BOLLETTE ALLE STELLE. “CON QUESTI AUMENTI SI RISCHIA DI CHIUDERE”

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Bollette dell’energia lievitate di 4 volte e non è un’esagerazione. A lanciare l’allarme è Andrea Fabianelli, Vice Presidente di Confindustria Toscana Sud e Presidente del Consorzio Energia Toscana Sud che spiega “Ancora non c’è percezione di quello che sta accadendo, si parla di aumenti del 40 o del 50%, non capisco perché la gente non parli di quello che realmente si sta verificando ovvero che i costi della bolletta si stanno quadruplicando. Un esempio? Quello della mia azienda: la bolletta di 100.000 euro mensili arriverà a 400.000 e di questo ritmo, quante sono le imprese che riusciranno a sopravvivere? E’ chiaro che le aziende non potranno ribaltare tutto questo sui propri clienti e non tutte saranno in grado di sopravvivere ad un tale salasso. E la situazione non è certo destinata a migliorare: negli ultimi mesi le bollette dell’energia elettrica e del gas sono aumentate rispettivamente del 200% e del 350% – dice Fabianelli – la cosa drammatica è che questi valori di incremento tengono già conto della prolungata riduzione degli oneri generali di sistema concessi dal Governo! Anche l’ultimo stanziamento del Governo di 3,8 miliardi per il 2022 è destinato al contenimento della bolletta di famiglie, artigiani e microimprese e non prevede misure dedicate alle PMI ed alle aziende energivore. Gli analisti di mercato non addebitano più le cause di tale rialzo ad aspetti tecnici bensì a pura speculazione finanziaria e fa male vedere come ci si sia dimenticati dell’aria che si respirava durante il primo lockdown, dei momenti critici che abbiamo vissuto come imprenditori e della forza che abbiamo avuto nel rialzarci dando incredibilmente inizio ad una fase di crescita e di ripresa ma che adesso vede il cammino bruscamente interrotto. Stiamo vivendo un momento storico unico in cui le quotazioni hanno raggiunto picchi fino ad ora mai registrati: 198 €/MWh per l’energia elettrica e 1 €/mc per il gas. Con il nostro Consorzio Energia Toscana Sud siamo sempre riusciti a negoziare condizioni di favore, che hanno permesso alle aziende associate a Confindustria Toscana Sud di risparmiare importi notevoli. Anche quest’anno, aver negoziato dei prezzi fissi ha almeno consentito alle nostre aziende di subire il rincaro in modo posticipato, rispetto a tante altre realtà che già dal 2021 si sono affidate ad un prezzo variabile. Viste però le attuali condizioni di mercato, per l’anno 2022 abbiamo deciso di non contrattare energia a prezzi fissi e di partire invece a prezzo variabile. In questo modo, ci lasciamo la possibilità di poter fissare dei prezzi nel momento in cui il mercato scenderà, augurandoci che ciò avvenga il prima possibile”.

CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD GUARDA ALLE COMUNITÀ DI ENERGIA RINNOVABILE. IL PRESIDENTE FABRIZIO BERNINI: “AMMINISTRAZIONI, FAMIGLIE ED IMPRESE, PROTAGONISTI INSIEME DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA”

