QN di ieri ha dedicato due pagine ai sondaggi della IPSOS i cui risultati ci parlano del desiderio degli italiani di rinunciare ai politici (definiti inaffidabili) e provare a governarsi da soli.
Quanto emerge è sconcertante. E’ ormai è da qualche anno che abbiamo i 5Stelle come gruppo più numeroso in Parlamento. Sono nati per governare da cittadini al posto dei politici, e la maggioranza di noi ritiene l’esperimento fallito alla grande. Da più parti si chiedono le dimissioni del Governo per andare a elezioni anticipate e ora vorremmo riproporre la stessa cosa?
Ci sono un paio di verità inconfutabili che bisognerà tenere bene a mente, e cioè che i politici non sono diversi da noi (e questo è ancora più vero oggi), e che la gestione delle cose dello Stato non è questione per il cittadino comune.
Non esiste più un “noi” e “loro” almeno dai tempi di Craxi, Forlani e soprattutto Andreotti. Non si può più dire che “in Parlamento ci sono sempre i soliti” perché da tempo non è più così.
Il gruppo di maggioranza relativa nei due rami del nostro Parlamento è quello dei 5Stelle, che in poco tempo si sono adeguati al tran tran della politica e sono oggi del tutto assimilabili alle altre formazioni, con l’unica vera differenza dell’incompetenza devastante.
Amministrare la cosa pubblica non è affare adatto a tutti e va riservato a persone ben istruite e pronte a farlo (in buona parte anche di esperienza).
Quella del popolo che si governa da solo è un’utopia senza senso e senza speranza di qualità. Vogliamo davvero riprovarci?
La sensazione è che al momento bisognerà tenerci stretta la democrazia rappresentativa e stare ben attenti a chi eleggiamo. In molti diventeranno corrotti (non solo e non tanto dal denaro dei corruttori, quanto dall’appartenenza a un club di privilegiati ben pagati), ma almeno avremo corrotti di qualità.
E anche la tentazione di ricorrere all’uomo solo al comando non porta certo bene. Si guardi a cosa accade laddove in sostanza c’è già, senza bisogno di tornare al nostro ventennio peggiore.
Teniamoci quindi stretta la democrazia e preoccupiamoci di eleggere persone di qualità, magari dopo aver cambiato la legge elettorale e aver ripristinato le tanto vituperate preferenze. Se queste dovessero generare voto di scambio dovrà essere la magistratura a occuparsene.