Bimbo “abbandonato”: non voglio dubbi. Perchè lentezze e risposte non ottimali si possono ripresentare. Come cittadino e contribuente della Repubblica italiana con le sue diramazioni istituzionali e locali, resto stupito nell’apprendere che la vicenda del bimbo dimenticato si è conclusa con pronuncia a circa 14 giorni con la riunione della madre ai suoi 2 figli in una struttura al di fuori della provincia di Arezzo, non essendoci disponibilità più prossime. Non ci possono essere inciampi per scarsità di risorse nella gestione di eventuali e simili problematiche: non mi soddisfa una pronuncia del tribunale dei minori dopo due settimane per una destinazione che non è stato possibile reperire nella provincia di residenza. 14 giorni nei quali questo neonato ed il fratellino erano stati allontanati dalla madre e ospitati al San Donato di Arezzo. Perché non ho dubbio che il personale ospedaliero ha fatto tutto e di più per alleviare il disagio, ma non vorrei lentezze perché il tribunale dei minori di Firenze è oberato e non ha sufficienti risorse. A me, non sono un esperto, due settimane in questi casi sembrano eterne. Un episodio che sicuramente ha molto colpito l’immaginario del nostro territorio, anche se pochi giorni prima cosa non dissimile era accaduta in Piemonte, tanto per fare un esempio. Un fatto trattato con toni forse sopra le righe sia da alcuni media sia da chi ne ha fatto un uso politico, appuntandosi al petto medaglie non sue. Generando, pare, (e qui credo si sia veramente esagerato) una fastidiosa ridda di telefonate al reparto ospedaliero per avere notizie e mettersi in fila per l’affidamento. Restano numerose le perplessità sulla ricostruzione delle prime ore: dapprima si è parlato di abbandono, sbagliando età del piccolo e origine (asiatico..), quindi si è parlato dell’arrivo di familiari a ore di distanza, ma il quadro si era già ricomposto nel cuore della notte quando il padre si era presentato al pronto soccorso specificando età e origine del bambino oltre che non trattavasi di abbandono. Occorreva creare odio verso i forestieri soliti a buttare via i bambini? La voglia di dipingere qualcosa di straordinariamente grave ha sicuramente influito nell’offrire una immagine sbagliata dell’accaduto, traendo in inganno chi si voleva informare. A esempio, in casa mia androne e pianerottolo non sono la stessa cosa, non sono sinonimi dello stesso ambiente: non possono essere termini intercambiabili, si descrive una situazione diversa. E forse si è voluto cavalcare per visibilità l’episodio, con comunicati, conferenze stampa, foto di rito, affermazioni “il bambino è aretino, il Comune di Arezzo se ne farà carico”. Sono stato facile profeta affermando che questo bambino sarebbe caduto nel dimenticatoio politico allorché fosse confermato che nessuno dei genitori era anagraficamente residente in Arezzo e quindi ogni pronuncia fosse venuta sarebbe stata applicata da altro Comune. Perché se gli abitanti del palazzo (5/6 appartamenti) dove si è svolto il fatto non conoscevano la famiglia perché è arrivata recentemente, se le strutture pertinenti dell’assistenza sociale non avevano intercettato alcun bisogno o percepito situazioni di stress o difficoltà per lo stesso motivo, queste rappresentano una coincidenza astrale particolarmente sfavorevole. Ma non può essere coincidenza apprendere che non è stato possibile reperire nell’intera provincia di Arezzo una struttura adeguata a accogliere la madre e questi 2 bimbi. Perché a meno che non sia una richiesta specifica -e così non viene descritta – ritengo che tale lontananza non possa che complicare la ricomposizione definitiva, aggiungendo difficoltà al padre che potrà visitarli alcune volte a settimana. E non può essere logico ci fossero lavoro della madre e scuola per i bimbi. La comunità e il suo senso di solidarietà devono saper garantire a residenti tutto il sostegno immaginabile, e se occorre personale al tribunale o se vanno reperite più strutture questo deve essere fatto: se allo Stato mancano soldi, sappia può reperirli anche non aumentando la mia già ricca pensione di invalidità. Subirei in silenzio se questo rendesse certi procedimenti più veloci e pienamente soddisfacenti. I bimbi sono il futuro, innocenti e da tutelare, da qualunque parte politica. Anche i loro genitori vanno sostenuti considerato che siamo tutti coscienti che non si fa abbastanza per incentivare la natalità. Quel che ci va, ci vuole!