SpaziAlCentro: “Come è possibile che il paradiso descritto nel 2020, sia diventato il “far west”

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Apprendiamo dai media che allindomani dellultimo weekend, si è riunito ieri, 15 maggio, il Comitato per l’Ordine e Sicurezza Pubblica della Prefettura e che le forze dellordine sono “pronte a intensificare le attività di controllo”. Riteniamo sia utile ricordare a tutti che nella zona cosiddetta “di Piazza della Badia”, fino a poco più di due anni fa, non si erano MAI verificate situazioni tali da assurgere all’ordine del giorno di un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica: la piazza e le vie limitrofe erano “…uno dei luoghi più affascinanti del centro storico di Arezzo. Qui si respira ancora un’aria romantica, colta e popolare allo stesso tempo. Non ci troverete mai le file di turisti che attendono di visitare un ciclo pittorico rinascimentale, né le folle serali della movida …omissis…, ma se volete ancora respirare un’ Arezzo romantica, colta e popolare allo stesso tempo, piazza della Badia, lungo l’odierna Via Cavour, ovvero l’antica via di Vallelunga, fa al caso vostro. Ci troverete capolavori architettonici e pittorici del passato, due gallerie d’arte contemporanea, locali dove assaggiare i prodotti tipici dell’enogastronomia locale e molto altro.” (questo scriveva la rivista online “UP Magazine Arezzo” nel novembre 2020 https://www.upmagazinearezzo.it/piazzadellabadia2/).
Come è possibile che il paradiso descritto nel novembre 2020, in poco più di due anni, sia diventato il “far west” del centro storico aretino, assurgendo alle cronache cittadine per ripetuti e continui fenomeni di “mala movida” che hanno portato, nel tempo, a diversi episodi violenti prevalentemente nel cuore della notte?

Nel fine settimana appena trascorso le forze dellordine sono dovute intervenire per l’ennesima volta in Piazza della Badia, ormai tristemente nota come la piazza della “malamovida”, per placare gli animi surriscaldatisi a causa di un litigio che sarebbe avvenuto tra persone alterate dallassunzione di alcolici. I media la definiscono “una zuffa per futili motivi”, anche se, nel Codice Penale, questi episodi sono rubricati come rissa, e, vogliamo evidenziare come la circostanza che i comportamenti particolarmente violenti e gli episodi di grave inciviltà accertati dalle forze dell’ordine siano scaturiti da futili motivi non li rende socialmente meno deprecabili, anzi: l’agire per futili motivi, per la legge italiana, costituisce un’aggravante!
Ad ogni modo siamo felici di apprendere che allindomani dell’ultimo weekend, il
Comitato, coordinato dal Prefetto, abbia deciso di disporre attività di controllo specifiche volte a scoraggiare la malamovida”: controlli a tappeto e attività specifiche da effettuare negli
orari, giorni e luoghi dove maggiormente si concentrano le difficoltà.
Peccato che questa sia una strategia già vista: servizi straordinari predisposti in emergenza per far fronte ad una situazione che, dopo oltre due anni, ha perso i caratteri
tipici dell’emergenza, assurgendo a vera e propria criticità endemica per la sicurezza del centro storico aretino. Dobbiamo forse attendere eventi ancora più tragici, qualora non lo
fossero già il simultaneo ferimento di più persone nel corso di “risse” per ben due settimane di seguito?

Gli episodi delle ultime due settimane rendono necessaria una riflessione più attenta per trovare “la soluzione” definitiva e non “delle soluzioni” temporanee.
Da cittadini, abbiamo già assistito all’attuazione di “mirati” servizi di controllo, di presidi straordinari della piazza in orario serale, all’attivazione di “presidi privati di
sorveglianza e controllo”, ma nulla è cambiato!
E allora come si potrebbe ulteriormente affrontare la situazione per cercare di ottenere una soluzione efficace e di lungo periodo alla problematica? Senza volerci sostituire al lavoro delle Autorità istituzionalmente preposte, ci permettiamo di citare le parole del Prefetto riportate oggi, 15 maggio 2023, sui media:
abbiamo analizzato approfonditamente la questione. Ovviamente abbiamo escluso la possibilità che dietro a questi casi si celino regolamenti di conti o dinamiche violente. Si tratta
di eventi che capitano a causa delluso fuori controllo di alcolici o sostanze stupefacentiper condividere una riflessione: la città di Arezzo si è da tempo dotata di un “Regolamento di
Polizia Urbana” (approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 22 del 23.02.2018) che, espressione della funzione di polizia amministrativa attribuita al Comune, ad una attenta
lettura, sembra offrire molti strumenti che, se applicati in modo tempestivo e costante, potrebbero portare alla soluzione definitiva di molti di quei problemi che, negli ultimi due anni, la zona di piazza della Badia ha palesato.
L’articolo 5 di detto regolamento sancisce che “1. L’amministrazione comunale, per motivi di pubblico interesse, può sospendere o revocare con apposito provvedimento motivato qualsiasi titolo autorizzatorio di competenza del Comune ed eventualmente chiudere
i locali senza che il titolare del medesimo abbia diritto a indennità o compensi di sorta.
Orbene in un contesto urbano socialmente degradato, in cui nel breve volgere di pochi giorni sono state accertate “zuffe” per futili motivi e ferimenti di diverse persone, atteso che, come ammesso dallo stesso Prefetto di Arezzo, l’approfondita analisi della questione ha acclarato che “…si tratta di eventi che capitano A CAUSA DELLUSO FUORI CONTROLLO DI ALCOLICI O SOSTANZE STUPEFACENTI”, non sussistono forse motivi di interesse pubblico per applicare quanto disposto dal citato articolo 5 agli esercizi autorizzati alla somministrazione di
alcoolici presenti nella piazza? O forse per salvaguardare l’attività di 34 esercizi pubblici è più giusto sostenere i costi, in termini sia economici, sia di minori presidi a disposizione della città, dei servizi straordinari che saranno a breve attuati?

Permetteteci di evidenziare come, probabilmente la puntuale e corretta applicazione del Regolamento di Polizia Urbana ed una costante ed attenta azione di controllo (da parte di tutte le forze di polizia, ndr) sul rispetto di quanto riportato negli artt. 5, 35, 36, 37 e 38 e 51 sarebbero di per sé già sufficienti per garantire una efficace azione preventiva che porterebbe, nel breve volgere di alcune settimane, alla normalizzazione della situazione dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica nella zona di Piazza della Badia.

1 COMMENT

  1. Mi sembra chiaro che non c’è la volontà di intervenire, fino a non molti anni fa bastavano un pò di schiamazzi ripetuti dopo cena per far chiudere un locale.
    Oggi tutto è permesso non solo in piazza della Badia, pensate anche alle vie circosanti ridotte a orinatoi, a Piazza Risorgimento o andate a sentire certe sere che volume esagerato in Via Pietri.
    La vergogna e le colpe maggiori sono di chi consente e di chi non interviene pur sapendo che il disturbo della quiete pubblica è un reato.
    Gli stessi che incentivano concerti e feste di quartiere per più giorni di seguito fino alle 2 di notte.
    Abbiam capito: il commercio anche o soprattutto alcolico e rumoroso è più importante dei residenti.

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