni strage e cacciata insieme al deicidio(dell’ebreo fondatore appunto del cristianesimo, messo sulla croce da chi poi diventò cristiano), al rapimento di bambini per usarne il sangue e sacrificarli nei riti religiosi, all’untoraggio di peste e chi più ne ha ne metta. “I nostri avi condannavano l’Ebreo a vivere
            di usura e di baratti; e poi lo maledicevano
            come usurajo e barattiere (Carlo Cattaneo nel 1836)”…te l’immagini l’innata litigiosità di chi non aveva praticamente diritti con principi, re, papi e folle a cui venivano instillate credenze paranoiche e incoraggiato il sadismo? Ruzzi… ah ah…continuiamo così,a farci del male …

          • Evidentemente sei una persona così sensibile da non riuscire nemmeno a concepire che stereotipi e pregiudizi generano continuamente tragedie.

          • Io continuo a fare la stessa domanda per avere una risposta storica, la sensibilità c’entra poco, a me interessano dati concreti e il suo commeto non apporta nessuna ricchezza al dibattito.
            Da cosa sono scatenati questi pregiudizi e stereotipi che non hanno eguali tra le altre popolazioni?
            Già nella Bibbia si parla di persecuzioni.

          • Tutte le minoranze religiose sono state perseguitate e lo sono in buona parte ancora. Gli ebrei sono gli unici ad essere stati minoranza sempre e ovunque, tranne nei brevi periodi storici in cui è esistito lo Stato di Israele – che è comunque uno Stato assai minuscolo. Questo rendeva la loro persecuzione redditizia e senza rischi: nel Quattrocento. se ti appropri dei beni di una comunità cattolica, questa può appellarsi al Papa e al Re di Francia, se bruci un villaggio con degli ebrei dentro stai sicuro che non interverrà nessuno.

          • Penso che la tua domanda, involontariamente, nasconda uno di più grossi problemi che fondano la permanenza dell’antisemitismo anche oggi. Infatti, tanta gente che non conosce la storia della persecuzione ebraica, si fa la stessa domanda e finisce per rispondersi da sé che se questi qui sono stati sempre perseguitati da tutti forse c’è anche qualcosa in loro che non quadra, che in qualche modo, anche se magari non la giustifica, spiega la persecuzione.
            La persecuzione di cui parla la Bibbia è una questione diversa. A parte la discussione sui riscontri storici, molto sinteticamente è la persecuzione subita a seguito di guerre perse e invasioni (Egitto, Assiri, Babilonesi) dove chi ne toccava veniva ridotto in schiavitù. E’ una storia complicata a partire, mi sembra, dal xvi sec. a.c, oscillante tra storia e mito.
            E’ l’invasione romana e le feroci repressioni del 70 e del 135 d.c. che determinano la diaspora in Europa e anche in altre parti del mondo. Diventa la storia di comunità frazionate, con una forte identità religiosa (gli ebrei sono il primo popolo monoteista, la storia biblica è la base profetica anche del cristianesimo e dell’Islam) e culturale che rende di fatto impossibile l’assorbimento, l’integrazione totale che magari potevano subire altre minoranze anch’esse perseguitate per i più vari motivi.
            La base “teorica” più forte della persecuzione è stata la rappresentazione degli ebrei come il popolo deicida, uccisore di Cristo. Non c’è l’aspetto di guerra di religione come poteva esserci tra cattolici e protestanti o coi musulmani, in quanto gli ebrei non fanno proselitismo religioso e ovviamente non avevano pretese di imporre ad altri il loro credo e il loro modo di vivere. Nel mondo musulmano c’è stata una storia parallela, complessa, tra riconoscimento delle radici comuni e delle diversità, tra tolleranza e persecuzione ( ne so poco).L’unica rivolta storicamente nota contro la persecuzione è stata quella nel ghetto di Varsavia quando i superstiti dovevano essere portati nei lager per la definitiva liquidazione.

          • Ho domandato perché ad esempio ricordo la bella cronistoria che venne presentata qui sul movimento del Viva Maria, dove si accennava che a Foiano e Siena alcuni sfruttarono la confusione della cacciata dei francesi per depredare gli ebrei, forse per debiti pregressi.
            A me sorprende come nonostante la loro dispersione che dura da secoli, sono riusciti sempre a fare comunità. Hanno una forza che li lega incredibile.
            A me, da ignorante sull’argomento, viene da pensare che proprio questo loro rinchiudersi in comunità sia uno dei fattori che possa creare diffidenza e pregiudizi nei loro confronti. Forse tendono ad amalgamarsi poco alla popolazione dove abitano.

          • La storia del Viva Maria a cura dell’encomiabile Santino Gallorini pubblicata qui te la ricordi un po’ male…a Monte S.Savino, non a Foiano, la fiorente comunità ebraica del ghetto fu cacciata (Gallorini mi sembra ritenga in pratica per motivi precauzionali, fattostà che si disperse e non ritornò più indietro). A Siena ci fu una vera e propria strage, con numerosi ebrei squartati e bruciati in Piazza del Campo. Le situazioni debitorie di alcuni e il far preda sicuramente influirono.
            Non c’è mai stato un parossistico rinchiudersi in comunità, non hanno mai rifiutato i contatti con la società che li circondava, anzi, era loro essenziale per vivere con un minimo di normalità; quando gli è stato consentito l’hanno sempre fatto, restando chi ligio alle proprie osservanze religiose chi laicizzandosi o anche convertendosi al cattolicesimo. Non erano loro a rinchiudersi nei ghetti, a limitarsi i mestieri e il diritto di proprietà, non si può confondere l’oppressione, la marginalizzazione, la persecuzione continua cui erano sottoposti con un preteso loro isolazionismo. E l’amalgamarsi o meno non significa niente, non giustifica niente.

          • Cosa ti fa pensare che i cristiani siano meno chiusi degli ebrei? L’unica differenza è che i primi sono maggioranza e i secondi minoranza in tutti i paesi europei. Ove i cristiani sono minoranza – ad esempio i copti in Egitto – sono loro a sembrare “chiusi” rispetto al resto. E’ come eterosessualità ed omosessualità, è la stessa dinamica. Le idee e i comportamenti della maggioranza vengono visti come “normali” e “naturali”, quelli della minoranza invece come caratterizzanti e ostentate. E chi sta in minoranza subisce persecuzioni di varia sorta.

          • Il mio contributo a questo dibattito l’ho già dato sette anni fa,
            quando hai posto la stessa identica domanda e hai ottenuto le stesse identiche risposte che t’arrivano oggi.
            Di nuovo posso solo aggiungere che la domanda che dovresti porti è piuttosto perché gli stereotipi e i pregiudizi sugli ebrei sono così spesso sfociati in atrocità. Posta in questo modo la tua domanda, forse troveresti più accettabili le risposte che ti vengono continuamente suggerite.
            http://168.119.250.97/permalink/21478.html

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