400 milioni: pochi o tanti non importa. Basta lagne: iniziate a spenderli per i bisognosi di aiuto

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Arrivano ai comuni i fondi per gli indigenti messi in ginocchio dall’emergenza coronavirus. Quattrocento milioni per comprare immediatamente beni di prima necessità e distribuirli tramite le associazioni di volontariato agli indigenti che non hanno altro sostegno pubblico.

Al comune di Arezzo, solo per fare un esempio, è destinato piu’ di mezzo milione di euro. In proporzione agli abitanti, tutti i comuni riceveranno un importo da destinare al sostegno economico di chi è in difficoltà.

Immediatamente è iniziata la giaculatoria, soprattutto dai sindaci meno allineati con la maggioranza, perchè paiono troppo pochi.

Può darsi che lo siano, e se lo sono subiranno un rinforzo, ma di sicuro non è il momento di pontificare a reti unificate. E’ il momento che tutti si rimbocchino le maniche e pensino a portare aiuto a chi è esausto. La campagna elettorale a ritmo continuo sarebbe molto meglio fermarla e fermarla adesso. Questo è il momento della concordia e non delle polemiche da pollaio!  Soprattutto è il momento di lavorare senza cercare strumentali ribalte.

I comuni possono anche aprire dei conti correnti per donazioni da destinare alle misure urgenti di solidarietà alimentare. L’ordinanza ricorda che in base all’articolo 66 del decreto legge 18/2020 per le erogazioni liberali in denaro o in natura spetta una detrazione d’imposta del 30%, per un importo non superiore a 30mila euro. Gli acquisti si fanno presso gli esercizi commerciali contenuti in un elenco stilato da ogni comune e pubblicato sul sito istituzionale.

Le risorse assegnate dall’ordinanza (e le eventuali donazioni) potranno essere destinate dai comuni ad acquisire buoni spesa utilizzabili per generi alimentari di prima necessità. I comuni potranno anche acquistare direttamente generi alimentari e beni di prima necessità. E potranno avvalersi per l’acquisto e la distribuzione di beni di enti del terzo settore. Inoltre nell’individuazione dei fabbisogni alimentari e nella distribuzione dei beni i comuni possono anche coordinarsi con gli enti che si occupano della distribuzione alimentare del programma operativo del Fead, il Fondo di aiuti europei agli indigenti. L’ordinanza chiarisce che per le attività di distribuzione alimentare non ci saranno restrizioni agli spostamenti del personale e dei volontari del terzo settore.

L’ufficio servizi sociali di ogni comune avrà il compito di individuare la platea dei beneficiari e il contributo tra i nuclei più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza Covid-19 e tra i cittadini che versano nel maggior stato di bisogno. Obiettivo soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, dando priorità a chi non ha altro sostegno pubblico.

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