di Alessandro Artini
AISA Impianti s.p.a. è considerata una delle aziende di eccellenza del nostro territorio. È nata, nel 2013, dalla divisione di A.I.S.A. Spa e si occupa di recupero dei rifiuti urbani raccolti prioritariamente sul territorio della Provincia di Arezzo e, secondariamente, su quello delle province di Siena e Grosseto (secondo i desiderata della Regione Toscana). Il recupero avviene tutto in unico polo di trattamento, l’impianto di recupero integrale di San Zeno, in cui avvengono quattro fasi fondamentali di riciclaggio: produzione di biometano e compostaggio della frazione organica da raccolta differenziata, selezione degli altri rifiuti e recupero energetico degli scarti non recuperabili diversamente. Quindi l’impianto di San Zeno non è un termovalorizzatore per rifiuti urbani indifferenziati – come usualmente si dice -, ma un impianto ben più complesso, in grado di trasformare l’organico da raccolta differenziata in ammendante e biometano e gli scarti della raccolta differenziata in energia elettrica e termica. In un futuro non lontano, AISA – così dicono i dirigenti – offrirà anche idrogeno verde e bioalcoli, attuando un modello di economia circolare, che implica la condivisione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti.
L’azienda dispone, ovviamente, di tutte le certificazioni attestanti la qualità, la sicurezza per l’ambiente e nei contesti lavorativi, sviluppando un sistema integrato di gestione, che coordina i vari aspetti delle sue attività. Le certificazioni, inoltre, riguardano anche l’accettazione delle responsabilità sociali, che inevitabilmente incombono sull’azienda, considerato che essa cura alcuni aspetti cruciali della vita cittadina. Va aggiunto, infine, che AISA Impianti – e la cosa non è da sottovalutare – è principalmente di proprietà di Arezzo e dei comuni della Valdichiana aretina.
Tutto bene, dunque? Forse è opportuno non dare nulla per scontato e non limitarsi alla lettura delle informazioni sul web. Ho deciso, quindi, di dedicare un po’ del mio tempo a verificare alcuni aspetti del funzionamento dell’azienda. Poiché non ho una formazione scientifica, ho scelto di muovere da un tema meno tecnologico che mi è caro, quello degli odori, che non possono certo mancare dove si lavora la spazzatura, pur differenziata che sia. Forse alcuni lettori ricorderanno Jean Baptiste Grenouille, il protagonista dark di un romanzo che alcuni anni fa ebbe un successo mondiale e cioè “Il profumo” di Patrick Süskind.
Grenouille, ovvero Ranocchio, è uno sciagurato, nato nel luogo più disgraziato della Parigi settecentesca, ovvero nel mefitico Cimitero degli Innocenti. Egli, tuttavia, sopravvive al destino, rivelando una sua straordinaria forza personale che comprende due caratteristiche. La prima è che egli non emana alcun odore fisico, neppure quello tipico degli infanti, facendo di lui, agli occhi della balia che se ne prende cura (soprattutto al suo naso) una creatura inquietante. La seconda è che egli ha una straordinaria capacità olfattiva, che gli consente di distinguere le persone, ciascuna con il suo odore, persino di conoscerne il numero senza vederli, dacché ciascuno ha un proprio odore diverso dagli altri, addirittura di anticipare l’arrivo di qualcuno, percependone l’odore mentre si avvicina. È anche capace di ritrovare un oggetto perduto, ricordando e rintracciando il suo specifico odore.
Così ho voluto mettere alla prova il mio olfatto. Ho preso la macchina e sono andato a fare un giro. Il mio naso non è come quello di Grenouille, ma non fumo e non mi piacciono i superalcolici e questo (è anche scientificamente provato) dovrebbe rendermi più sensibile agli odori, come ho potuto constatare in alcune occasioni. Ho cominciato il mio percorso, muovendo dallo stabilimento di AISA e indirizzandomi verso San Giuliano, con lo scopo di percorrere un itinerario che comprendesse il territorio immediatamente adiacente allo stabilimento stesso, per poi procedere verso Arezzo, allontanandomi cioè da AISA e tornare, infine, a San Zeno, al punto di partenza. In sostanza, dopo San Giuliano sono andato a San Leo e ho preso la strada verso Pescaiola. Passata la Maestà di Giannino, qualche chilometro dopo, in fondo alla strada, alla rotonda ho imboccato la direzione verso Olmo. Sono andato nuovamente verso Arezzo e, alla successiva rotonda, ho preso l’uscita per San Zeno. Mi sono quindi fermato all’altezza dell’Equestrian Center, per rientrare infine al punto di partenza del mio giro e cioè ad AISA. Un giro di quaranta minuti circa. In altri termini, ho cercato di seguire una sorta di perimetro intorno all’impianto, per cercare di comprendere se dallo stesso potessero provenire i classici odori della spazzatura fresca o “lavorata”.
Be’, mercoledì scorso era una giornata abbastanza ventosa e forse gli odori non si percepivano nitidamente. Diversamente da Grenouille non sono mai stato sopraffatto da essi che, per la mia soggettività olfattiva, non avevano una intensità particolare. Scendendo dall’auto, tuttavia, ne ho percepiti alcuni, che erano più o meno gradevoli. Soprattutto ho percepito, attraversando la campagna, odori di erbe e piante. Ne ho sentito anche alcuni sgradevoli, tuttavia abbastanza indecifrabili. Diversamente da Grenouille, non ho avuto modo di individuarne la fonte. In sostanza, niente di particolare e soprattutto nessun odore che potesse essere chiaramente imputabile all’impianto. Ad ogni modo, “una rondine non fa primavera”, pertanto ho intenzione di fare altri giri, non solo intorno all’impianto. Ne parleremo in seguito.