Da alcuni anni il sistema energetico nazionale ed europeo sta subendo una forte evoluzione e l’Italia, che attraverso il Decreto Incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico ha recepito parte della Direttiva Europea RED II, stavolta si è mossa in anticipo, rendendo una realtà le CER Comunità Energetiche Rinnovabili (previste dalla Direttiva): nuovi soggetti giuridici basati sulla partecipazione aperta e volontaria di attori situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, il cui obiettivo principale è quello di fornire benefici ambientali, sociali ed economici alla comunità, ai suoi azionisti o membri e alle aree locali in cui opera. Confindustria Toscana Sud guarda con favore alla novità e il Presidente Fabrizio Bernini ne spiega le ragioni: “L’Italia è partita subito con una fase sperimentale, in questo modo è stato possibile individuare alcune criticità che ci auguriamo vengano eliminate con il completo recepimento della normativa previsto entro il prossimo 15 dicembre. La transizione energetica è un lungo cammino, bisogna partire con il piede giusto e le CER sono un metodo innovativo di approvvigionamento energetico che ha tanti vantaggi e porta benefici economici, sociali ed ambientali: infatti, accedendo a tutti i mercati dell’energia elettrica, possono produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia rinnovabile e possono scambiare, all’interno della stessa comunità, l’energia prodotta dalle diverse unità di produzione. Tramite le CER i consumatori finali (industrie, cittadini, Comuni) diventano attori al centro della transizione energetica perché sono in grado di autoprodursi localmente l’energia necessaria al loro fabbisogno; si riduce quindi lo scarto di energia elettrica prodotta dagli impianti da fonti energetiche rinnovabili e si aumenta l’Economia Circolare anche nel settore energetico, favorendo la transizione energetica e riducendo le emissioni di CO2. La decentralizzazione della produzione di energia elettrica resa possibile dalle CER inoltre aumenta la flessibilità dell’intero sistema, aspetto ancora più rilevante se consideriamo la forte volatilità del mercato elettrico che sta causando incrementi di costo da molti non sostenibili – continua Bernini – ancora oggi in Italia, più del 50% dell’energia elettrica viene prodotta tramite l’utilizzo del gas, per cui i benefici sociali in termini di contrasto alla povertà energetica sarebbero evidenti. Come Confindustria stiamo ponendo l’attenzione su questo tema innovativo e pensiamo che per sostenere la creazione delle CER sia fondamentale che le amministrazioni facciano da capofila, favorendone appunto la creazione, senza aggiungere aspetti normativi ma promuovendo piuttosto formule incentivanti di riqualificazione energetica. A questo proposito, ricordiamo che il PNRR riserva 2.200.000.000 € ai Comuni con meno di 5.000 abitanti per sostenere la creazione di CER, e che il territorio della Toscana del Sud è ricco di realtà comunali con meno di 5.000 abitanti, contandone 15 in provincia di Arezzo, 19 in provincia di Grosseto e 19 in provincia di Siena. Non dimentichiamoci infine, che per le CER sono previsti ristori, da ripartire tra i vari membri, della durata di 20 anni”.

2 COMMENTS

  1. Non sono solo i costi energetici a pesare ma sostanzialmente tutti quelli legati ai servizi (Acqua, Rifiuti, trasporti).
    L’italia ha una grande potenzialita industriale e di approvvigionamento con ENI ma purtroppo ostacolata a piu’ non posso (inchieste della magistratura a livello intrenazionale che mandano all’ario contatti e forse contratti, impossibilita’ di trivellare nell’adriatico, blocco del nucleare).
    In questa fase politica abbiamo un ministro competente e pragmatico al posto di un passato il cui l’ambientalismo da convegni era dominante.
    Come fatto con il Generale Figluolo creamo una unita’ di missione sul tema energetico e diamogli i PIENI POTERI per attuare un programma di indipendenza energetica cxhe oltre alle rinnovabili ed alle riserve dell’adriatico al piu’ presto riattivi il nucleare ed incrementi la produzione idroelettrica con nuove dighe.

    In italia siamo ridotti che non si riesce a trovare un sito per stoccare 15 mc di residui radiattivi, (ora stoccati in tutta italia in zone industriali), per opposizione demagogica ed antiscientifica di una opinione pubblica inondata di slogan NOTAP e annessi e pertanto
    O SI DA’ PIENI POTERI a chi sa’ risolvere i problemi
    O ci si trovera’ con il PATRIOTA DI TURNO che fara’ di tutto per sotterrare i problemi nel giardino di casa.

    • Invece di vergognarsi di aver sostenuto per anni tutte le posizioni più retrive in materia energetica per vedersi esplodere in mano il problema della necessità urgente di una rivoluzione energetica e nelle politiche ambientali, sta ancora a pontificare sul nulla. Avesse almeno la minima attenzione di constatare che la Confindustria individua il centro del problema nella speculazione finanziaria, capirebbe che i problemi italiani e mondiali non si risolveranno mai adeguatamente se continuano a dominare certe logiche e certe prassi, e se queste non vengono adeguatamente contrastate.
      Contare sulle “riserve adriatiche ” per risolvere il problema fa ridere. Qualsiasi intervento sul nucleare, anche contra popolum, richiederebbe almeno una decina d’anni per veder funzionare qualcosa con centrali standard, e così il “nuovo nucleare” senza rischi di cui si parla, che si prevede in ipotesi non attuabile prima. Non ci sarebbe investimento più fruttifero, ora, per un Paese come il nostro quasi privo di risorse energetiche, che quello per esempio basato sul risparmio energetico piuttosto che sull’incremento di sfruttamento di risorse, come risulta dagli studi anche ufficiali ministeriali o dell’ENEL.
      Lei c’ha un problema importante con l’ “autorità”, ha bisogno di credere nei “pieni poteri” a qualcuno, nei generali a prescindere, in quanto generali con la divisa e le medagle, nei comitati di salute pubblica e nei personaggi “salvitici”, ha bisogno di sentirsi suddito, ha bisogno di ossequiare qualcuno. Si curi, non è grave e si può guarire anche all sua età.

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