Case popolari: “illogico eliminare il criterio dei 5 anni di residenza per la loro assegnazione”

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Per la Lega, lo ha ricordato peraltro il sottosegretario Tiziana Nisini, è stata una battaglia importante rivedere gli accessi alle case popolari premiando l’anzianità di residenza. Quello dei cinque anni, ci è sembrato un arco temporale ragionevole per riconoscere chi ha radici in un territorio, ha contribuito alla sua crescita economica e al gettito fiscale.

In secondo luogo, il criterio suddetto consente di mettere in luce un tema di fondo della società attuale e prendere atto che sono emerse nuove povertà che coinvolgono nostri concittadini. Come persone a cui è stata assegnata responsabilità politica dobbiamo essere capaci di dare risposte a questi problemi e urgenze sopravvenute.

Eliminare, dunque, la residenza quinquennale e permettere la partecipazione ai bandi sostanzialmente a chiunque, senza preoccuparsi delle ricadute pratiche di una decisione del genere, è un modo per rinnegare un pratica di equità, che ha dato buoni frutti e favorito il riequilibrio della situazione tra aretini e non. È inoltre un modo per contraddirsi, visto che nel 2019, solo due anni fa, chi governava la Toscana aveva approvato una legge dove lo stesso criterio veniva mantenuto.

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