Un milione di euro alla diocesi di Arezzo. E’ la richiesta di Mirko e Lorenzo Alessandrini, marito e figlio di Guerrina Piscaglia, sparita quasi dieci anni da Ca’ Raffaello, località del comune di Badia Tedalda, enclave toscana in Emilia-Romagna interna al territorio della provincia di Rimini.
Oggi il giudice Fabrizio Pieschi, del tribunale di Arezzo, verificherà la regolarità del contraddittorio e fisserà una nuova udienza.
Per la scomparsa di Guerrina e’ stato condannato Gratien Alabi, padre dell’ordine dei Premostratensi, che sta scontando 25 anni per l’omicidio della donna il cui corpo non e’ stato ritrovato.
In sede penale il giudice aveva disposto una provvisionale di 100mila euro, ma Alabi non ha nulla e quindi non ha versato nemmeno un euro.
Da qui la mossa degli avvocati. I legali di Alessandrini sostengono che la diocesi di Arezzo e’ responsabile della condotta di Gratien, come un datore di lavoro qualunque nei confronti delle condotte lesive dei propri dipendenti.
In questo procedimento Alabi, che deve scontare 25 anni di condanna per omicidio e distruzione di cadavere, sarà giudicato in contumacia.
Un risarcimento economico alla diocesi lo hanno chiesto anche le sorelle di Guerrina, sempre per un milione di euro, spingendosi anche a chiamare a testimoniare l’ex vescovo della diocesi monsignor Riccardo Fontana.
I due procedimenti potrebbero essere riunificati.
Guerrina Piscaglia, mamma e moglie, è scomparsa a 50 anni l’ormai lontano 1° maggio 2014 a Badia Tedalda (Arezzo). Viveva a Cà Raffaello con il marito Mirco e il figlio Lorenzo. Aveva un carattere schivo e malinconico, e la nascita di un figlio con problemi di salute e la morte del secondogenito hanno profondamente segnato la sua famiglia.